Negli ultimi 12 mesi il 28% degli italiani ha avuto bisogno, personalmente o per un parente, di avvalersi di un servizio di assistenza domiciliare. Che fosse per un periodo temporaneo – a seguito di un incidente o di un ricovero – o in maniera continuativa per dare assistenza ad un anziano o a causa di una malattia cronica invalidante, più di un italiano su quattro si è dunque avvalso di un supporto terzo per l’assistenza a casa.
È quanto rileva la nuova ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute.
Quando si ha a che fare con problemi di non autosufficienza temporanea, ad esempio tornati a casa dopo un ricovero o costretti a letto da un infortunio, il 50% degli italiani chiede o chiederebbe aiuto a qualche familiare o parente, il 28% usufruirebbe di servizi di assistenza a domicilio tramite il Servizio Sanitario Nazionale mentre il 20% sarebbe disposto a pagare una badante o una infermiera rivolgendosi a servizi di assistenza privata.
Di fronte a problematiche di non autosufficienza cronica – che richiedono un impegno costante e spesso conoscenze specifiche e di conseguenza spese più elevate – il 57% degli italiani opta lo stesso per soluzioni che permettono al malato di continuare ad essere circondato dai propri cari e dall’ambiente domestico, affidandosi anche in questo caso a qualche familiare o attraverso i servizi di assistenza a domicilio offerti dal servizio pubblico, che permettono allo stesso tempo di contenere i costi. Il 32% invece preferirebbe pagare una infermiera o una badante per una assistenza continuativa o optare per servizi di assistenza privati.
Fiammetta Fabris, Direttore Generale UniSalute afferma: “Le risposte raccolte dal nostro Osservatorio evidenziano come, sia nel caso si debba affrontare una situazione di non autosufficienza temporanea o cronica, gli italiani preferiscano puntare in primis su soluzioni che permettano al malato di restare in casa circondato dagli affetti e che allo stesso tempo non comportino esborsi economici insostenibili. Purtroppo, anche alla luce dei recenti ulteriori tagli a cui si sta lavorando, il Servizio Sanitario potrà sempre meno sostenere questo tipo di prestazioni, molto onerose. Crediamo che favorire lo sviluppo e la diffusione misure di assistenza sanitaria integrativa possa essere la soluzione: come UniSalute siamo già attivi nel gestire questa importante domanda di welfare attraverso una rete di strutture socio-assistenziali convenzionate che conta oltre 29.000 professionisti tra fisioterapisti, operatori socio-assistenziali, infermieri e badanti per la gestione dei servizi domiciliari”.