Per una gran fetta degli italiani il grado di competenza attribuito alle diverse strutture e alle figure mediche risulta essere più che soddisfacente.
Questo è la fotografia evidenziata dall’ultima ricerca svolta on line dall’Istituto Nextplora per l’Osservatorio Sanità istituito da UniSalute, la compagnia del gruppo Unipol specializzata in assistenza e assicurazione sanitaria.
Mentre sul fronte delle strutture sanitarie sono quelle pubbliche a raccogliere più preferenze (76%) rispetto a quelle private, su quello delle figure mediche è lo specialista privato a vedersi riconosciuta la maggiore competenza (82%). Lo stesso tipo di sentiment emerso quando gli italiani si erano espressi sul grado di fiducia accordato: in quel caso le strutture pubbliche avevano raccolto il 64% dei consensi così come gli specialisti privati si erano attestati all’80%
Tuttavia le strutture e le figure mediche che non raccolgono il maggiore gradimento non sfigurano: le cliniche private si attestano infatti al 65%, apprezzate da quasi due italiani su tre. Percentuali simili per gli specialisti della mutua (specialisti cioè che operano in strutture pubbliche), competenti per il 61% del campione
E i medici che operano nel pubblico? Più indietro nel complesso, ma con livelli di competenza riconosciuti comunque elevati, se è vero che i camici bianchi che operano nei grandi ospedali si attestano all’81% e i medici di base, meglio noti come “medici di famiglia”, al 71%.
Uno scenario positivo radicato nelle differenti zone d’Italia, con alcune significative peculiarità: è nel nord-est che il medico di base (77%) raccoglie i maggiori consensi. Il centro Italia invece premia lo specialista privato così come i medici dei grandi ospedali (entrambe le figure si attestano all’84%).
Passando invece alla valutazione delle strutture sanitarie, le regioni del centro e del nord-est apprezzano particolarmente la competenza dei grandi ospedali (rispettivamente all’80% e 79%) mentre i cittadini del sud sono quelli che attribuiscono il più alto grado di competenza alle strutture alle cliniche private (68%).