di Roberto Sommella
Il pareggio di bilancio va in soffitta per due poltrone in più. È l’incredibile esito delle votazioni di ieri in Parlamento, i cui due rami avrebbero dovuto approvare il disegno di legge che concretizza il nuovo articolo della Costituzione sul pareggio di bilancio, fortemente voluto dall’Unione Europea. La Camera ha dato luce verde al testo, che prevede anche la costituzione di una speciale authority sui conti pubblici, composta da tre membri nominati dai presidenti delle Camere. Una Troika tutta italiana sul rispetto del pareggio dei conti. Il Senato, che avrebbe dovuto ratificare il testo varato a Montecitorio, per ora si rifiuta di farlo, proprio quando mancano pochi giorni allo scioglimento del Parlamento. Non per motivi tecnici ma solo perché il Pd si è schierato contro la presunta lottizzazione dell’organo di controllo: di membri i democratici ne vogliono solo uno. Succede anche questo sotto il cielo della politica impazzita. Ora toccherà al governo provare a varare il testo anche a Camere sciolte. Sì della Camera al dl Sviluppo. Per fortuna la legge di Stabilità sta avendo una sorte diversa e al Senato viaggia verso l’approvazione finale, con qualche modifica, mentre Montecitorio ha approvato in terza lettura senza modifiche il decreto Sviluppo. Nella Stabilità saranno annullati automaticamente i debiti con il Fisco fino a 2.000 euro che risalgono a prima dell’anno 2000. Lo prevede un emendamento dei relatori al ddl presentato in commissione Bilancio al Senato. Dopo sei mesi dall’entrata in vigore della legge, secondo la proposta di modifica, «i crediti di importo fino a 2.000 euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, iscritti in ruoli resi esecutivi fino al 31 dicembre 1999, sono automaticamente annullati». Con un altro emendamento al ddl Stabilità presentato dai relatori, viene risolto anche il problema delle ricongiunzioni onerose per i lavoratori passati all’Inps dal pubblico impiego (o da un fondo sostitutivo ed esonerativo) prima del luglio 2010. Dopo questa data, la ricongiunzione gratuita è possibile se non si ha già una pensione e, in ogni caso, solo per il trattamento di vecchiaia. Le risorse saranno attinte dal Fondo per il finanziamento degli sgravi contributivi volti a incentivare la contrattazione di secondo livello: 32 milioni per il 2013, 43 milioni per il 2014, 51 per il 2015. Sempre a rischio il pareggio. Tornando al pareggio di bilancio, la Camera, che ieri ha dato il via libera definitivo al decreto Sviluppo, ha approvato il disegno di legge. Il provvedimento, come detto sopra, sarà trasmesso ora al Senato, ma non sarà approvato in chiusura di legislatura, salvo un’intesa politica tra le due Camere, cui si starebbe lavorando, intesa a salvarlo. In questo caso, l’Italia potrebbe restare sguarnita dello scudo anti-rigore del Fiscal compact. Si tratta di un provvedimento decisivo per le finanze pubbliche, considerato che il ddl dovrebbe permettere all’Italia di sforare il pareggio, evitando così gli effetti nefasti degli accordi europei sottoscritti dall’Italia, quando si è in presenza di un ciclo economico negativo. Il testo messo a punto dalla Camera sul pareggio di bilancio, che è ritenuto «fondamentale» dal ministro dell’Economia Vittorio Grilli, prevede la possibilità per l’Italia di riportare un disavanzo strutturale (cioè depurato degli effetti del ciclo economico) non superiore allo 0,5% del pil, oltre all’istituzione della troika che dovrebbe essere nominata dai presidenti delle Camere con il compito di controllare i conti pubblici, attuale pomo della discordia. Se non si riuscirà a sciogliere il nodo delle poltrone, il completamento della riforma dell’articolo 81 della Costituzione (dove è stato inserito il principio dell’equilibrio tra entrate e uscite) rimarrà quasi lettera morta. E Roma non avrà né ottemperato alla lettera della Bce con cui Francoforte chiedeva l’anticipo del pareggio di bilancio al 2013, né tantomeno rispettato il dettato della Costituzione. (riproduzione riservata)