Angelo De Mattia
Oggi arriviamo al traguardo: si potrà avere un’indicazione generale sul modo in cui il consiglio superiore della Banca d’Italia avrà deciso di sistemare la quota del 4,5% di Generali per prevenire il potenziale conflitto di interessi derivante dalle competenze in materia di Vigilanza assicurativa. Molti si sono espressi sulla stampa su tale sistemazione, soprattutto quando si è parlato di un affidamento della gestione della partecipazione alla Cassa Depositi e Prestiti, pur nell’assenza, più che doverosa, anzi si può dire imposta dalla legge, di informazioni. Il governatore Ignazio Visco in una intervista a La Stampa ha assicurato che il trasferimento della quota non darà luogo a interferenze nella gestione della società e non altererà le prassi di mercato. La Banca probabilmente sorprenderà a fronte delle discussioni finora svolte. Se non si tratterà di un fondo cieco, allora il soggetto destinatario – per esempio, la Cdp o una sua partecipazione, come il Fondo Strategico Italiano – dovrà vedere rafforzata la sua terzietà e ciò non potrà che avvenire sulla base di una precisa indicazione di criteri e vincoli sulla gestione dettati da via Nazionale. Perché comunque si parte qui dal presupposto che di gestione si tratti e non di dismissione. In ogni caso, oggi anche questo tassello sarà collocato. (riproduzione riservata)