di Mauro Romano
Dal Senato arriva una forte richiesta di trasparenza per l’informazione finanziaria. Due commissioni, quella Finanze e quella Industria, hanno infatti chiesto al governo di mantenere l’obbligo di pubblicare sui giornali le informazioni rilevanti per le società quotate, che un recente decreto legislativo dell’esecutivo (n. 235) vorrebbe affidare solo al web.
Il problema non è secondario, come dimostrano le vicende di Banca Etruria e dei suoi bond subordinati che hanno bruciato interamente i risparmi di migliaia di investitori.
Come riferito da MF-Milano Finanza sabato 12 dicembre, quando Consob chiese alla banca aretina di informare gli investitori sulle criticità emerse, sui giornali apparve solo un criptico comunicato che rimandava alle informazioni pubblicate sul sito ufficiale dell’istituto aretino. E non si trattava di notizie di poco conto, visto che parallelamente erano stati concessi pochi giorni per recedere dall’investimento e farsi dare indietro i soldi.
Ebbene, anche in virtù di questi ragionamenti ora la commissione Finanze di Palazzo Madama, presieduta da Mauro Marino (Pd), osserva «che gli interessi contrapposti tra i soggetti emittenti obbligati alla comunicazione attraverso i quotidiani e gli editori dei quotidiani siano da valutare alla luce del prevalente interesse alla tutela della platea dei risparmiatori, pur non sottovalutando la progressiva riduzione della diffusione dei quotidiani cartacei, peraltro in parte compensata dalla diffusione della loro edizione online e tenuto conto che le notizie societarie facilmente reperibili per un investitore informato e professionale sui siti web delle società rimangono di difficile accessibilità per soggetti non ancora in grado di utilizzare le tecnologie informatiche».
Ancora più esplicita la commissione Industria, presieduta da Massimo Mucchetti (Pd), che chiede il ripristino dell’obbligo di pubblicazione sui giornali, data l’utilità «per i risparmiatori e per i mezzi di comunicazione generalisti e specialisti di avere le notizie più dirette e tempestive sulle operazioni dei soggetti emittenti titoli». Inoltre, mentre i giornali hanno un ruolo «di fonte primaria di informazioni, analisi e commenti» per il pubblico indistinto, la pubblicazione solo su Internet delle stesse informazioni appare insufficiente ad assicurare «un adeguato regime di trasparenza in materia di informazione sugli emittenti garantendo un appropriato grado di protezione dell’investitore e la più ampia tutela della stabilità finanziaria e assicurando i più adeguati obblighi di informazione e correttezza». (riproduzione riservata)