di Anna Messia
Una bozza di riforma del settore assicurativo Rc Auto è pronta ed è stata discussa nel corso dell’ultimo consiglio dei ministri di martedì scorso, ottenendo un via libera di massima. Ma ha già sollevato un vespaio di polemiche non solo tra le compagnie di assicurazione, prime destinatarie del provvedimento, ma anche tra chi ha a lungo contribuito a preparare quel testo come Ranieri Razzante, chiamato come consulente tecnico dal sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico, Simona Vicari, incaricata dal ministro Flavio Zanonato di riprendere in mano tutti i temi di riforma Rc Auto lasciati aperti dal precedente governo di Mario Monti.
Tra i principali la scatola nera e la lotta alle frodi, che dovrebbero contribuire a far calare rapidamente le tariffe delle polizze Rc Auto italiane, tra le più alte d’Europa. Nella bozza uscita dal consiglio dei ministri sono stati però inseriti all’ultimo minuto due interventi che stravolgono il lavoro fatto in questi mesi al ministero dello Sviluppo Economico, dove sono stati chiamati a più riprese assicuratori, carrozzieri, autorità di controllo e consumatori per sedersi tutti insieme intorno a un tavolo e tentare di trovare una volta per tutte una soluzione all’annoso problema del caro tariffe. La novità più eclatante rispetto alla prima bozza preparata al Mise riguarda lo sconto, pari come minimo al 10%, che le compagnie di assicurazione sarebbero obbligate ad applicare al cliente che fosse disposto a installare sul proprio veicolo «una scatola nera o equivalente o ulteriori dispositivi individuati con decreto del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Mise» Installazione e disinstallazione che dovrebbe essere comunque a carico delle assicurazioni. «Una norma che rischia di essere una chiara violazione della libertà di iniziativa economica delle imprese tutelata dall’articolo 41 della Costituzione italiana», afferma Razzante, ricordando che nella bozza iniziale preparata con il suo contributo era stato previsto che le compagnie avrebbero dovuto applicare uno «sconto significativo», pari almeno ai costi di installazione della scatola nera o degli strumenti equivalenti. Un vincolo, quello del taglio del 10%, che rischia quindi di imbrigliare il mercato. Il documento prevede inoltre che in alternativa al risarcimento in denaro «per equivalente», dal primo gennaio prossimo le compagnie possano riparare direttamente il danno subito dall’assicurato tramite carrozzerie convenzionate, «fornendo idonea garanzia sulla riparazione effettuata, con validità non inferiore a due anni per tutte le parti non soggette a usura». Ma anche in questo caso sono costrette ad applicare uno sconto ben delineato al cliente che acconsente a questo trattamento: deve essere infatti riconosciuto una riduzione non inferiore all’8% del premio applicato dalla medesima impresa a livello nazionale. Sforbiciata che dovrà salire al 12% in aree territoriali, individuate dal Mise, dove i sinistri sono più frequenti. «Anche in questo caso si tratta di interventi dirigisti che cozzano con gli aspetti tecnici della gestione del bilancio di una compagnia di assicurazione», aggiunge Razzante.
Ieri intanto anche l’Ivass è intervenuta sul tema Rc Auto. Il consigliere dell’autorità di controllo delle assicurazioni, Riccardo Cesari, chiamato in audizione presso la commissione Finanze della Camera, ha reso noto che grazie all’attività antifrode svolta autonomamente l’anno scorso le imprese assicuratrici hanno potuto registrare sull’Rc Auto una riduzione della voce costo dei sinistri «dell’ordine di 166 milioni di euro» . (riproduzione riservata)