DI STEFANO SANSONETTI

Una tegola italiana si è abbattuta su Willis, uno dei principali gruppi internazionali del brokeraggio assicurativo, con quartier generale a Londra e domicilio a Dublino. Ma soprattutto con un portafoglio clienti che nel Belpaese, attraverso la controllata Willis Italia, coinvolge rilevanti pezzi della pubblica amministrazione. Massimo Mantegazza, uno dei responsabili tecnici di spicco del gruppo e fino a poco tempo fa a capo del settore enti pubblici, è stato condannato a un anno e due mesi per turbativa d’asta. La sentenza, depositata nei mesi scorsi dal tribunale di Torino, fa riferimento a una gara organizzata nel 2006 dal Cosman, il Consorzio obbligatorio istituito anni fa dalla regione Piemonte per lo smaltimento del bestiame morto a seguito del morbo della «mucca pazza ». La commessa venne assegnata a Willis, che risultò prevalere sulla cordata Gea srl-Marsh spa-A&A srl e sulla CB Brokers associati srl. La sentenza, contro la quale Mantegazza ha presentato appello, contiene passaggi piuttosto aspri. Per esempio quando vi si legge che «l’istruttoria dibattimentale ha accertato in modo incontrovertibile che il bando di gara per l’aggiudicazione del servizio di brokeraggio assicurativo era stato interamente e platealmente elaborato e suggerito al direttore del Cosman dai responsabili della Willis Italia spa», tra i quali «Massimo Mantegazza». Ancora, «il bando di gara riprodusse con assoluta e totale fedeltà il brogliaccio fatto pervenire al Cosman da Mantegazza», tramite un impiegato della Willis. «Addirittura la scelta delle date per l’espletamento della gara», emerge da un altro passaggio, «fu rimessa ai responsabili di Willis Italia». In definitiva, ha concluso il tribunale (al vaglio del quale sono anche passate diverse e-mail tra le parti in causa), «nella vicenda in esame venne permesso a chi aveva formulato le regole della gara di partecipare alla stessa, così violando il fondamentale principio della parità di trattamento tra i partecipanti, nel che si sostanzia all’evidenza la turbativa ». Da qui la condanna. Di sicuro è un brutto colpo per un gruppo che come Willis negli ultimi mesi è riuscito ad aggiudicarsi in Italia due pesanti commesse, una dall’Agenzia delle entrate e l’altra da Equitalia, gli avamposti del fisco nella lotta all’evasione guidati da Attilio Befera (vedi ItaliaOggi del 4 agosto e del 1° novembre 2012). Entrambe le commesse sono state affidate per servizi di brokeraggio assicurativo. E come avviene spesso in servizi di questo tipo Willis sarà pagato dalle imprese assicuratrici alle quali Entrate ed Equitalia decideranno di affidarsi. Nel frattempo sta circolando un documento, in possesso di ItaliaOggi, dal quale risulta che Mantegazza è inserito come responsabile area tecnica nel team che sta assistendo Equitalia. Dal gruppo Willis, interpellato su tutta la questione, fanno sapere che «per mero scrupolo, successivamente al pronunciamento, il sig. Mantegazza non ricopre più le funzioni di responsabile dell’Area tecnica enti pubblici». Si aggiunge che «l’azienda non può, allo stato, che confermare la massima fiducia nell’operato del proprio collaboratore che, si confida, verrà chiarito nelle successive fasi di giudizio». E si conclude che «il sig. Mantegazza non ricopre alcun ruolo relativo a Equitalia e Agenzia delle Entrate». Quest’ultimo passaggio viene condiviso anche da Equitalia, che chiarisce come il manager sia stato rimosso dal suo incarico in data 2 maggio 2012, cioè proprio in conseguenza della sentenza. © Riproduzione riservata