Razionalizzare l’offerta dei fondi pensione negoziali attraverso fusioni tra settori integrabili e sinergie, rilancio delle adesioni e miglioramento del quadro fiscale. Sono questi i fattori attraverso i quali passa la crescita futura del settore dei fondi pensione negoziali, la cui associazione (Assofondipensione) ha riunito ieri la prima assemblea annuale.
Secondo il vicepresidente, Domenico Proietti, “il minor costo per gli aderenti derivante da una consistente razionalizzazione dell’offerta potrebbe stimarsi nell’ordine di 1,2 miliardi di euro” nell’arco di 30 anni, con “una crescita del montante finale, e quindi della rendita, anche del 5%”.
Per quanto riguarda il quadro di riferimento fiscale, Assofondipensione resta convinta che “l’incentivo fiscale sia determinante per garantire buoni livelli di adesione”. Miglioramenti, afferma il vicepresidente di Assofondipensione, sono tuttavia possibili “attenuando l’aliquota dell’11% che oggi grava sui rendimenti e liberando liquidità da reinvestire a vantaggio dell’iscritto”. Bisogna anche prevedere, secondo Proietti, l’adeguamento ”dell’attuale limite di deducibilità dei contributi versanti a previdenza complementare fermo ormai da troppi anni a 5.164,57 euro”.
Per quanto riguarda le adesioni ai fondi pensione, nonostante i passi avanti compiuti finora, alla previdenza complementare “ha aderito poco più di un quinto degli aventi diritto e questo – dice Proietti – pone oggettivamente il sistema di fronte all’esigenza di trovare nuovi strumenti per rilanciare le adesioni’” In questa direzione, è la posizione di Assofondipensione, bisogna affrontare i problemi legati alle differenza territoriali e sociali (minore adesione al Sud e tra i giovani) nonché le difficoltà riscontrate nel settore della piccola e media impresa, dove meno penetrante e’ stata l’opera di informazione svolta dai sindacati e dai datori di lavoro.