Utili bancari a -3,8 mld rispetto alle stime
Fra il 2015 e il 2018 è prevista una riduzione delle sofferenze nette bancarie per oltre 16 miliardi di euro: è quanto emerge dal Rapporto di previsione diffuso dall’Abi. Le sofferenze dovrebbero iniziare quest’anno il processo di rientro, diminuendo del 2,2% rispetto al 2015. Nel successivo biennio la riduzione dello stock dovrebbe accelerare, e ciò anche in uno scenario al netto di eventuali operazioni straordinarie di dismissione di crediti deteriorati in grado di velocizzarne la fuoriuscita dai bilanci bancari.
Secondo l’associazione bancaria, la riduzione, unita a una ripresa della domanda di credito, «si tradurrebbe in una contrazione del rapporto sofferenze-impieghi, che nel complesso del periodo di previsione dovrebbe scendere per circa un punto percentuale, collocandosi nel 2018 al 3,6%, valore più basso dalla metà del 2013».
L’abbassamento del rischio è trainato principalmente da una forte riduzione dei flussi in ingresso dei crediti in sofferenza, che si associa a un’importante crescita dei flussi in uscita dallo stato di sofferenza. Un contributo positivo viene anche dai prevedibili effetti positivi connessi alle recenti innovazioni legislative volte a velocizzare le procedure di recupero crediti, oltre che quelli collegati all’introduzione di nuovi strumenti per facilitare la dismissione degli stock.
Lo scenario vedrà una continuazione della politica dei bassi tassi di interesse a breve termine: il tasso euribor a tre mesi dovrebbe risultare negativo lungo tutto l’orizzonte di previsione, collocandosi a -0,4% nella media del 2018. Dato il contesto dei mercati finanziari, lo spread Btp-Bund dovrebbe collocarsi nella media di quest’anno a 1,4 punti percentuali, due decimi in più rispetto al 2015, rimanere stabile su questo livello nel 2017 per poi tornare a scendere a otto decimi di punto nella media del 2018. Tali dinamiche dovrebbero determinare un’ulteriore discesa del differenziale fra tassi bancari sui prestiti e tassi sulla raccolta.
Le attuali tensioni finanziarie, anche se dovrebbero rientrare in breve tempo, argomenta l’Abi, incidono sulla ripresa della redditività bancaria determinando, rispetto alle previsioni precedenti, «flussi di ricavi più contenuti e una revisione in aumento degli accantonamenti sulle attività finanziarie e sui crediti. Il profilo di redditività rimane indirizzato verso la crescita. Tuttavia, rispetto alle previsioni dello scorso luglio, si prevedono 3,8 miliardi di euro di utili in meno nel complesso del triennio 2016-2018. Nell’insieme la redditività del settore appare in ripresa ma ancora inferiore al costo del capitale».
Sempre lo studio dell’associazione bancaria conferma l’uscita dell’economia italiana dalla recessione ma a un ritmo di crescita lento, coerente con il quadro ciclico internazionale. Per il 2016 e il 2017 è attesa una variazione positiva del pil di nove decimi di punto, di due decimi superiore a quella del 2015. Per il 2018, inoltre, è stimata una crescita dell’1,2%.
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