Il nuovo bollo titoli non si applica ai conti deposito. Mentre la soglia di esenzione per l’applicazione del balzello riguarda solo i buoni fruttiferi e non le comunicazioni relative ai conti correnti. Il profilo del nuovo bollo titoli, partorito dalla manovra licenziata dal governo Monti e dai ritocchi delle commissioni bilancio del parlamento, è un’amara sorpresa per molti risparmiatori. L’onere tributario colpisce per la prima volta tutto il mondo del risparmio gestito e coloro che detenevano attività finanziarie presso intermediari esteri. Esentati sono invece i conti di deposito, strumenti negli ultimi anni diventati molto popolari in Italia. Quanto ai soggetti colpiti in maniera pesante ci sono coloro che hanno un deposito superiore a 800 mila euro. Il nuovo bollo titoli a regime non avrà più un massimo per la tariffa. Il tetto sarà operativo solo per il 2012, a godere della moderazione saranno per i soli prossimi 12 mesi coloro che hanno depositi superiori al 1,2 milioni di euro. Questi soggetti pagheranno al massimo 1.200 euro. La mano del fisco sarà poco clemente anche nei confronti di coloro che hanno portafogli di attività finanziarie limitate. La tariffa minima è di 34,20 euro anche per titoli e attività finanziarie con un controvalore di qualche decina di migliaia di euro. Le tariffe sono pari allo 0,10% per il 2012 e allo 0,15% per il 2013. Tornando alla base imponibile, come detto, concorrerà a formare il controvalore sul quale verrà applicata la tariffa tutto il risparmio gestito: dalle quote dei fondi comuni di investimento agli Etf, passando per Sicav ecc. Colpiti dall’imposta, in maniera pesante, saranno anche i derivati: future, opzioni e Cfd. Sul punto si tratterà di capire su cosa verrà calcolata l’imposta sul margine (una specie di caparra) o sul nozionale. L’imposta nel secondo caso sarà in media 10 volte più pesante, visto generalmente il rapporto che c’è fra margine e valore del contratto. Dentro anche le valute se negoziate in contratti per differenza. Fanno parte della base imponibile anche i certificati di deposito emessi dalle banche. Azioni, obbligazioni e titoli hanno da sempre pagato il bollo, per questi prodotti è cambiata solo l’aliquota. La tariffa è diventata proporzionale da progressiva. Dribblano la nuova tariffa invece i conti di deposito emessi dalle banche. Il Testo Unico della Finanza dice esplicitamente che non vanno considerati come prodotti finanziari. Fuori dalla base imponibile l’oro fisico e gli altri metalli preziosi in forma di lingotti o monete. Alcuni caveau in Svizzera offrono servizi di deposito e agevolano anche la ricerca di un’eventuale compratore o venditore. Si dovrà tenere conto in questo caso però dei costi di custodia amministrazione e negoziazione.
Bollo titoli, fuori i conti deposito
Soglia esenzione per i buoni fruttiferi al di sotto dei 5 mila
di Giuseppe Di Vittorio