Il cambiamento climatico può avere un impatto imprevedibile sul settore assicurativo e riassicurativo e per questo è diventato uno dei principali rischi emergenti. La crescente frequenza e intensità degli eventi climatici potrebbe portare ad una maggiore richiesta di capitale di rischio e di insurance-inked securities (ILS).
Il dibattito sul cambiamento climatico è una questione globale attuale, incerta e complessa, che riguarda i settori e i mercati di tutto il mondo, e spesso porta ad opinioni e conclusioni discordanti circa la sua gravità, le sue tempistiche e l’impatto potenziale che ha su individui e aziende.
Nel suo nuovo report, Standard & Poor’s (S&P), una delle principali agenzie di rating esperta in servizi assicurativi, riassicurativi e finanziari, ha evidenziato la possibilità che il cambiamento climatico “possa comportare una serie più estesa di minacce per le compagnie assicurative,” minacce che potrebbero innescare una maggiore domanda di capacità produttiva e di soluzioni che possono essere fornite dal settore riassicurativo e dalle insurance-linked securities.
“Le posizioni finanziarie delle compagnie assicurative potrebbero subire delle inflessioni a causa dei minori rendimenti sugli investimenti e dei maggiori requisiti patrimoniali, oltre che per l’aumento delle richieste di risarcimento relative ad eventi climatici,” spiega Standard & Poor’s.
Se i possibili impatti del cambiamento climatico non vengono adeguatamente previsti dalle imprese grazie ad un efficace risk management, rileva Standard & Poor’s, le compagnie assicurative potrebbero incorrere in minori guadagni e, di conseguenza, sarebbero costrette a richiedere più capitale.
Questa situazione comporta misure di adattamento ai cambiamenti climatici per gli attori del mercato finanziario primario ma crea anche nuove opportunità per le compagnie di riassicurazione e per i fornitori di insurance-linked securities, che possono soddisfare la domanda di questa nuova capacità di trasferimento del rischio.
Nel settore ri/assicurativo, in particolare quando si tratta di trasferimento del rischio e di resilienza di fronte alle catastrofi naturali, c’è la probabilità, anche se ancora incerta, che il cambiamento climatico sia una delle cause principali dell’aumento della gravità e della frequenza di eventi climatici avversi, inclusi quelli estremi.
Associare i cambiamenti climatici all’aumento delle catastrofi naturali o a variazioni a livello della frequenza e della gravità dei fenomeni climatici è ancora una scienza imprecisa, ma se si avvereranno tutte le previsioni per il futuro, ossia un rapido riscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacci perenni e il conseguente aumento dei livello dei mari, è probabile che ci saranno sempre più conseguenze nefaste.
Lo evidenzia anche Standard & Poor’s: “Anche se questi eventi possono verificarsi con o senza il contributo del cambiamento climatico, si può confermare che quest’ultimo aumenti sensibilmente la loro probabilità. Non pensiamo, tuttavia, che un evento meteorologico estremo sia una conseguenza interamente attribuibile ad esso.”
Nonostante il potenziale impatto che il cambiamento climatico potrebbe avere sul settore assicurativo, Standard & Poor’s elenca alcuni benefici che potrebbero emergere dai continui dibattiti all’interno dei mercati di trasferimento del rischio, tra cui la possibilità che venga migliorata la conoscenza dei rischi, sia nelle regioni emergenti che sviluppate di tutto il mondo, “che potrebbe spingere i governi, le aziende e gli individui a mettere in atto una mitigazione del rischio più efficace.”
Mitigare il rischio va di pari passo con il suo trasferimento: se il mondo vuole diventare più resiliente alle catastrofi naturali deve avere accesso alla capacità produttiva del settore ri/assicurativo in modo da favorire questo trasferimento, che però deve essere anche strettamente legato ad una mitigazione dei rischi. Limitarsi ad incentivare l’acquisto di coperture assicurative non basta per creare un mondo più resiliente.
In aggiunta, Standard & Poor’s spiega: “Si potrebbero, ad esempio, ridurre i danni a proprietà assicurate causati da eventi climatici. Una migliore conoscenza dei rischi potrebbe aumentare la domanda di prodotti assicurativi, anche nei mercati meno sviluppati.
“Di conseguenza, aumenterà anche la diversificazione geografica delle compagnie assicurative. Una maggiore diversificazione comporta portafogli assicurativi più stabili e una minore necessità di capitale di rischio.”
La conclusione che fornisce l’agenzia di rating è interessante: è molto probabile che questa situazione genererà anche una maggiore domanda di capitale riassicurativo o alternativo, come le ILS.
A causa del cambiamento climatico, è concreto il rischio di un aumento degli eventi meteorologici avversi, le cui conseguenze colpiranno sia i mercati sviluppati, come è successo con gli uragani e le alluvioni negli Stati Uniti e le tempeste di vento in Europa, sia quelli emergenti, come Asia e America Latina, dove avranno anche un effetto decisamente dannoso sulla sostenibilità e vulnerabilità, già messe a dura prova.
Tuttavia, come nota Standard & Poor’s, una migliore consapevolezza e comprensione dei rischi potrebbe spingere i governi e altre entità del settore pubblico e privato a migliorare la qualità del proprio disaster risk management, sfruttando le strutture che funzionano bene e il capitale proveniente dal settore riassicurativo globale e dal trasferimento del rischio alternativo (insurance-linked securities).
Le ricerche di Standard & Poor’s si basano su uno studio del Mercer Group e su analisi provenienti da RMS, società che si occupa della modellazione del rischio catastrofi naturali.
L’agenzia di rating conclude: “Basterà un capital management adeguato affinché le compagnie assicurative possano gestire l’ulteriore tensione causata dalla riduzione dei livelli di adeguatezza patrimoniale, che ogni anno è stata dello 0,5%,” conseguenza degli impatti del cambiamento climatico sugli investimenti e sui danni.
Il settore sarà messo a dura prova, tuttavia, nel momento in cui le condizioni climatiche subiranno un cambiamento repentino e inaspettato, che potrà essere mitigato, sia a livello regionale che internazionale, solo grazie ad avanzati strumenti di finanziamento e di risk management.
Per proteggersi dagli eventi climatici estremi, fondamentale sarà lo sfruttamento della capacità, della conoscenza e dell’esperienza del settore assicurativo, riassicurativo e alternativo (insurance-linked securities).
Come spesso succede con i dibattiti e i report che riguardano il cambiamento climatico e i suoi impatti potenziali, il futuro si prospetta incerto e complesso. Il capitale riassicurativo e quello alternativo aiuteranno a supportare la formazione di una sorta di resilienza globale, nella prospettiva di una maggiore frequenza e gravità delle catastrofi naturali, conseguenza estrema del cambiamento climatico o delle dinamiche e variabilità del clima nel mondo.
“Considerando il fatto che il settore sarà colpito in modo graduale e con sufficiente preavviso, confidiamo che fin da subito metta in atto i processi necessari ad attuare le azioni di mitigazione necessarie.
“Detto ciò, è bassa la probabilità che il cambiamento climatico possa colpire senza dare prima dei chiari segnali per guidare i decisori,” conclude Standard & Poor’s.
Fonte: Artemis