Ennio Doris supera il miliardo di euro di attivo, segna un superutile, ma non lo incassa e mette fieno in cascina. Qualche giorno fa, infatti, l’assemblea di Fin. Prog. Italia, accomandita attraverso cui il patron di Mediolanum è socio di maggioranza relativa del gruppo bancassicurativo quotato unito da un patto di sindacato con la Fininvest dell’amico Silvio Berlusconi, ha rinviato a nuovo 33,5 milioni di euro e destinato a riserva altri 564.080 euro a valere sull’intero utile di 34,1 milioni segnato a fine dello scorso maggio, in netta controtendenza dai 35,8 milioni di perdita del precedente esercizio. Quel bilancio, peraltro, era stato influenzato negativamente da oltre 51 milioni di svalutazioni su titoli proprio della Mediaset di Berlusconi detenuti tramite la H-Invest.
Oltre al mancato effetto negativo da writeoff, la cassaforte di Doris ha beneficiato di 36,2 milioni di dividendi provenienti da Mediolanum: la partecipazione, pari a 194,2 milioni di titoli rappresentanti il 26,5% del capitale, è iscritta a bilancio per 883,1 milioni. La nota integrativa sottolinea con soddisfazione come questo pacchetto evidenziasse alla data di chiusura del bilancio “una plusvalenza potenziale superiore a 10 milioni”. Nel portafoglio della holding di Doris, il cui attivo è salito da 991 milioni a oltre un miliardo e che ha visto l’uscita dal perimetro del 50% di Mediolanum Assicurazioni ceduto alla stessa Mediolanum (con un’operazione che ha comportato una plusvalenza di 9,5 milioni), figurano anche altre imprese controllate fa cui H-Invest, H-Trasporti, H-Equity e la newco H-Immobiliare.
A determinare i 976,5 milioni di partecipazioni ci sono poi 55 milioni di imprese collegate, fra cui la grande tenuta agricola di Torviscosa (in carico per 13,6 milioni) e altre quote in aziende agricole per circa 13 milioni. Infine, a migliorare ulteriormente lo stato di salute della cassaforte di Doris, forte di un patrimonio netto di 830,3 milioni (costituito da riserve per 321,7 milioni e utili portati a nuovo per 466,7 milioni), c’è la riduzione anno su anno dei debiti verso banche diminuiti da 26,2 a poco più di 3 milioni.
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