Grandi Temi
Il convegno promosso dalla Fondazione Severo Galbusera
Autore: Gigi Giudice
ASSINEWS 226: dicembre 2011
Nella nostra Bella Italia dei Capuleti e dei Montecchi, delle risse per motivi banali, dei partiti presi, dei litigi da cortile, dei don Lollò pirandelliani, è deflagrata la bomba atomica della mediazione. Introdotta per obbligo di legge, con effetti ancora imprecisati ma che hanno sollevato polveroni indicibili, fra le fila degli avvocati soprattutto. Ma anche fra gli assicuratori.
Con una fioritura mirabolante di dibattiti – soprattutto prima, ma anche dopo che la mediazione diventasse legge operante – sulle possibili conseguenze di tale provvedimento legislativo, delle cui implicazioni sulla realtà italiana nessuna delle parti in causa pare soddisfatto.
Il convegno promosso il 4 novembre a Verona, nell’Auditorium “Bisoffi” della Società Cattolica di Assicurazione, per iniziativa della Fondazione Severo Galbusera (che agisce come centro studi internazionale sull’intermediazione assicurativa) ha avuto il vantaggio di porre sotto osservatorio la mediazione dopo che è entrata in vigore, quindi con una certa visione che gli appassionati di teatro definirebbero brechtianamente distaccata. Dunque lucida, rispetto alla pletora convegnistica che ha sollevato dubbi e insinuato scetticismi circa la valenza e l’impatto concreto della mediazione e della conciliazione sulla vita degli italiani.
La lentezza del processo civile risulta fra le negatività che incidono sulla vita degli italiani. Per deflazionare il sistema giudiziario dall’enorme mole di arretrati e dare rapida definizione a gran parte delle controversie civili, è stato introdotto l’istituto della mediazione civile e commerciale.
Il D.Lgs. 28/2010, ha attuato la riforma del processo civile, promuovendo la cultura del ricorso a soluzioni alternative. Andando a incidere su materie giuridiche di competenza sia dei Giudici di Pace che dei Tribunali, attribuendole in primis ad organismi conciliativi. L’obiettivo: individuare – oltre che sulla base della legge, soprattutto del buon senso – soluzioni idonee a rispondere prontamente alla continua domanda di giustizia civile.
La mediazione è lo strumento per arrivare alla conciliazione attraverso l’attività svolta da un soggetto terzo imparziale e indirizzata alla ricerca di un accordo amichevole per la composizione di una controversia o di una proposta per la sua risoluzione.
Dopo l’indirizzo di saluto di Marco Cardinaletti, direttore generale della Società Cattolica di Assicurazione e la prolusione del presidente della Fondazione, Paolo Capogrossi, è intervenuto Roberto Conforti, vicepresidente dell’Unione Europea Assicuratori, per confermare la vicinanza alla Fondazione intitolata a colui che di UEA fu anche socio, nel segno di una comune vocazione a rischiarare di qualche luce l’umbratile pianeta assicurativo.
Quindi Daniele de Strobel, direttore del Comitato Scientifico della Fondazione Galbusera oltre che riconosciuto decano degli studi giurisprudenzialassicurativi, ha – per estrema sintesi – esposto una serie di sue riflessioni circa la mediazione e i conseguenti riflessi sulle garanzie assicurative della responsabilità civile. Facendo seguire un’analisi sulla ratio legis e sul Libro Verde della Commissione della Comunità Europea; passando quindi a un excursus su mediazione e transazione, e varie forme arbitrarie. Insieme a considerazioni sulla mediazione in Italia e sulle prime elaborazioni della dottrina. In costante connessione con le problematiche assicurative.
Una piattaforma di avvio su cui si sono avvicendati – coordinati dalla sagacia e dalle agudezas di Giulio Ponzanelli, Ordinario di Istituzioni di Diritto Privato all’Università del Sacro Cuore di Milano – un cospicuo panel di relatori.
Massimo Franzoni, ordinario di diritto civile dell’Università degli Studi di Bologna, ha sottolineato come sia sempre meglio una cattiva transazione piuttosto che una sentenza non buona. In un processo si stabilisce chi ha torto e chi ha ragione e le parti non sono chiamate certo a collaborare. Sta di fatto che una sentenza sbagliata ha un costo sociale superiore a una transazione malconclusa. Transazione che determina il superamento della lite ed è comunque socialmente un risultato utile e verificabile.
Ilaria Pagni, ordinario di diritto processuale civile dell’Università di Firenze, ha sollevato il problema, oltre che dei costi e della possibile assenza dell’assicuratore, della capacità e della preparazione di chi esercita la mediazione. Si è avuto infatti un caso di una controversia risarcitoria in cui si è evitato di ricorrere al mediatore in quanto ritenuto “impreparato”.
Laura Ristori, avvocato in Firenze, autrice di testi in cui la mediazione è definita “giustizia alta” (e non “minore”) e attiva come mediatore prima che diventasse obbligatoria, ha sottolineato come il procedimento di mediazione sostituisca il confronto allo scontro e per arrivare, in tempi brevi, a una soluzione purchessia.
Giacomo Travaglino, magistrato di Cassazione, citata una frase di un maestro del diritto come Piero Calamandrei dal saggio “Il processo come gioco”, per dire come i tentativi di introdurre la mediazione in Italia siano stati fallimentari per molto tempo, si è diffuso sui motivi per cui invece può dare benefici.
Il mediatore deve essere preparato e predisposto a comprendere a approfondire e a conoscere i soggetti in controversia, mettendo gli avvocati fuori dalla porta. Per tentare di stabilire un dialogo fra le parti, attraverso un rapporto umano spesso non facile da costruire.
È comunque cattivo segno che si sia arrivati all’obbligo della mediazione. Obbligo di cui non si avvertirebbe la necessità in un contesto sociale maturo sul piano del vivere civile.
Pietro Negri, responsabile legale societario e concorrenza della direzione affari giuridici dell’ANIA; ha esposto i dati in crescita relativi al ricorso alla mediazione che si concludono con successo nel 60% dei casi.
Allo stato attuale risultano attivi 612 organismi di mediazione registrati presso l’apposito registro ministeriale. Le linee-guida da seguire indicate dall’apposito gruppo di lavoro dell’ANIA sono improntate alla richiesta di assoluta trasparenza. In modo che si possa valutare la competenza e la eventuale specializzazione dei mediatori accreditati. Particolare attenzione l’ANIA ha riservato nello stilare un vademecum relativo alle modalità da seguire quando il motivo del contendere è un sinistro rc auto o un danno concernente la rc medica.
Con grande attenzione devono essere esposte e analizzate le clausole contrattuali, nel rispetto delle raccomandazioni dell’Unione Europea.
Marina Binda, avvocato, rappresentante dell’Istituto di Vigilanza sul settore assicurativo, ha accennato – per quanto riguarda le cause civili in atto in Italia – alla assoluta preponderanza delle cause in materia di rc auto. Il problema è che, nel 2010, sono aumentate del 17 per cento, a quota 7.641.
La mediazione può contribuire a ridurre ragionevolmente il fenomeno.
Luigi Mastroroberto, medico legale e vicepresidente dell’Associazione “Melchiorre Gioia”, si augura che il ricorso alla mediazione risolva in positivo i molti problemi legati alla responsabilità civile medica e dunque alla cosiddetta “malasanità”.
Nella rc medica è comportamento censurabile del medico che produce le conseguenze dannose.
Le denunce dei pazienti vittime di errori sono aumentate in termini esponenziali. C’è da chiedersi come una situazione tanto grave si determini nell’ambito del servizio sanitario nazionale italiano, valutato fra i migliori del mondo.
E le denunce sono più numerose nelle regioni più avanzate. Si deduce che gioca in questo la percezione dei cittadini circa il diritto alla salute, unite alle crescenti aspettative sui risultati del progresso medico-scientifico.
Analizzando le statistiche della chiamata in causa della responsabilità civile del medico, si nota che per il 25 per cento dei casi la effettiva responsabilità viene accertata, mentre per un altro 20 per cento la colpa è dubbia. Per il resto, dunque per la maggioranza dei casi, non si riesce a stabilire una colpa.
Una mediazione preparata e consapevole può dare buoni risultati, come risulta da una nutrita casistica.
Mentre gli atti del Convegno veronese saranno pubblicati a cura della Fondazione Severo Galbusera nella primavera del 2012, chi voglia visionare fin d’ora le riprese che la struttura televisiva di Assinform ha realizzato nel corso dello stesso convegno può collegarsi via Internet con il sito www.assinews.it.