di Giuseppe Turani Notizie.Tiscali.it
L’Ape (anticipo pensione) doveva essere il grimaldello per aggirare in parte l’innalzamento dell’età pensionistica stabilito dalle legge Fornero. Il sistema era abbastanza semplice. Chi aveva fatto lavori gravosi (poche migliaia di persone) poteva andarsene un po’ prima, a spese dello Stato. Gli altri, quelli che semplicemente non avevano voglia di arrivare lavorando fino all’età limite, potevano scegliere di lasciare prima il loro incarico, pagando qualcosa che poi gli sarebbe stato trattenuto sulla pensione futura.
Non è detto che fosse un sistema meraviglioso. Di fatto chi sceglieva di andarsene prima, prendeva meno soldi di pensione (come è giusto che sia). Gira e rigira questo era il cuore dell’Ape, e non poteva essere diversamente.
D’altra parte la legge Fornero aveva alzalo l’età pensionistica non per sadismo, ma solo per tenere insieme i conti dello Stato. In Italia su 100 persone che lavorano ce ne sono 75 in pensione. Il loro peso sulle casse statali e sul bilancio pubblico è intollerabile. Qualcosa andava fatto e la signora Fornero e Monti l’hanno fatto.
L’Ape è frutto dei governi successivi e della leggermente migliorata situazione economica. Ma non ha funzionato. Le domande sono state pochissime (a nessuno piace ricevere una pensione più bassa, meglio faticare qualche anno di più). Ma, in ogni caso, anche quelli che hanno fatto domanda sono rimasti all’asciutto. La burocrazia non è stata in grado di rispondere e sembra che non un solo assegno Ape sia stato staccato.
La burocrazia italiana è quella che è, ma va anche etto che lo stesso concetto dell’Ape è abbastanza assurdo. Vuole trovare il sistema di aggirare le disposizioni della legge Fornero (fatta per salvare il bilancio dello Stato), ma i soldi non ci sono, e quindi si mette l’aggiramento della Fornero a carico dei lavoratori. Insomma, se non è zuppa è pan bagnato. Infatti non ha funzionato.
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