“Nel comitato esecutivo non si è discussa alcuna ipotesi di ingresso di azionisti nel capitale della società”. Lo ha riferito un portavoce delle Generali, in merito alle indiscrezioni di stampa secondo cui durante il comitato esecutivo odierno della compagnia si sarebbe parlato anche della possibilità che il Fondo strategico della Cdp possa prendere la quota del 4,5% del Leone detenuto da Bankitalia.
Il comitato esecutivo si è riunito per le prime valutazioni sul budget del 2013, incluse le considerazioni iniziali sulla riorganizzazione in Italia e per effettuare un esame preliminare dell’andamento del 2012 del gruppo. All’attenzione del comitato anche le strategie nell’Europa dell’Est.
Il cda della compagnia si riunirà venerdì prossimo, il 14 dicembre. Per il 14 gennaio a Londra è invece prevista la presentazione alla comunità finanziaria della ‘strategic review’.
Da parte dei soci di rilievo della compagnia emerge preoccupazione per l’ipotesi di un ingresso della Cdp nel Leone.
Il gruppo De Agostini ha dichiarato, secondo quanto riporta il Sole 24 Ore: «Siamo preoccupati per il potenziale danno all’immagine di indipendenza delle Generali, soprattutto sui mercati internazionali che faticherebbero a comprendere una soluzione di questo tipo, leggendoci il rischio di un intervento della politica». Il portavoce della società ha poi aggiunto: «Una vendita sul mercato sarebbe certamente più apprezzata»
Venerdì sera anche il presidente delle Generali, Gabriele Galateri di Genola, è intervenuto sul tema: “Credo che sia molto importante mantenere un rapporto indipendente e la stabilità che la Banca d’Italia aveva dato”. E ha quindi aggiunto: “È molto positivo tutto quello che ci tiene lontani dalla politica e da cose che possono disturbare la gestione della società”.
Il ‘nodo’ della quota di Bankitalia nasce dal fatto che da gennaio l’Istituto avrà la supervisione delle compagnie assicurative attraverso l’Ivass, con un potenziale conflitto di interesse in quanto sarebbe socio di una compagnia sotto la sua vigilanza.
Secondo quanto riferisce ‘La Stampa’ sul tavolo di Via Nazionale ci sono varie soluzioni compresa quella del Fondo, che sarebbe stata ispirata dal principio della difesa dell’italianità’ delle Generali.
La levata di scudi che si profila tra i maggiori soci del Leone potrebbe indurre la Banca a optare per un’alternativa rispetto all’Fsi. Alle quotazioni attuali il 4,5% detenuto da Bankitalia ha un valore di circa 900 milioni di euro.