di Anna Messia
Non c’è volontà persecutoria ma è stato solo un intervento conseguente alla pubblicazione di nuove regole condivise e a lungo discusse con il mercato. Dopo la pioggia di polemiche dei giorni scorsi, l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha spiegato le motivazioni che l’hanno spinta a mettere in credit watch negativoGenerali per una possibile revisione al ribasso.
L’unica ragione sta nel criterio Rating above the sovereign, che viene applicato a livello mondiale a tutte le società che hanno un rating potenzialmente superiore a un Paese verso il quale hanno un’esposizione rilevante per simulare l’impatto di un ipotetico default di quel mercato. E Generali è finita nel mirino perché ha un voto A- rispetto alla tripla B dell’Italia. «Una valutazione che è stata indipendente dal rating che viene attribuito al Paese sovrano», hanno spiegato ancora dalla società, aggiungendo che il timing dell’intervento è «del tutto estraneo a qualsiasi evento che possa incidere su un particolare Paese sovrano o non sovrano a cui attribuiamo il rating».
La mossa è arrivata dopo la pubblicazione «dei nuovi criteri per il settore corporate e avviene alla fine di un lungo periodo di lavoro di oltre sette mesi incluso quello di consultazione con il mercato», hanno scritto ancora da S&P.
Il fatto è che, secondo l’agenzia di rating, l’esposizione del Leone sull’Italia è maggiore rispetto ad altre compagnie del comparto il cui rating non è stato messo in discussione. Ad allertare S&P è stato in particolare il fatto che nel caso di svalutazioni medie del 50% sui titoli di Stato italiani nel portafoglio Generali, pari a 55 miliardi, il capitale regolamentare della compagnia verrebbe totalmente assorbito. Mentre nel caso di Allianz l’esposizione ai titoli di Stato italiani è di 28 miliardi su un capitale di 45 miliardi. Valutazioni ancora preliminari e parziali però perché, come ha chiarito la stessa S&P, l’esposizione verso un Paese viene calcolata guardando non solo ai titoli di Stato, ma anche a banche, corporate, immobiliare, azioni e fondi in portafoglio, e nei prossimi tre mesi sarà realizzato lo stress test completo, che terrà conto di tutti gli asset a disposizione di Generali. Solo allora S&P potrebbe effettivamente rivedere al ribasso il giudizio. Mesi che si preannunciano però forieri di nuove polemiche: «È un clamoroso errore, non guardano ai numeri. Abbiamo un’esposizione sull’Italia come quella sulla Germania», aveva detto il ceo di Generali, Mario Greco all’indomani della notizia. (riproduzione riservata)