di Carlotta Scozzari
Con la manovra del Governo Monti potrebbe arrivare una nuova mannaia sui portafogli tanto dei grandi quanto dei piccoli investitori. Il testo del decreto legge prevede un’imposta di bollo dello 0,1% nel 2012 e dello 0,15% dal 2013 su tutti i titoli, strumenti e prodotti finanziari (azioni, obbligazioni, fondi, polizze), a eccezione dei fondi pensione e sanitari. Sono attese delucidazioni in merito, ma, per ora, dovrebbero averla scampata anche i conti correnti e quelli di deposito. «Il precedente governo – ha precisato il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli – aveva introdotto questa piccola imposta di bollo solo per i conti correnti. Ora, viene estesa a tutti i prodotti finanziari. È una piccola patrimoniale sulle attività finanziarie». Il legislatore ha calcolato un ammontare minimo e un massimo per questa tassa: secondo l’articolo 19 della manovra si va da 34,20 fino a 1.200 euro. L’imposta si calcola «per ogni esemplare, sul complessivo valore di mercato o, in mancanza, sul valore nominale o di rimborso». In un anno nero per le Borse come il 2011, il riferimento al «valore di mercato» indica che il legislatore ha voluto tenere conto delle perdite accumulate dagli investitori. Il dibattito è in corso, ma il decreto esplicita che l’imposta dovrebbe essere applicata sulla fotografia del patrimonio in un dato momento, così come emerge dalle comunicazioni periodiche relative ai prodotti (i rendiconti degli intermediari). Inoltre, l’articolo 19 della manovra stabilisce il prelievo dell’1,5% sui tre scudi fiscali realizzati dall’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e ne fissa il versamento in due rate. Tuttavia, su quest’ultimo punto i tecnici della Camera nel dossier di documentazione che commenta gli effetti finanziari della manovra hanno fatto notare che la tassa «potrebbe non trovare applicazione sul complesso dei capitali già emersi», ad esempio nel caso in cui il contribuente «scudato» abbia investito le somme «in altre attività finanziarie o abbia spostato la sua posizione presso un altro intermediario».