Di Anna Messia
L’Ivass ha messo ancora una volta nel mirino le compagnie assicurative che collocano polizze di protezione del credito (Personal Protection Insurance), tra cui i prodotti legati ai mutui. Il richiamo dell’Authority guidata da Salvatore Rossi ha riguardato in particolare il rispetto dei doveri di correttezza, buona fede e trasparenza nei confronti degli assicurati.
Nella lettera al mercato l’autorità di controllo del settore assicurativo ha sottolineato che l’attività ispettiva dell’istituto ha messo in luce «prassi diffuse di collocamento delle coperture assicurative abbinate a mutui, prestiti e finanziamenti non accompagnate da valutazioni dell’adeguatezza del contratto offerto». Già in passato l’autorità di controllo aveva messo nel mirino le polizze legate ai mutui e ai finanziamenti, quando ancora a capo dell’Authority c’era Giancarlo Giannini. In quel caso a finire sotto processo erano stati soprattutto i costi: per un mutuo di 200 mila euro era stato chiesto addirittura un premio di 8.660 euro, di cui 4.330 erano provvigioni. Da allora, era il 2010, il mercato delle polizze legate ai mutui e ai finanziamenti è stato più volte regolamentato: è stato vietato per esempio alle banche (e alle finanziarie) di essere allo stesso tempo beneficiarie e intermediarie delle polizze assicurative. Poi, con il decreto liberalizzazioni del 2012, si è aggiunto anche l’obbligo di proporre ai clienti almeno due preventivi assicurativi di gruppi differenti. Ma evidentemente questi interventi non sono bastati per risolvere i problemi del mercato, come sottolineato anche dal segretario generale dell’Ivass Corrado Baldinelli in un intervento di fine ottobre, in cui venivano ancora segnalati costi elevati. Tanto che l’autorità ieri è dovuta tornare sul tema: chiunque assuma la veste di intermediario «contraente interessato» non può sottrarsi dall’applicare tutte le disposizioni in materia di esercizio dell’intermediazione assicurativa e i richiamati principi di correttezza, buona fede e trasparenza non possono mutare fisionomia e connotazione a seconda della formula contrattuale (individuale o collettiva) attraverso la quale il contratto stesso viene stipulato», ha sottolineato l’Ivass. La quale ha spronato le imprese a effettuare maggiori controlli sulle modalità di collocamento dei contratti e ha chiesto di «sensibilizzare gli intermediari ad effettuare le prescritte verifiche di adeguatezza dei contratti, di individuare più efficaci azioni di enforcement dei presidi sull’operato della rete di vendita affinché gli intermediari si attengano a condotte che, anche sul piano sostanziale, tengano conto dei su elencati principi». E bisognerà migliorare i presidi per evitare comportamenti non conformi alle disposizioni di tutela del consumatore. (riproduzione riservata)