Milano I l buon andamento dei mercati, combinato con la consapevolezza che non esistono più investimenti risk free, sta sostenendo il mercato del risparmio gestito italiano, che si avvia a chiudere il suo anno migliore nell’ultima decade. Partendo dal dato più recente, Assogestioni ha rilevato a ottobre una raccolta netta (considerando la differenza tra nuovi afflussi e riscatti) positiva per 3,62 miliardi di euro, con il patrimonio gestito che è salito a quota 1.321 miliardi. Il saldo mensile non è sensazionale, ma assume un’altra veste se si considera che arriva dopo altre performance positive nel recente passato, con una crescita da inizio anno di 60,1 miliardi, un livello mai toccato nell’ultimo decennio. Esaminando in profondità i dati di ottobre, spicca il dato delle gestioni di portafoglio, che hanno raccolto flussi per 2,1 miliardi di euro, da attribuire in particolare ai mandati istituzionali (+1,7 miliardi), mentre quelli retail si sono fermati a 410 milioni. Le gestioni collettive, trainate dal contributo dei fondi aperti, hanno portato a casa oltre 1,5 miliardi di euro. All’interno di questi ultimi, il momento è positivo per i prodotti flessibili verso i quali sono confluiti flussi pari a quasi 1,8 miliardi (categoria quest’ultima che ha raccolto di più da inizio anno, ossia 23,7 miliardi). Buono il trend anche per i fondi azionari (+980 milioni) e bilanciati (+542 milioni), a discapito di monetari (—912 milioni), hedge (—165 milioni) e, per il secondo mese
consecutivo, degli obbligazionari (—658 milioni). Il mondo dei bond rimane comunque quello più importante in Italia: a fine ottobre, i patrimoni risultano infatti ripartiti per il 49,3% in obbligazionari, per il 20,9% in azionari, per il 17,1% in flessibili, per il 5,8% in bilanciati e per il 4,9% in monetari. Sarà interessante verificare queste proporzioni tra qualche mese, considerato che il taglio dei tassi della Bce e il restringimento dello spread tra BTp e Bund decennale sta rendendo sempre meno competitivi gli investimenti su questo fronte. Dunque il settore può tirare una boccata d’ossigeno dopo la lunga sofferenza che ha investito i mercati durante il picco della crisi, causando una fuga generalizzata da parte degli investitori. La fase felice per il settore è determinata da diversi fattori: in primis dell’essere un business estremamente ciclico. Quando il momento per i mercati è buono, gli investitori infatti comprano, mentre quando il trend è negativo fanno il contrario, con il risultato spesso di ottenere performance ben al di sotto della media di mercato. Secondo l’Osservatorio sui risparmi delle famiglie, redatto da GfK Eurisko e Prometeia, inoltre, a spingere verso gli strumenti gestiti è in particolare la perdita di appeal da parte dei titoli di Stato. Una tendenza determinata anche dalla prospettiva del tapering che rende incerto il futuro delle obbligazioni e che sta contribuendo a introdurre nei portafogli una quota crescente di investimenti azionari. Secondo i risultati dell’ultimo Osservatorio Anima Gfk Eurisko sulle intenzioni finanziarie degli italiani, inoltre, i risparmiatori mostrano ormai una certa disaffezione anche verso l’altra forma di investimento storico per gli abitanti dello Stivale: il mattone. Tra gli intervistati, infatti, solo il 16% (rispetto al 25% nel maggio del 2012) punterebbe su una scelta immobiliare, mentre il 20% sceglierebbe di investire su un prodotto finanziario e il 5% opterebbe per tenere i soldi sul conto corrente. Cosa si aspettano gli italiani dall’investimento in prodotti finanziari? Stando all’indagine, soprattutto protezione per tutelare il capitale dal costo della vita (42% del campione), insieme al desiderio di un rendimento garantito (33%). Anche se il gap da colmare rispetto al resto d’Europa in materia di risparmio gestito resta ancora alto: secondo Assogestioni, infatti, la quota di prodotti assicurativi e fondi pensione detenuta dalle famiglie italiane nel secondo trimestre di quest’anno si attesta al 17,8%, ancora indietro rispetto al 34,5% della Francia e al 34,9% della Germania. (s.d.p.) Assogestioni ha rilevato a ottobre una raccolta netta positiva per 3,62 miliardi di euro, con il patrimonio gestito che è salito a quota 1.321 miliardi