di Teresa Campo
La crisi continua a infierire anche sul mattone: crolla l’erogazione dei mutui così come il numero di compravendite di abitazioni, in un circolo vizioso difficile da spezzare. Le case non si vendono perché le banche non prestano più soldi o queste ultime non erogano perché le famiglie, timorose sul futuro, non si azzardano a indebitarsi a lungo termine? Il risultato è che, secondo l’Osservatorio sul credito al dettaglio realizzato da Assofin, Crif e Prometeia, nei primi nove mesi del 2012 le erogazioni di mutui casa si sono praticamente dimezzate (-49,6%), mentre, come rileva l’Istat, le compravendite si sono assottigliate di quasi un terzo (-27%). Meno mutui quindi, ma anche di importo minore: 123 mila euro contro i 133 mila euro nel 2011 per l’acquisto dell’abitazione. Sostanzialmente invariata invece la durata, con il 41% dei contratti con scadenza superiore a 26 anni. Il clima di incertezza ha spinto le famiglie a scegliere soluzioni e formule che le tutelino contro eventuali futuri innalzamenti dei tassi: in particolare sono cresciuti i mutui a tasso misto e quelli a tasso fisso, arrivando a dividersi equamente la metà delle nuove erogazioni, mentre la restante metà (51% nei 9 mesi del 2012) viene ancora stipulata a tasso variabile, grazie anche ai minimi storici toccati dall’Euribor. Sempre modesto anche il loan-to-value ratio, ovvero il rapporto tra il valore del finanziamento e quello dell’immobile: a settembre solo l’8% dei mutui presentava un loan to value ratio superiore all’80%, mentre la media si attestava al 60%, ben lontana del 80-90% delle fasi boom del mercato. A soffrire di più sono stati però soprattutto i cosiddetti «altri mutui» (mutui per ristrutturazione, liquidità, consolidamento del debito, surroga e sostituzione), che fino all’anno scorso avevano sostenuto il mercato mentre nei nove mesi sono addirittura crollati (-74,8%). Il risultato è dovuto principalmente alla frenata delle surroghe, che oggi costituiscono solo il 7% del segmento contro il 45% del 2010, penalizzate dal crescente aumento degli spread applicati che le ha rese, di fatto, non più vantaggiose per le famiglie. Negative le previsioni: per i mutui nell’ultima parte del 2012 si attende un ulteriore rallentamento, mentre la (modesta) ripresa non sarà prima del 2013 e 2014, con un’espansione rispettivamente del +0,9% e del +1,6%. (riproduzione riservata)