di Francesco Ninfole
Le famiglie italiane sono diventate meno ricche nel 2013. Il motivo principale è il calo dei prezzi delle case, il principale asset posseduto. Il calo della ricchezza è stato dell’1,4% nel 2013 (pari a 123 miliardi di euro) e una simile tendenza è stata osservata anche nel primo semestre 2014. Rispetto al 2007 la flessione è stata dell’8%. Comunque le famiglie italiane restano più ricche di quelle tedesche e americane, perlomeno in proporzione al reddito disponibile (che in Italia è calato più che altrove). Inoltre si conferma uno dei punti di forza del Paese: il livello di indebitamento è ancora basso (81% del reddito), nonostante i significativi incrementi dell’ultimo decennio. È questo il quadro che emerge dall’ultimo rapporto di Banca d’Italia sulle famiglie pubblicato ieri.
I dati complessivi. A fine 2013 la ricchezza netta delle famiglie italiane, cioè la somma di attività reali (abitazioni, terreni, ecc.) e di attività finanziarie (depositi, titoli, azioni, ecc.), al netto delle passività finanziarie (mutui, prestiti personali eccetera), è risultata pari a 8.728 miliardi. Questo dato corrisponde a un valore pro capite di 144 mila euro e di 356 mila euro per famiglia. Le attività reali (5.767 miliardi) rappresentano il 60% della ricchezza lorda, le attività finanziarie (3.848 miliardi) il 40% e le passività finanziarie (886 miliardi) il 9,2%.
La ricchezza netta complessiva, valutata a prezzi correnti, è diminuita di 123 miliardi (-1,4%) tra fine 2012 e fine 2013. La diminuzione delle attività reali (-3,5%) è stata solo parzialmente compensata dall’aumento delle attività finanziarie (2,1%) e dalla riduzione delle passività (-1,1%). In termini reali, la ricchezza complessiva è scesa dell’1,7% in un anno. Dalla fine del 2007, anno in cui essa aveva sfiorato il valore di 9.500 miliardi ai prezzi del 2013, il calo ha superato l’8%. Secondo stime preliminari, nel primo semestre del 2014 la ricchezza netta delle famiglie sarebbe ulteriormente diminuita rispetto alla fine del 2013. Il calo (-1,2%) è dovuto a un’ulteriore flessione delle attività reali (-1,2%), alla diminuzione delle attività finanziarie (-0,4%) e all’aumento delle passività (2,2%).
La variazione della ricchezza è legata a due fattori: il risparmio e i capital gain. Nel 2013 il risparmio, dopo otto anni di diminuzioni, è tornato a crescere, risultando pari a 46 miliardi contro i 34 dell’anno precedente. I capital gain nel 2013 sono stati invece negativi per 195 miliardi, per effetto del calo dei prezzi delle abitazioni e delle altre attività reali non completamente compensati dai capital gains finanziari. Ne è derivata una riduzione della ricchezza netta complessiva pari a circa 150 miliardi in termini reali.
Le attività reali. A fine 2013 le attività reali delle famiglie italiane ammontavano a 5.767 miliardi, per l’85% abitazioni (4.900 miliardi, in media circa 200 mila euro a famiglia). Rispetto al 2000, la quota di ricchezza lorda in attività reali è cresciuta di 8 punti percentuali a scapito delle attività finanziarie. Tra le attività reali, è aumentata la quota detenuta in abitazioni di 3 punti. La ricchezza in abitazioni è diminuita nel 2013 del 4,1% (211 miliardi).
Le attività finanziarie. A fine 2013 le attività finanziarie ammontavano a 3.848 miliardi, in crescita rispetto a fine 2012 (+2,1% a prezzi correnti). Il 43% era detenuto in azioni e partecipazioni, obbligazioni private, quote di fondi comuni, titoli esteri e prestiti alle cooperative. I depositi bancari, il risparmio postale e il contante rappresentavano poco più del 30% delle attività finanziarie, contro il 19% delle riserve tecniche di assicurazione. La quota investita direttamente dalle famiglie in titoli pubblici italiani era inferiore al 5%. Tra il 1995 e il 2013, la composizione delle attività finanziarie ha subito rilevanti variazioni. Nel periodo ci sono stati aumenti delle quote di attività finanziarie in obbligazioni private italiane (dal 2,2 all’8,4%) e in riserve tecniche di assicurazione, in particolare nel ramo vita (da quasi il 10 a quasi il 19%), mentre sono diminuiti depositi bancari e titoli pubblici italiani (rispettivamente dal 29 al 18%, e dal 19 a meno del 5%). Nel 2013 è aumentata la quota di azioni e fondi in portafoglio. Le passività finanziarie a fine 2013 erano invece pari a 886 miliardi, per il 43% mutui.
Confronto internazionale. Nonostante il calo degli ultimi anni, le famiglie italiane hanno mostrato una ricchezza netta pari nel 2012 a 8 volte il reddito lordo disponibile, un rapporto comparabile con quelli di Francia (8,1), Giappone (7,8) e Regno Unito (7,4) e superiore a quelli di Usa (5,8), Germania (6,4) e Canada (6,8). Il rapporto fra attività reali e reddito disponibile lordo, pari a 5,4, è inferiore soltanto a quello delle famiglie francesi. (riproduzione riservata)