A cura di Gigi Giudice
Il bel nucleo di giovani assicuratori, riuniti intorno a UGARI (l’acronimo di Unione dei Giovani Assicuratori e Riassicuratori Italiani), continuano decisi nel loro percorso di iniziative, di realizzazioni concrete.
L’aspirazione dichiarata è farsi promotori di valori e di “talenti” avendo come riferimento etica professionale, innovazione e dinamismo. Cambiare è opportuno e produttivo, anche se non pare facile impresa in un pianeta assicurativo ingessato. Per questo UGARI fa fatica a aprirsi la strada e avere risonanza.
Segnalo, per esempio, il fatto risaputo che alcune compagnie e società di brokeraggio non hanno concesso ai loro “giovani” il permesso di partecipare ai vari eventi in quanto svolgentisi “in orario di lavoro” .
L’ho già scritto in precedenti occasioni, ma UGARI invita a scoprire come assicurare al settore, alla professione, un futuro davvero in positivo, illuminato da una frase “Ci si mette molto tempo per diventare giovani”, dovuta nientemeno che a un Pablo Picasso più che ottantenne.
A UGARI, che oggi conta su circa 200 adesioni (e spera di veder crescere in maniera consistente tale numero), si associano le diverse componenti: uomini di compagnia, intermediari, ovvero broker e agenti, oltre agli altri diversi “specialisti” del settore. Un mix davvero unico, considerati i compartimenti stagni che allignano nel beneamato settore. E ci sono da considerare anche – qui viene chiamata in causa la benedetta “esperienza” – i soci “sostenitori, quelli che hanno superato l’età. E che vogliono contribuire a far crescere la leva giovanile,
Quello di mettere insieme culture di compagnia, di società di intermediazione, di perizie e di agenzia (e altro), per discutere e confrontarsi sulle molte sfaccettature del cosiddetto “mercato” è un altro aspetto da sottolineare.
Tutto questo (l’avrete capito) per rivolgere un esplicito invito di associarsi a UGARI. Basta, volendo avere tutte le informazioni del caso, che clicchiate sul sito www.ugari.org
Dopo l’opportuno preambolo, vengo ora alla giornata milanese del 22 novembre.
Che va a inserirsi nel percorso degli incontri ( “Speech & Light Lunch”, per essere sintonizzati con la chiave internazionale, ovvero – italianizzando – “Discorso cui segue una colazione “leggera”) con le “eccellenze”, con i protagonisti del mondo assicurativo.
E’ stato il quarto incontro della serie, nell’arco di poco più di un anno. Dopo Sergio Balbinot, amministratore delegato delle Generali (e presidente del CEA-Comité Européen des Assurances). Lord Levene, presidente dei Lloyd’s e Fabio Cerchiai, presidente dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici italiane.
Un centinaio di soci, riuniti nel salone della Blend Tower di Milano, ha ascoltato le parole di Giovanni Battista Mazzucchelli, amministratore delegato del gruppo Cattolica Assicurazioni.
Quale portatore del mood più diretto e aggiornato circa la crisi strutturale, senza precedenti, che coinvolge anche il sistema assicurativo, brevi e dovute sono state le note circa le prospettive del settore.
Ma Mazzucchelli è entrato immediatamente nel tema per cui era stato chiamato da UGARI. Ovvero a argomentare sulle iniziative del Gruppo Cattolica nell’ambito della valorizzazione dei “talenti”. Ovviamente, soprattutto, giovani.
Un tema che ha portato Mazzucchelli a evocare le sue lontane esperienze come responsabile delle risorse umane nel settore del largo consumo. Prima di approdare, alla fine degli anni Ottanta, nel settore assicurativo, in posizione di vertice, coordinando progetti di integrazione e sviluppo quali la fusione fra le compagnie Latina Ausonia e Renana e tra il Gruppo Latina e La Previdente.
Si sa quanto conti, in processi del genere, la capacità di rispettare le identità culturali delle diverse entità. Perché ne escano risultati positivi occorre addentarsi nella ricerca della qualità delle risorse umane presenti. Avendo cura di valorizzarle rispettando le conoscenze specifiche, soprattutto il background tecnico. Mettendo nelle condizioni il personale che ha acquisito e detiene la quota più alta di tale bagaglio di trasferirlo a elementi più giovani.
Che assimilino, a loro volta, tale sapere, essenziale, vitale per le sorti positive e l’affermazione di qualsiasi compagnia.
Mazzucchelli ha affermato che a quelle esperienze, risolte in positivo, si è sempre riferito negli sviluppi successivi della sua carriera. Al gruppo Winterthur, al gruppo Fonsai e infine alla carica di direttore generale e quindi di amministratore delegato del gruppo Cattolica.
Dove, nell’arco di quattro anni, si è effettuato il ricambio di gran parte del management, nel contempo puntando allo sviluppo e alla valorizzazione delle risorse umane interne. Con attenzione al recupero del “sapere tecnico”, patrimonio di quadri aziendali magari avanti con l’età. Recupero attuato affiancando agli uomini di esperienza, le “vecchie glorie” un bel gruppo di giovani selezionati attraverso adeguati corsi di formazione.
Anche negli attuali tempi di crisi il gruppo Cattolica riesce a perseguire – nell’ambito delle risorse umane – una politica premiante. Proponendo percorsi di carriera e corsi di preparazione e formazione fondati, in primis, sulla cultura della vendita. In particolare nel campo della consulenza previdenziale. In modo da garantire comunque ai giovani una corretta crescita professionale e l’acquisizione di un background che garantisca loro un futuro.
Su questo percorso collaudato si inserisce la prima edizione del “Corso Talenti 2011”, destinato a un gruppo formato da quaranta “under 30”, già con esperienza nel settore e selezionati, in tutta Italia, in quaranta agenzie che ricevono il mandato dal gruppo Cattolica.
Il corso, iniziato a maggio, articolato su dieci giornate riservate ad approfondire la tecnica assicurativa di base, si è svolto in sede. Seguito da azioni formative “di affiancamento sul campo”, fino a metà luglio.
Per consentire ai giovani talenti una proficua “immersione” nella realtà aziendale di Cattolica, i relatori sono stati selezionati fra i migliori tecnici della compagnia.
A settembre è stato erogato il terzo e ultimo modulo, attraverso il web.
Le materie trattate: tecnica del ramo auto, gestione e assunzione dei rami preferiti, inquadramento dei rischi speciali (mondo agricolo, tecnologico, trasporti e cauzioni), area vita e previdenza, per arrivare a trattare gli elementi essenziali di come si regola il rapporto fra direzione e agenzia.
Un “piano di acculturamento” fondamentale per l’intermediario che dovrà saper conoscere e affrontare al meglio le sfide imposte alla professione rispetto a quanto si è fatto fino a oggi.
Al termine del percorso di formazione a distanza (curato in collaborazione con Assinform), i “giovani talenti” sono preparati a sostenere la prova di idoneità per l’abilitazione alla professione di intermediario.
Mazzucchelli ha confermato come una Compagnia che voglia davvero essere eccellente non può fare a meno di tener conto del “capitale umano”, delle capacità individuali, delle competenze. Che rappresentano il fattore strategico di successo dell’impresa.
Vale la pena ricordare che Max Weber individuò nel “successo di sé” lo spirito che anima il capitalismo.
Ricco di spunti il dibattito che è seguito, incentrato sul tema naturalmente delle difficoltà dei giovani, più o meno talentosi, di trovare spazio in un settore come quello assicurativo. Condizionato da antichi pregiudizi.
Anche se è ormai acclarata la necessità di valorizzare la carica dei giovani, che pure non hanno assolutamente le velleità di mettere da parte, “pensionare” chi ha raggiunto certe soglie di età. Anzi.
Tanto è vero che – come ha dichiarato nel dibattito finale un vivacissimo socio UGARI trentenne – tra le esigenze primarie di chi opera in un settore difficile e aspro come quello assicurativo, avendo alle spalle non molti anni di esperienza, c’è il potersi riferire alle conoscenze e al bagaglio conoscitivo di chi invece ha avuto modo di affinarsi con la lunga pratica quotidiana.
Domanda finale: in assicurazione “talenti” si nasce o si diventa?