da Berlino Roberto Giardina
Quasi tre pensionati tedeschi su quattro fanno fatica a tirare avanti, una notizia che rallegrerà quanti sono sempre critici verso la Germania, antipatica prima della classe in Europa. Si continua a discutere sullo spot natalizio dell’Edeka (si veda ItaliaOggi di ieri), con protagonista un anziano che è costretto a fingersi morto per poter riunire figli e nipoti.Però ha un cane, ha una bella casa e addobba un albero di Natale abbastanza alto, e i suoi figli sono tutti professionisti in carriera. Dunque, un borghese agiato. E non sono molti quelli che, lavorando, si sono assicurati una terza età senza problemi, a parte la solitudine che affligge ugualmente ricchi e poveri, o più i primi che i secondi se vogliamo credere a una falsa morale. E la Germania, come l’Italia, diventa sempre più anziana: oggi 17 milioni hanno più di 65 anni, nel 2060 saranno un terzo della popolazione.
In base allo studio della società di assicurazione Axa, che ha esaminato la situazione economica dei pensionati, il 73% ha dei problemi finanziari, è costretto a rinunciare a spese spesso necessarie, o a ricorrere all’aiuto dei parenti. Un quarto degli anziani è costretto a vendere qualcosa, dalla casa in campagna al piccolo oggetto di antiquariato, o prosciuga i risparmi. Solo il 12% chiede aiuto ai figli o agli amici.
La situazione andrà peggiorando nei prossimi anni. I bassi tassi di interesse hanno quasi annullato il rendimento dei fondi pensioni, e delle assicurazioni integrative per arrotondare l’assegno. Si lavora più a lungo per una pensione sempre più bassa. Inoltre, molti tedeschi sono stati sorpresi dall’improvviso aumento dei prezzi degli alloggi, e, di conseguenza, degli affitti. Fino a meno di dieci anni fa, a Berlino, per esempio, non c’erano problemi a cambiare residenza e a scegliere il nuovo quartiere a piacere. Pochi tedeschi investivano nell’immobiliare: perché indebitarsi, e affrontare le spese di mantenimento della proprietà, quando l’offerta delle case era superiore alla domanda? Oggi, l’affitto per molti si «mangia» buona parte della pensione.
E non è vero che le necessità economiche con l’età diminuiscano. Invece salgono con il progredire dell’età. Per il 39% dei pensionati fino a 69 anni, per il 49 fino ai 74 anni, e per l’80% degli ottantenni le spese aumentano. Serve assistenza, dagli aiuti familiari alle badanti, ad esempio, non sempre rimborsati dalla mutua. È quanto non capisce Matteo Renzi che, demagogicamente, tempo fa alla tv dichiarò: mia nonna prende 3 mila euro di pensione, ma che se ne fa a 90 anni? Forse la signora avrà già risposto al nipote primo ministro.
Lo studio dell’Axa contraddice un altro luogo comune che vorrebbe i tedeschi parsimoniose formiche in paragone a noi, cicale latine. La maggior parte dei tedeschi che ha superato i cinquant’anni si rallegra all’idea di andare in pensione, e non teme che sia insufficiente per garantirgli il tenore di vita desiderato. Ancora nel 2011, il 72% dichiarava di voler continuare a lavorare oltre l’età della pensione, non per motivi economici, ma per non rimanere inattivi.
La realtà è diversa. Si arrotonda con i minijobs (fino a 450 euro, esenti da tasse), per concedersi qualcosa di necessario o un capriccio più che accettabile: lo fa il 14% tra i 65 e i 69 anni. Dieci anni fa erano meno della metà: appena il 6%.
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