Giovedì primo dicembre l’Osservatorio Connected Insurance ha tenuto la sua terza giornata di discussione in cui è stata presentata la sintesi di un anno di ricerca che ha coinvolto venticinque Gruppi Assicurativi internazionali e venti altri partner.
 

Questo think tank è stato creato a fine 2015 da Matteo Carbone insieme ad Ania – l’Associazione Nazionale tra le Imprese Assicuratrici – con la volontà di studiare l’impatto dell’internet of things nel settore assicurativo e stimolare il dibattito su questo nuovo paradigma assicurativo. 

L’osservatorio nel corso gli ultimi undici mesi ha approfondito l’esperienza fatta dal settore nell’auto, lo use case più maturo di utilizzo dei sensori nell’ambito assicurativo. In questo specifico campo dell’insurtech, il mercato assicurativo italiano rappresenta l’eccellenza internazionale con quasi cinque milioni di auto con una black box assicurativa a fine 2015, pari a quasi il 50% del mercato mondiale. Secondo le stime dell’Osservatorio Connected Insurance la leadership del mercato italiano continuerà anche nei prossimi anni superando i 13 milioni di polizze assicurative telematics entro il 2020. 
 
La giornata è iniziata con una presentazione di Isabella Falautano, AXA,  sulla cyber socialità oltre alla vita connessa, basata sui dati della ricerca realizzata da AXA Italia insieme all’Osservatorio Connected Insurance. Emerge una preoccupazione per la privacy dal punto di vista degli utenti, preoccupazione che è piuttosto direzionata verso la situazione economica come ad esempio la problematica del card cloning e il furto di password e codici personali.
Pare che i rischi associati ad un mondo interconnesso sono correttamente percepiti dalla maggior parte delle persone (9 su 10 utenti sono consapevoli del fatto che sono esposti al tracciamento dei loro dati) e le reazioni sono variate: mentre 45,1% non hanno ancora un’opinione formata sull’utilizzo dei big data, il 34,8 % percepiscono ancora l’esistenza dei big data come un elemento che può complicare la vita; il 20,1 % identificano l’utilizzo dei big data come uno strumento che migliora la vita degli utenti.
Inoltre risulta che il pubblico attribuisce all’assicuratore un ruolo di garanzia, un vantaggio che dovrebbe essere ben curato dalle compagnie assicurative. Un altro spunto importante si riferisce all’atteggiamento degli utenti nei confronti dell’assicurazione accessibile tramite device come lo smartphone. Pare che la maggior parte dei rispondenti siano interessati a delle soluzioni che permettono di acquistare una polizza in maniera digitale e semplice.
In linea con il tema di cui sopra, Dario Melpignano Co-Founder e CEO di Neosurance, ha racconto durante la tavola rotonda la loro soluzione creata per le compagnie assicurative: micro polizze veicolate tramite notifiche push in base ad un algoritmo complesso, il tutto reso possibile dal meccanismo di machine learning sviluppato dalla società. Inoltre, Melpignano ha anticipato il lancio nel giro di pochi giorni della prima micro polizza creata da Neosurance insieme ad un importante Compagnia Assicurativa a livello globale.
Parte della stessa tavola rotonda l’intervento dell’Avv. Liguori dello Studio Portolano Cavallo per fare un’analisi del regolamento privacy che entrerà in vigore a maggio 2018 e che porterà con se un cambio di prospettiva dal punto del visto dell’uso dei dati e della privacy.

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