di Andrea Di Biase

La svolta era nell’aria da mesi, almeno dallo scorso giugno, quando l’amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel ha presentato il piano strategico 2014-2016, focalizzato, almeno per quanto riguarda il corporate & investment banking, sul rafforzamento della presenza internazionale dell’istituto.

Allora però, nonostante già circolassero indiscrezioni su un possibile ingresso nella banca d’affari di un top manager dal profilo internazionale cui affidare la responsabilità dell’investment banking, non vennero fatti annunci sulla futura struttura di vertice della banca d’affari. L’annuncio è invece arrivato ieri, a pochi mesi di distanza dalla presentazione del business plan e nel pieno dei colloqui tra i grandi soci della banca sulla riforma del patto di sindacato e della futura governance dell’istituto, che il prossimo autunno dovrà rinnovare il cda.

Stefano Marsaglia, che dopo una lunga esperienza in Rothschild, fino a pochi giorni fa ricopriva la carica di presidente del global financial institutions group (Fig) in Barclays, è stato nominato executive chairman per il corporate & investment banking di Mediobanca.

 

Il manager, che in trent’anni di carriera è stato advisor in molte delle più grandi operazioni di fusione e acquisizione realizzate in Europa, specie nel settore finanziario, tra cui la fusione tra Unicredit e Capitalia e la discussa acquisizione di Antonveneta da parte di Mps, sarà basato a Londra, dove può vantare relazioni di primissimo piano nella comunità finanziaria ma anche nell’establishment britannico, e risponderà direttamente a Nagel, che lo affiancherà come co-head del corporate & investment banking. La nomina di Marsaglia rappresenta una scelta controcorrente per Piazzetta Cuccia, abituata nel tempo alla cooptazione interna della propria classe dirigente. Non è pertanto escluso che l’arrivo di un top manager dall’esterno con deleghe importanti e riporto diretto all’amministratore delegato possa in qualche misura scontentare gli altri componenti del management team, come Massimo Di Carlo (vicedirettore generale con delega sul lending) e Maurizio Cereda (vicedirettore generale con competenza sull’advisory), che, pur avendo condiviso con Nagel il difficile periodo seguito all’uscita di Vincenzo Maranghi da Mediobanca e pur sedendo nel cda e nel comitato esecutivo, avranno ora come riferimento Marsaglia.

Un discorso che non dovrebbe valere invece per Saverio Vinci, che resterà direttore generale con competenze sulla macchina organizzativa e sulle infrastrutture tecnologiche del gruppo. Al momento, tuttavia, da Piazzetta Cuccia non arrivano particolari segnali di turbolenza. Anzi, l’innesto di Marsaglia, finalizzato a espandere la base di clientela internazionale, specie nel settore delle istituzioni finanziarie, viene visto come un’opportunità di crescita per tutta la banca e per lo stesso management. (riproduzione riservata)