di Cristina Bartelli
Costretti alla voluntary disclosure. Non è la migliore delle procedure possibili. Anzi tutt’altro. Troppo complicati i calcoli, troppo oneroso il costo. Ma l’arma segreta della legge sul rientro dei capitali, che è approdata in settimana in Gazzetta Ufficiale, il vero cavallo di Troia cui è affidato il possibile successo non va ricercato nell’ampia copertura penale bensì nelle banche estere.
Lo scambio di informazioni a livello internazionale voluto dall’Ocse sta facendo muovere d’anticipo le roccaforti fiscali di Europa. Svizzera, Montecarlo e Lussemburgo pretendono dai clienti correntisti dichiarazioni di adeguatezza fiscale. Così non ci sarebbero molte alternative.
Dal canto suo il legislatore italiano di peggio non poteva fare. I professionisti interpellati nel sondaggio di queste pagine, condotto da ItaliaOggi e che Milano Finanza riprende, non hanno dubbi: costi troppo elevati e procedure troppo complesse. Tanto che ancora si spera in un intervento in extremis per mettere la classica pezza con dei correttivi normativi.
I soggetti interessati, o meglio costretti al rimpatrio dei capitali, sono prevalentemente persone fisiche che hanno tesoretti all’estero costruiti nel tempo, magari frutto di eredità, o comunque quelli che avranno un rapporto costo rientro/valore del patrimonio non quasi azzerato. Inoltre forzati alla voluntary disclosure saranno quelli che sentono il fiato dei reati di evasione sul collo: l’appeal delle coperture penali mixato all’atteggiamento delle banche estere potrebbe portarli a riportare i capitali lecitamente stavolta in Italia.
Per le casse dello Stato l’occasione è ghiotta, la ricchezza detenuta all’estero è stimata in 200 miliardi di euro.
Secondo i più ottimisti il gettito per l’erario dai rimpatri potrebbe arrivare a quota 10 miliardi se si mettesse mano alle correzioni normative per dare un maggiore appeal, altrimenti ci si potrebbe accontentare di un risultato tra i 3 e i 5 miliardi di euro. Ma, una volta rientrati, quei patrimoni potranno essere utilizzati e impiegati in Italia e innescare un circolo economico positivo. (riproduzione riservata)