Dall’Osservatorio digital innovation del PoliMi sul sistema di finanza e assicurazioni
Sono 11 milioni gli utenti che usano i servizi digitali
Pagina a cura di Francesco Barresi

Il mondo della finanza e delle assicurazioni è diventato a portata di click. Sempre più digitali, personalizzabili e gestibili da mobile, questi due settori hanno superato il guado della burocrazia cartacea diventando sempre più smart. Lo conferma l’ultima ricerca dell’Osservatorio digital innovation del Politecnico di Milano, che ha rilevato come 11 milioni di italiani utilizzano il digitale nei settori della Fintech (tecnologia finanziaria) e Insurtech (tecnologia assicurativa) per servizi di mobile payment, gestione del budget personale e trasferimenti di denaro fra privati, con un alto livello di gradimento. Una fetta di popolazione che equivale al 25% fra i 18 e i 74 anni, in forte crescita rispetto a quanto registrato un anno fa (+54%), quando la percentuale si attestava sul 16%, secondo l’ultima indagine condotta dall’Osservatorio Fintech & Insurtech in collaborazione con Nielsen Italia.

Secondo i dati dei ricercatori del Politecnico meneghino gli utenti internet utilizzano principalmente servizi di mobile payment (16%), per gestire il proprio budget personale o familiare (15%) o per trasferimenti istantanei di denaro tra privati (12%). La soddisfazione, a livello di customer experience, riguarda tutti i servizi disponibili: la possibilità di gestire i sinistri da smartphone registra un voto medio di 9,6 su 10, l’attivazione di assicurazione istantanee incassa un 8,9, e non di meno l’accesso a un finanziamento da smartphone o Pc che viene promosso a 8,9. Voti leggermente più tiepidi per social lending (7,6), crowdfunding e chatbot (entrambi a 7,7). Il successo della via digitale per i comparti Fintech e Insurtech rivela un sentiment positivo, perché nonostante tutto i clienti italiani continuano a nutrire fiducia negli istituti finanziari, che raccolgono le preferenze del 73% degli utenti per i finanziamenti e del 65% per la gestione del risparmio. Una fiducia destinata a durare, come evidenzia il 73% che ha intenzione di affidarsi per un finanziamento agli istituti finanziari anche in futuro, in aumento rispetto alle altre categorie (produttori di smartphone e tablet, siti di eCommerce, Ott, catene di supermercati, operatori di telefonia, associazioni di categoria, start-up) che mostrano fiducia stabile o in calo. I giovani sono meno affezionati della media agli istituti finanziari (il 65% si affiderebbe a loro in futuro) e più interessati alle assicurazioni (25%, contro l’11% del campione complessivo).

Ma se il privato sembra lodare le funzionalità digitali per accedere a questi servizi non di meno sono le piccole e medie imprese: gli studiosi del Politecnico infatti rilevano come il 55% delle Pmi interagisce già con gli istituti finanziari tramite un’applicazione per smartphone, il 92% lo fa tramite desktop, anche se nel settore delle coperture assicurative rimangono sulla vita maestra delle modalità tradizionali: solo il 15% infatti ha comprato una copertura online in totale autonomia, ma l’80% potrebbe già gestire tutti i servizi assicurativi di base con sistemi digitali. In media solo il 5% ha già utilizzato metodi di finanziamento alternativi come minibond, p2p lending, crowdfunding e soluzioni di supply chain finance. La vivacità di questa trasformazione digitale lo si vede a livello di iniziative imprenditoriali: solo quest’anno sono state registrate ben 1.210 start-up di tipo Fintech & Insurtech che, a livello globale, hanno raccolto circa 1 milione di dollari di finanziamento, un dato in forte aumento (+66%) se paragonato a due anni fa.

Queste micro-realtà infatti hanno raccolto capitali per 43,7 miliardi di dollari, contro i 25,7 del 2017 (+70%), e con le start-up cinesi, indiane e australiane che crescono rispettivamente del 233%, del 184% e del 227% nella raccolta di investimenti, a discapito di quelle americane che accusano -11%. Un numero importante e sempre maggiore di start-up (circa il 24%) ha come obiettivo la collaborazione con assicurazioni e banche, dove quest’ultime hanno accolto l’importanza delle tecnologie blockchain e distributed Ledger. Basti pensare al solo dato che ben 275 servizi basati su queste tecnologie (di cui 40% annunci) sono stati promossi da istituti finanziari, in tutto il mondo, solo negli ultimi 3 anni. E se gli utenti italiani affiderebbero principalmente a banche e operatori postali i loro risparmi (65% e 56%), cresce chi si affiderebbe alle start-up (12%), dove sono già oltre 140 i robo advisor censiti a livello mondiale, piattaforme di investimento automatizzate. «Il digitale sta rivoluzionando l’ecosistema finanziario italiano», spiega Marco Giorgino, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Fintech & Insurtech, «favorendo la nascita di attori innovativi, facendo emergere nuove esigenze della clientela e nuove forme di relazione tra utenti, imprese, istituti finanziari e assicurativi. Resta la fiducia negli attori tradizionali: la maggioranza degli italiani si rivolgerebbe a banche (65%) e operatori postali (56%) per affidare i propri risparmi, con tuttavia una differenza generazionale. Nel caso dei giovani di età compresa tra 16 e 24 anni», continua il professor Giorgino, «le preferenze sono il 53% e il 52% mentre il 67% e 59% nel caso degli over 55. Ma cresce il numero di coloro che hanno provato almeno un servizio Fintech o Insurtech e, soprattutto fra i più giovani, di coloro che si affidano anche ad altri attori oltre a banche e assicurazioni. L’ecosistema finanziario deve accelerare il processo di trasformazione digitale per non farsi trovare impreparato», conclude Giorgino, «è necessario approfittare delle opportunità offerte da nuove tecnologie come la blockchain o le piattaforme di Robo Advisor, per proporre nuovi servizi di valore. Banche e assicurazioni possono rispondere alle sfide della trasformazione digitale mettendo l’innovazione al centro delle strategie e puntando sulla costante collaborazione con altri attori».
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