Secondo un sondaggio condotto da Aviva su 2.000 conducenti britannici di età compresa fra 17 e 25 anni, circa un terzo (30%) dei giovani conducenti ha acquistato inconsapevolmente un’assicurazione auto non valida da operatori illegali su piattaforme di social media.
Il fenomeno, noto come “ghost broking” – spiega Insurance Business – coinvolge truffatori che si spacciano per assicuratori legittimi, vendendo polizze false a prezzi stracciati, a giovani automobilisti e a coloro che hanno difficoltà a ottenere un’assicurazione.
Aviva ha scoperto che l’89% dei giovani che hanno acquistato una polizza auto sui social media ha riscontrato grossi problemi. Si va da casi di dati dei titolari di polizze travisati che hanno portato a polizze non valide (49%), reclami respinti (22%), mancanza di assistenza da parte dei provider quando sono stati sollevati problemi (21%) e fermi della polizia che hanno portato al sequestro del veicolo o a multe (17%).
Katriona Cunningham, responsabile del segmento frodi di Aviva, osserva che il ruolo dei social media nella vita dei giovani spiega la popolarità che godono le piattaforme sui social, con il 30% dei giovani conducenti intervistati che ha dichiarato di aver preso in considerazione la possibilità di assicurarsi via social.
“Tuttavia, i broker fantasma stanno prendendo di mira i giovani conducenti sulle piattaforme dei social media, offrendo assicurazioni auto economiche ma inutili che mettono il giovane conducente a rischio” non solo di circolare privo di copertura assicurativa, ma anche di vedersi sequestrare il veicolo.
Solitamente, ha aggiunto Cunningham, tutte le offerte sui social media che sembrano “troppo belle per essere ver”, sono probabilmente fraudolente.