I team manageriali hanno difficoltà ad affrontare una serie di rischi nuovi ed emergenti che mettono seriamente a repentaglio le loro attività, secondo la nuova ricerca pubblicata da ACE Group.
La mancanza di attenzione da parte del Top Management, associata alla mancanza di risorse competenti e di strumenti e processi gestionali, sta mettendo in difficoltà la capacità delle aziende di gestire una serie di rischi nuovi ed emergenti, secondo un sondaggio effettuato su 650 società in Europa, Medio Oriente e Africa condotto per conto del Barometro rischi emergenti 2013 di ACE Group. Nel sondaggio, i leader aziendali identificano i rischi legati alla supply chain, ambiente, informatica e D&O1 come i quattro “grandi rischi” in grado di apportare con maggiore probabilità danni finanziari alle loro attività nei prossimi due anni.
Andrew Kendrick, Presidente, ACE European Group, ha dichiarato: “La nostra ricerca suggerisce che i rischi emergenti non sono ancora entrati a far parte delle discussioni più ampie sulla gestione dei rischi all’interno dei consigli di amministrazione. Il 57% degli intervistati parla della mancanza di attenzione come scoglio principale, che a sua volta porta al secondo e terzo problema: la mancanza di risorse umane e di strumenti e processi di gestione del rischio“.
Principali ostacoli nella gestione dei rischi emergenti
Secondo il sondaggio, almeno il 40% delle società considerano la dipendenza dalla catena di approvvigionamento (supply chain) e dalle infrastrutture, la responsabilità ambientale, il rischio informatico e la responsabilità D&O come i rischi emergenti che probabilmente registreranno il maggiore impatto finanziario sulla propria società nel corso dei prossimi due anni.
I rischi emergenti che, secondo le società, avranno l’impatto finanziario più significativo sugli affari nel corso dei prossimi due anni (% di intervistati):
il 45% delle aziende dichiara di prevedere che il rischio derivante dalla supply chain e dalle infrastrutture avrà un impatto finanziario significativo sulla propria società nei prossimi due anni. Le sofisticate supply chain transnazionali sono riuscite ad abbattere i costi di molte società, ma le aziende stanno pagando in termini di mancanza di visibilità delle aree di esposizione ai rischi. Ad aggravare questi problemi, molte aziende fanno affidamento su infrastrutture civili scricchiolanti, sulla sicurezza della fornitura di energia internazionale e su altri punti focali che le espongono a rischi finanziari gravi in caso di interruzione delle attività.
Il rischio ambientale si classifica secondo, con il 42% che lo valuta come uno dei rischi emergenti che ha maggiori probabilità di avere un impatto finanziario negativo sulle proprie aziende. In virtù di normative ambientali più severe e di preoccupazioni crescenti degli attori in gioco, le aziende vengono ritenute responsabili, come mai prima d’ora, del loro impatto ambientale. Il fatto che il rischio ambientale si classifichi complessivamente al secondo posto indica anche una maggiore consapevolezza che si tratti di un problema per tutti i settori, non solo per quelli tradizionalmente “inquinanti”. Quasi i tre quarti (73%) delle aziende dichiara che i propri stakeholder considera con sempre maggiore serietà il rischio ambientale.
Gli intervistati classificano il rischio informatico al terzo posto, con il 40% che lo considera come uno dei rischi emergenti con le maggiori probabilità di influire sugli affari. In anni recenti, il rischio informatico è diventato virtualmente impossibile da evitare, dal momento che le aziende sono sempre più dipendenti dall’Information Technology. Oltre un terzo delle aziende cita i virus (49%), l’hackeraggio (38%) e il furto di dati da parte di terzi (37%) come alcune tra le maggiori preoccupazioni. Tuttavia, la maggior arte delle aziende è altresì convinta che i furti maggiori abbiano cause interne anziché esterne. Il 63% delle società crede che i dipendenti e gli errori interni possano spesso rappresentare una minaccia maggiore di quella rappresentata dai crimini informatici.
Anche se non si tratta di un rischio nuovo, il rischio di responsabilità di dirigenti e funzionari (D&O) registra una costante evoluzione a fronte delle crisi finanziarie, delle modifiche normative e del crescente orientamento globale. Si classifica a pari merito al terzo posto, con il 40% delle aziende convinte che possa rappresentare una minaccia finanziaria significativa nei prossimi due anni. È significativo che, nel crescendo di controlli post-crisi, gli intervistati abbiano evidenziato gli errori di reportistica come loro preoccupazione principale, seguita dalle preoccupazioni in materia di esposizione a corruzione e frode.
Andrew Kendrick, Presidente, ACE European Group, ha dichiarato:
“Sappiamo che gli eventi del mondo reale non rispettano precise categorie e che molti dei rischi emergenti che affrontiamo sono interconnessi. Prestando maggiore attenzione a questa serie complessa e interconnessa di minacce e problemi emergenti, i Risk Managers possono aiutare le proprie organizzazioni a rendere sostenibili i loro piani strategici. E lavorando al loro fianco in modo collaborativo, oltre che assumendo un approccio strategico nella relazione con i broker possono contribuire nello sforzo di far rientrare queste minacce emergenti nell’approccio ai rischi a livello di impresa“.
Il Barometro rischi emergenti EMEA di ACE include informazioni dettagliate e statistiche su tutte queste categorie di rischio, informazioni su come i diversi settori considerano il rischio e ampi resoconti sulla gestione dei rischi emergenti. È possibile scaricarlo all’indirizzo: www.acegroup.com/emergingrisks