Un recente studio sugli infortuni in itinere mortali delle donne italiane e straniere, accertati positivamente dall’Inail per il periodo 2009-2013, ha evidenziato che le lavoratrici muoiono significativamente di più dei maschi e individuato specifiche condizioni di rischio femminili per età, nazionalità, settore di lavoro, area geografica, orario, mese e giorno settimanale dell’infortunio.

L’età alla morte risultava essere 35-49 anni e 18-34 per le immigrate, in accordo con l’età delle occupate in Italia. Il settore di lavoro prevalente era il terziario, in particolare sanità e assistenza sociale, confermando il rischio per le donne di infortunio in itinere tre volte più elevato per queste professioni.

Le morti si verificano maggiormente nel Nord-Est, area ad elevata occupazione femminile, il mercoledì, nel trimestre ottobre-dicembre, nell’andare al lavoro, nella prima ora di lavoro, tra le 5 e le 10 del mattino. Ulteriori studi evidenziano come il pendolarismo aumenti sia le difficoltà nella vita familiare e sociale, legata anche a stress emotivo (separazione/divorzio dal coniuge, condizione di single, gestione della casa, bambini, anziani, ecc), sia i disturbi del sonno.

Maggiore rischio per le donne pendolari sarebbe anche dovuto al ridotto numero di ore di sonno, minore tempo di recupero, riposo e svago, elementi che possono influire negativamente sull’attenzione, sia nella guida del veicolo che negli spostamenti casa-lavoro, incrementando il rischio di infortuni stradali.

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Il maggiore utilizzo da parte delle donne di autovetture piccole e meno sicure sarebbe un altro elemento da considerare. Le variabili così identificate dalla letteratura evidenziano la necessità di un approfondimento dei singoli casi mortali e della dinamica dell’infortunio, al fine di progettare efficaci politiche di prevenzione mirate al genere femminile.

(Claudia Giliberti)

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Fonte: Dati Inail}