Sotto esame Generali, Poste, Intesa, Unipol e altri 38 gruppi Ue. Nei tre scenari ipotizzati dall’Eiopa il Solvency II delle compagnie tricolore non è mai sceso sotto la soglia del 100%
di Anna Messia
Il confronto era tra quattro big italiane, ossia Poste Vita, Generali , Intesa Sanpaolo Vita e Unipol , e altre 38 grandi compagnie europee, tra cui Allianz , Axa e Aviva, che operano in 12 Paesi diversi. Sotto osservazione è finito in pratica il 75% degli attivi del settore assicurativo in tutta Europa e l’Eiopa, l’Ivass europea, ha calcolato gli effetti sulle imprese di un possibile inasprimento della situazione finanziaria e di quella economia. Un esame da cui le compagnie assicurative italiane sono uscite bene e in alcuni casi anche meglio delle media europea.
L’obiettivo dell’Eiopa non era quello di stilare una lista di promossi e bocciati.
L’intenzione dell’autorità di controllo era piuttosto di scovare eventuali punti deboli del settore e stimolare di conseguenza azioni da realizzare ex ante per mitigare le eventuali vulnerabilità. Gli scenari ipotizzati dall’Eiopa sono stati tre e in nessuno di questi i quattro gruppi italiani hanno fatto registrare indici di solvibilità post stress inferiori al minimo consentito dal regolatore, ovvero il 100%. Il primo scenario (yield curve up) prevedeva in particolare un’impennata dei premi al rischio di tutti gli investimenti, accompagnato da un deflusso di massa degli assicurati e da un significativo incremento dell’inflazione. Proprio questo si è rivelato l’esame più difficile per le imprese italiane, che hanno visto il loro solvency ratio medio scendere al 122% rispetto al 145% del campione europeo. Il secondo test (yield curve down) presupponeva invece un prolungato periodi di bassi tassi d’interesse, cui si aggiungeva un incremento delle aspettative di vita: dopo lo stress l’indice di solvibilità delle assicurazioni italiane era superiore, in media, rispetto al campione europeo, ovvero pari al 157% rispetto al 137% del resto dei gruppi continentali. Un terzo scenario era poi quello «net cat» e rappresentava una novità introdotta in quest’ultima versione degli stress test Eiopa. L’ipotesi era il verificarsi, in successione, di ben otto eventi catastrofali naturali sparsi in tutta Europa, di cui due terremoti, quattro tempeste e due inondazione. Benché gli epicentri dei due sismi fossero stati fissati in Italia, con l’applicazione dello scenario «net cat» l’indice di solvibilità dei gruppi italiani è rimasto sostanzialmente invariato.
Insomma, le assicurazioni italiane sembrano avere le spalle abbastanza larghe per affrontare eventuali situazione avverse e del resto già oggi, senza stress, le quattro imprese della Penisola finite nel campione Eiopa hanno un indice di solvibilità medio del 213%, migliore della media europea, ferma al 202%. «I risultati indicano che il mercato assicurativo europeo è complessivamente adeguatamente capitalizzato per assorbire shock severi ma plausibili», hanno commentato da Ivass. Situazione che «si conferma anche a livello domestico», hanno aggiunto dall’autorità presieduta da Salvatore Rossi. (riproduzione riservata)
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