Luigi Palmieri
Milano I l contenimento e il taglio delle spese sono la parola d’ordine della politica economica in questi anni di crisi. Una politica che deve però inevitabilmente fare conto con un dato incontestabile, l’invecchiamento della popolazione. Questa situazione porterà così, nel 2025, ad una spesa aggiuntiva di 25 milioni di euro per fare fronte alla crescente domanda di servizi di una popolazione che invecchia. Il dato emerge da un rapporto di Accenture in cui è stato chiesto ad Oxford Economics di elaborare una proiezione al 2025 della spesa per la produzione di servizi pubblici (totale spesa pubblica al netto di interessi e sussidi) in dieci paesi: Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, India, Italia, Singapore, Regno Unito e Stati Uniti. E nel nostro paese è emerso questo pesante differenziale, che potrà essere recuperato ricorrendo alla fiscalità, tagliando i servizi oppure ripensando i modelli produttivi per accrescere efficienza e produttività nella pubblica amministrazione. L’Italia è il paese, assieme alla Germania, che ha la più alta percentuale di popolazione anziana. Attualmente gli over 65 sono il 20,4% dell’intera popolazione e l’incidenza è destinata a crescere fino a raggiungere il 24,2% entro il 2025. La spesa pensionistica italiana si muove poi ben al di sopra della media OCSE (14,1% del PIL contro 7% della media europea nel 2010) mentre lo Stato sostiene l’80% dei costi della sanità del paese. Nei confronti della pubblica amministrazione la soddisfazione degli italiani è molto bassa, attestandosi al 15%, decisamente inferiore alla media degli altri paesi, che arriva al 35% in un’altra indagine commissionata da Accenture a Ipsos Mori. La percentuale di chi non è soddisfatto dei servizi offerti arriva invece al 56% mentre solamente il 24% degli italiani ha la convinzione che nei prossimi cinque anni si assisterà ad un miglioramento dei servizi pubblici. L’attenzione in questo caso è volta più al risultato in se stesso che non ai modi per raggiungerlo, dal momento che solo l’8% degli intervistati (il 13% in Italia) ritiene una priorità mantenere i programmi di welfare nella loro forma attuale, ma una percentuale altissima chiede ai governi di centrare gli obiettivi di quei programmi. Gli italiani (67%) più degli altri ritengono prezioso il contributo che il terzo settore può dare nella produzione dei servizi pubblici e chiedono al governo di fare di più nel «comprendere le priorità dei cittadini e delle comunità» (54%) e «migliorare le competenze delle persone lavorano nella pubblica amministrazione» (49%). Un grande interesse nei confronti delle nuove tecnologie è evidenziato dal fatto che il 78% degli intervistati ritiene importante che il governo fornisca in futuro più servizi attraverso i canali digitali. Il 70% infine vorrebbe un punto d’accesso unico contro una media del 57% negli altri paesi. «La necessità di ventitré miliardi di euro di costi aggiuntivi per mantenere nel 2025 servizi pubblici che soddisfano solo il 15% dei cittadini indica al governo nazionale e a quelli locali l’urgenza di una riflessione su come si producono i servizi pubblici nel nostro paese — sottolinea Gianmario Pisanu, responsabile del business Health & Public Service di Accenture in Italia — e riteniamo che parte della soluzione consista nell’aumentare l’efficienza e la produttività del settore pubblico attraverso modelli di produzione dei servizi più evoluti, nuove modalità di coinvolgimento del terzo settore ed accresciuta intensità di capitale. Sono i cittadini e le imprese a chiedere ai governi di fornire servizi non solo in modo più efficiente, ma anche con maggiore efficacia. Sono sempre i cittadini a chiedere che la pubblica amministrazione operi con lo sguardo rivolto al risultato e non alla propria organizzazione. Una sfida italiana e globale che può essere vinta senza scaricare il costo sociale sulla comunità in termini di nuove tasse e tagli delle prestazioni». Tra le soluzioni individuate per risolvere la situazione ci sono il passaggio dell’amministrazione pubblica ad una sorta di imprenditoria pubblica e quello dall’efficienza occasionale ad una produttività considerata alla stregua di una vera e propria missione. Accenture ha chiesto ad Oxford Economics di elaborare una proiezione al 2025 di spesa per servizi pubblici