Il «Panorama Settori», nuova pubblicazione economica trimestrale di Coface, valuta i rischi settoriali nel mondo. L’economia mondiale è analizzata attraverso 14 settori di attività in tre grandi regioni: Asia emergente, Nord America e Unione Europea a 15. L’analisi si basa su tre indicatori originali – dinamismo del giro d’affari, solidità finanziaria e rischio credito – sviluppati dagli economisti di Coface e ricavati dall’esperienza di pagamento delle imprese, registrata e analizzata dagli arbitri di Coface.

A livello mondiale, il rischio credito varia sensibilmente secondo il settore di attività:

–          Restano stabili la farmaceutica, l’energia e i trasporti;

–          Sotto sorveglianza l’agroalimentare, l’auto e l’elettronica;

–          Costruzioni, metallurgia e distribuzione sono vulnerabili ed esposti ad un elevato rischio di credito.

 

Focus: la siderurgia cinese gode di prospettive favorevoli ma è vulnerabile a breve termine.

«La globalizzazione impone una visione settoriale che vada oltre la logica Paese e tenga conto delle strategie delle imprese della stessa filiera, dei vincoli di costo legati al trend delle materie prime, dei cambiamenti tecnologici a cui adeguarsi, dello spostamento della domanda verso i Paesi emergenti. Per un assicuratore del credito, nella crisi attuale, identificare e comprendere le tendenze settoriali significa conoscere meglio e prevenire i rischi. L’analisi di questa logica propriamente settoriale, da parte degli esperti di Coface, arricchisce la nostra valutazione delle imprese e più semplicemente la nostra capacità di garantire le transazioni», commenta Jean-Marc Pillu, CEO del gruppo Coface.

Oggi sono minacciati diversi settori di attività in esame, penalizzati dal rallentamento dell’economia mondiale e dall’evoluzione meno dinamica del commercio internazionale. L’esperienza di Coface mostra che il rischio credito medio risparmia pochi settori.

                – Settori «solidi»

La farmaceutica ha beneficiato di un aumento delle spese sanitarie. L’energia gode della propria capacità di generare cash flow. I trasporti, marittimi e aerei, sebbene meno solidi sotto il profilo finanziario, vantano un rischio credito moderato in virtù di una politica di rischi controllata.

                – Settori «sotto sorveglianza»

L’agroalimentare, l’auto e l’elettronica sono considerati rischiosi dagli esperti di Coface. Se l’industria agroalimentare e l’auto reagiscono in modo diverso secondo le aree geografiche, l’elettronica è vittima sia del rallentamento economico cinese che della recessione europea.

– Settori «vulnerabili»

Le prospettive sono particolarmente sfavorevoli per tre settori di attività: costruzioni, metallurgia e distribuzione. Gli incidenti di pagamento sono frequenti e testimoniano un rischio significativo, soprattutto nel Sud dell’Europa.

Le costruzioni sono per loro natura molto esposte alla congiuntura regionale. Se negli Stati Uniti possiamo aspettarci una lieve ripresa dell’attività, in Europa le difficoltà economiche continuano a colpire famiglie e istituzioni pubbliche, che limitano i propri investimenti senza una imminente ripresa all’orizzonte. In Cina sono state adottate misure per sgonfiare la bolla immobiliare. Il caso della distribuzione è diverso: mentre la sinistrosità evolve favorevolmente, il settore risente soprattutto dei vincoli che pesano sui consumi delle famiglie nei Paesi avanzati.

Il settore della siderurgia è emblematico dell’oscillazione della domanda e dell’offerta verso i Paesi emergenti. In dieci anni è stato osservato un trasferimento della produzione di acciaio dall’Europa verso l’Asia, che rappresenta oggi il 65% della produzione mondiale. Contemporaneamente, la domanda di acciaio si è spostata verso gli emergenti, mentre la domanda europea è nettamente calata. In effetti i principali sbocchi dell’acciaio sono l’auto per il 50% e le costruzioni per il 12%, due settori in difficoltà in Europa.

La Cina, ormai maggior produttore e consumatore di acciaio, ha visto la propria filiera siderurgica colpita dalla contrazione dell’attività del Paese e di quella dei suoi principali partner commerciali, traducendosi in tensioni finanziarie. In effetti la siderurgia cinese è caratterizza da eccesso di capacità favorito dalla presenza di migliaia di produttori, rendendo le imprese vulnerabili all’attuale rallentamento. La ristrutturazione del settore, guidata dalle autorità cinesi, cerca di indirizzarsi alla fascia alta del mercato per consolidare il ruolo predominante del Paese nell’acciaio mondiale. Secondo Coface, a breve termine questo processo di ristrutturazione potrebbe fare numerose vittime fra gli operatori non profittevoli, ma a più lungo termine consentirà un rafforzamento del tessuto delle imprese siderurgiche cinesi.