La svolta era nell’aria da mesi, almeno dallo scorso giugno, quando l’amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel ha presentato il piano strategico 2014-2016, focalizzato, almeno per quanto riguarda il corporate & investment banking, sul rafforzamento della presenza internazionale dell’istituto.
Stefano Marsaglia, che dopo una lunga esperienza in Rothschild, fino a pochi giorni fa ricopriva la carica di presidente del global financial institutions group (Fig) in Barclays, è stato nominato executive chairman per il corporate & investment banking di Mediobanca.
Il manager, che in trent’anni di carriera è stato advisor in molte delle più grandi operazioni di fusione e acquisizione realizzate in Europa, specie nel settore finanziario, tra cui la fusione tra Unicredit e Capitalia e la discussa acquisizione di Antonveneta da parte di Mps, sarà basato a Londra, dove può vantare relazioni di primissimo piano nella comunità finanziaria ma anche nell’establishment britannico, e risponderà direttamente a Nagel, che lo affiancherà come co-head del corporate & investment banking. La nomina di Marsaglia rappresenta una scelta controcorrente per Piazzetta Cuccia, abituata nel tempo alla cooptazione interna della propria classe dirigente. Non è pertanto escluso che l’arrivo di un top manager dall’esterno con deleghe importanti e riporto diretto all’amministratore delegato possa in qualche misura scontentare gli altri componenti del management team, come Massimo Di Carlo (vicedirettore generale con delega sul lending) e Maurizio Cereda (vicedirettore generale con competenza sull’advisory), che, pur avendo condiviso con Nagel il difficile periodo seguito all’uscita di Vincenzo Maranghi da Mediobanca e pur sedendo nel cda e nel comitato esecutivo, avranno ora come riferimento Marsaglia.
Un discorso che non dovrebbe valere invece per Saverio Vinci, che resterà direttore generale con competenze sulla macchina organizzativa e sulle infrastrutture tecnologiche del gruppo. Al momento, tuttavia, da Piazzetta Cuccia non arrivano particolari segnali di turbolenza. Anzi, l’innesto di Marsaglia, finalizzato a espandere la base di clientela internazionale, specie nel settore delle istituzioni finanziarie, viene visto come un’opportunità di crescita per tutta la banca e per lo stesso management. (riproduzione riservata)