Un fondo per i risparmiatori alimentato con il contributo delle banche e un’analisi caso per caso così da accertare ogni singola posizione, per capire se gli obbligazionisti subordinati delle quattro banche salvate abbiano sottoscritto prodotti di cui non capivano i rischi. Venerdì 11 dicembre il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha illustrato a grandi linee le soluzioni con cui il governo intende tutelare quanti hanno perso i propri risparmi nel salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria CariFerrara e CariChieti.
Soluzioni che hanno ricevuto il benestare dell’Unione Europea dopo giorni di botta e risposta e di rimpallo delle responsabilità tra Roma (sia dal governo sia da Banca d’Italia) e l’esecutivo comunitario. Al momento in cui questo giornale è andato in stampa l’emendamento governativo alla legge di Stabilità con cui affrontare la vicenda non era ancora stato presentato. Davanti ai deputati della commissione Bilancio il ministro Padoan ha presentato uno schema dell’architettura che il governo vuole seguire, ma senza scoprire le carte e in attesa dei suggerimenti del Parlamento. Lo ha fatto difendendo la risoluzione degli istituti perché ogni alternativa, come la liquidazione, avrebbe portato a conseguenze devastanti. I dettagli però mancano. Sul fondo, ad esempio, ha spiegato che i criteri e le modalità saranno delineati in un secondo momento. Il tutto in modo «compatibile con le regole Ue». E nessun numero è stato dato sull’ammontare dello strumento né sulla percentuale con cui contribuiranno le banche. Il ministro ha invece ricordato che i clienti che hanno sottoscritto obbligazioni subordinate dei quattro istituti sono 10.500, ma non è escluso che altri le abbiano acquistate sul mercato secondario. E ha sottolineato che il Salvabanche ha tutelato un milione di persone tra depositanti e obbligazionisti senior e 200 mila piccole e medie imprese. Quando in tarda sera Padoan si è presentato davanti ai deputati lo ha fatto avendo già incassato le aperture di Bruxelles. «Sosteniamo le intenzioni del governo italiano di consentire ai risparmiatori di esigere compensazioni dalle banche per possibili vendite ingannevoli di obbligazioni, utilizzando l’esperienza fatta in altri Paesi con situazioni simili», recita la nota diffusa dall’esecutivo comunitario. Quando si fa riferimento a esperienze passate la memoria corre al caso spagnolo dell’ arbitrato extra-giudiziario utilizzato due anni fa con l’approvazione della Commissione. «Non si può escludere che le quattro banche abbiano venduto obbligazioni subordinate a persone che presentavano un profilo di rischio incompatibile con la natura di questi titoli di investimenti, ma questo è quanto andrebbe accertato con l’analisi di ogni singola posizione», ha ripetuto Padoan. Anche su questo tema, però, non è stato indicato l’organismo che avrà il compito di dirimere l’arbitrato, dribblando precisazioni sul possibile ruolo di Consob. L’intera vicenda ha comunque dato occasione al presidente del Consiglio di rivendicare l’azione del governo in tema di banche. «La riforma del sistema del credito è urgente», ha ribadito Matteo Renzi all’Accademia dei Lincei elencando l’insieme dei provvedimenti presi nell’ultimo anno. (riproduzione riservata)