di Mauro Dognini*
La direttiva Ucits IV ha detto addio al vecchio prospetto informativo semplificato che accompagnava i fondi e le società di gestione devono ora sostituirlo con un documento semplice, di una sola pagina, chiamato Key Investor Information (KII), contenente i dati rilevanti per gli investitori che stanno per sottoscrivere un fondo comune. I fondi Ucits esistenti saranno soggetti al nuovo regime al più tardi da luglio 2012, ma c’è già chi è più avanti: i gestori tedeschi, ad esempio, stanno utilizzando il nuovo documento da luglio 2011. Il KII è considerato una componente chiave della riforma Ucits IV e richiede un approccio strutturato nella descrizione delle politiche di investimento e di gestione del rischio.Tra le società di gestione del risparmio il confronto è già aperto.
Le prime indicazioni ci dicono che il passaggio dal vecchio prospetto semplificato previsto dalla direttiva Ucits III al nuovo KII sta vivendo una difficile transizione. Alcuni osservatori ritengono che allo stato attuale molti asset manager non siano ancora in grado di soddisfare i requisiti richiesti dalla normativa. Uno dei nodi critici della riforma è il linguaggio.
Quello utilizzato non è così semplice come necessario e sembra inoltre che alcuni operatori si stiano limitando a fare un copia e incolla delle informazioni contenute nel prospetto informativo del fondo. Altri sostengono che le società di gestione stiano scontando un grave ritardo nella preparazione dei documenti KII perché non riescono a capire come inserire importanti informazioni per gli investitori in un documento così sintetico. Se, come sembra, queste osservazioni sono corrette, è chiaro come l’introduzione del KII rappresenti una sfida aperta per gli operatori di mercato che devono necessariamente rivedere il loro modo di gestire e trasferire le informazioni sui prodotti.Il Key Investor Information, secondo la direttiva Ucits IV, deve essere scritto in «modo coinciso» e in un «linguaggio non tecnico». Deve essere inoltre redatto in un formato comune che consenta la comparazione con altri prospetti, presentato in modo che possa essere di facile comprensione per gli investitori finali e contenere tutte le informazioni necessarie affinché gli investitori possano prendere decisioni con cognizione di causa.
Tutti questi elementi dovrebbero essere comprensibili per l’investitore «senza dover fare riferimento ad altri documenti». Una questione che può apparire banale, ma che in realtà è di enorme importanza: il modo in cui viene redatto il KII è fondamentale per soddisfare i requisiti Ucits IV. La normativa è piuttosto chiara: un linguaggio troppo tecnico o troppo prolisso non è compatibile con la direttiva. Il linguaggio da utilizzare per sintetizzare la strategia di investimento proposta deve essere chiaro e comprensibile. Gli asset manager che si limitano semplicemente a riprendere il testo utilizzato nei prospetti antecedenti la Ucits IV potranno trovarsi di fronte a una questione di incompatibilità.
A parte il mancato rispetto degli obblighi di legge, le società di gestione corrono il rischio di danneggiare la propria reputazione tra i potenziali investitori. Inoltre, molti distributori adottano strategie multi-prodotto e le società di gestione che descriveranno più chiaramente gli obiettivi e le strategie di investimento beneficeranno di un vantaggio competitivo rispetto a quelli che «nasconderanno» le loro intenzioni dietro un linguaggio incomprensibile. Attenzione infine perché eventuali discrepanze tra il KII e il prospetto completo potrebbero creare confusione per gli investitori e problemi per le società di gestione. Ogni KII dovrà essere aggiornato al 31 dicembre, una data ormai vicina che non lascia molto tempo. Una questione destinata a diventare uno dei fattori distintivi dell’industria e che avrà sempre più peso nell’indirizzare le scelte degli investitori. Non credo che gli asset manager possano permettersi di affrontare la questione con leggerezza.
*direttore generale RBC Dexia Italia