La prestazione tipica delle forme previdenziali complementari è una «pensione», ossia una rendita versata dal fondo pensione all’iscritto periodicamente. Un po’ come succede con l’Inps o l’Inpdap che gestiscono il sistema di previdenza (la pensione) obbligatorio. I fondi pensione, però, accanto alla rata mensile prevedono anche l’erogazione di un’altra tipologia di prestazione: la liquidazione di un capitale.
Non solo; durante la vita lavorativa (quando cioè si pagano i contributi), i lavoratori possono ottenere delle anticipazioni dal fondo pensione.
Quale che sia la prestazione erogata dal fondo pensione, le tasse vengono sempre applicate secondo due quote: una relativa alla quota dei rendimenti e l’altra relativa alla quota capitale. La prima quota (rendimenti) rappresenta ciò che il fondo pensione è riuscito a far «guadagnare» al lavoratore iscritto. I versamenti (tfr e contribuzione) fatti a un fondo pensione, infatti, producono un interesse (pari al guadagno degli investimenti) a favore dei lavoratori.
Tali rendimenti pagano le tasse nella misura dell’11% in via definitiva, a titolo d’imposta sostitutiva dell’Irpef.
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