Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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L’autorità di controllo del settore assicurativo in Lussemburgo (Caa) ha pubblicato una nota di aggiornamento sulla vicenda delle polizze Fwu. Si tratta di contratti Vita, soprattutto unit linked, in mano a oltre 100.000 clienti italiani per un totale di circa 400 milioni di euro sottoscritti con una compagnia lussemburghese la cui controllante tedesca, fondata da Manfred Dirrheimer, è stata dichiarata insolvente la scorsa estate. Nella nota della Caa si spiega che Fwu Life Insurance Lux ha proceduto, così come richiesto dalla stessa autorità, ad un rafforzamento che, a suo dire, la riporterebbe a garantire il capitale minimo richiesto a copertura delle polizze sottoscritte. Tuttavia l’autorità del Lussemburgo mette le mani avanti e intende ora verificare l’effettività della comunicazione. A tal proposito vengono messi in evidenza alcuni dubbi che devono essere chiariti. Fra questi la possibile esistenza di debiti fiscali nei vari paesi dell’Unione Europea, dal momento che il gruppo ha la testa in Germania ma ha collocato contratti in Lussemburgo, Austria e Italia, per esempio. Così come – e questo è un tema significativo – «la valutazione del costo di attuazione di un piano di compensazione per gli assicurati che sono stati «oggetto di vendita abusiva (mis-selling)». In sintesi, dice la Caa, la compagnia deve valutare il peso economico delle possibili cause dei clienti per errato collocamento dei prodotti.
L’economia dell’Eurozona resta «fiacca», mentre l’inflazione rischia di scendere «ben sotto» l’obiettivo Bce del 2%, una situazione che «la politica monetaria faticherebbe a contrastare» e che «va evitata». Lo ha sottolineato ieri Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia, alla Giornata del Risparmio. Panetta ha ricordato che l’inflazione è «oggi attorno al 2% per la prima volta dal 2021» ma le condizioni monetarie restano restrittive, perciò occorrono «ulteriori riduzioni» dei tassi Bce. La maggioranza degli operatori si aspetta un taglio dello 0,25% nella prossima riunione di dicembre, anche se alcuni scommettono su una mossa dello 0,5%.
Il risparmio degli italiani supera oggi 5 mila miliardi, attestando l’Italia ai primi posti tra i Paesi della Ue per propensione al risparmio, «pur se con una distribuzione non omogenea sul territorio e tra classi di età». Tutti aspetti su cui si deve lavorare, ha sottolineato il presidente dell’Acri, Giovanni Azzone, nell’aprire la Giornata Mondiale del Risparmio 2024. Innanzitutto «dobbiamo continuare a lavorare sul fronte dell’educazione finanziaria delle giovani generazioni». Quanto ad alfabetizzazione finanziaria, l’Italia è ancora al di sotto della media dei Paesi Osce, anche se «la direzione intrapresa negli ultimi anni è corretta: penso al Mese dell’educazione finanziaria promosso da Mef, Bankitalia, Abi e Feduf (cui partecipa anche l’Acri) e all’introduzione dell’educazione finanziaria nei programmi scolastici». A cui si sommano poi progetti singoli come «il risparmio che fa scuola», lanciato da Poste e Cdp proprio in occasione della 100° giornata del Risparmio.
Il governo deve intervenire e ridurre il carico fiscale sul risparmio e abolire alcune imposte perché la «pesante tassazione esistente in Italia spinge tante volte i risparmiatori italiani ad investire all’estero». Un problema da correggere al più presto perché «la tutela dei risparmiatori è una necessità etica e strategica per l’Italia». Questo il messaggio lanciato dal presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi), Antonio Patuelli, nel suo intervento alla 100esima Giornata del Risparmio, organizzata a Roma dall’Acri.
Il taglio dei tassi Bce non frena la redditività di Intesa Sanpaolo nei nove mesi. La banca ha incassato un utile netto di 7,2 miliardi di euro (+17,1% rispetto allo stesso periodo del 2023) e prevede di superare quota 8,5 miliardi a fine anno, tenendo conto delle azioni gestionali in corso. Alla luce di questi numeri è stata alzata l’asticella dei target 2025: il prossimo anno Intesa si aspetta di raggiungere profitti per circa 9 miliardi di euro rispetto all’obiettivo di oltre 8,5 miliardi fissato in precedenza.
Assimoco, compagnia assicurativa di riferimento del credito cooperativo italiano, apre un nuovo capitolo nella sua storia di sviluppo di quasi 50 anni (è nata nel 1978) dopo che lo scorso aprile ha acquisito la maggioranza di Bcc Assicurazioni, attiva nel ramo Danni, da Iccrea con la quale oggi ha un accordo esclusivo di distribuzione. Oggi Bcc Assicurazioni è 51% di Assimoco e 49% di Iccrea e alla sua guida come direttrice generale è stata nominata Mirella Maffei che ha appena assunto anche la carica di vicedirettrice generale del gruppo Assimoco, conservando i ruoli di responsabile business development & finance del gruppo. Che nel primo semestre ha avuto un utile netto di 16,1 milioni di euro, rispetto a una perdita di 17,9 milioni di tutto il 2023.

«Le inchieste giudiziarie sullo spionaggio dei dati trovano, giustamente, ampio spazio sui media. Ma dovrebbero servire anche a rendere ogni singola persona più accorta. Nei primi 6 mesi di quest’anno il 36,8% degli utenti ha ricevuto almeno un alert per dati rilevati sul dark web. L’Italia è al settimo posto nella classifica mondiale per quanto riguarda il numero di indirizzi e-mail compromessi e messi in circolazione sul dark web e al 18esimo per i dati frodati delle carte di credito. Ciò conferma un trend allarmante. Significativi sono gli attacchi Bec (Business e-mail compromise), o la cosiddetta truffa del Ceo, dove, con l’obiettivo di sottrarre denaro o dati sensibili, i cybercriminali inviano e-mail mirate ai dipendenti, spacciandosi per entità di fiducia come il Ceodella propria azienda»: Beatrice Rubini è a capo del settore cybersecurity di Crif (azienda leader nelle informazioni creditizie e centrali di rischio) e ha fondato l’Osservatorio Cyber, che monitora il settore.

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È colpa della crisi climatica? La domanda rimbalza da ore. Da quando le immagini della devastazione a Valencia e dintorni hanno iniziato a fare il giro del mondo. Ma il quesito è ormai ricorrente: dopo ogni uragano, tempesta, mareggiata, tifone, ondata di calore o di siccità, ci si chiede se sia sempre successo, e semplicemente la memoria individuale sia troppo corta. O se invece si stia assistendo a qualcosa di mai visto, conseguenza del riscaldamento globale. Per rispondere, nel 2015 due climatologi, Friederike Otto e Geert Jan van Oldenborgh (scomparso nel 2021) fondarono Word Weather Attribution (Wwa): un team di scienziati delle più prestigiose istituzioni internazionali, dall’Imperial College di Londra al Reale Istituto Meteorologico Olandese: esaminano gli eventi meteo estremi e pubblicano studi che li mettono in relazione all’aumento di gas serra nell’atmosfera e al conseguente innalzamento delle temperature.

Dall’uragano Helena in Florida, alla siccità in Sicilia e Sardegna; dagli incendi in Portogallo e Grecia, al ciclone Trami nelle Filippine; dalle inondazioni in Polonia ed Emilia Romagna, alle devastazioni di Valencia. I fenomeni estremi sono sempre più intensi e frequenti, come previsto dalla scienza sul cambiamento climatico. Colpiscono ovunque e si lasciano dietro un’immane scia di vittime e danni economici, che pesano sui Paesi avanzati e possono far deragliare il percorso di crescita di quelli in via di sviluppo. La Banca Mondiale, in un rapporto di ieri, avverte che la minaccia climatica mette «ad alto rischio circa un quinto della popolazione del pianeta». E ricorda che la stima dei costi finanziari della crisi «arriva fino a 2.800 miliardi di dollari in due decenni».
Spazi a dir poco stretti e vincoli di finanza pubblica resi ancora più rigidi dalla riforma del Patto di stabilità Ue: apportare ritocchi alla manovra durante la sua navigazione parlamentare non sarà facile. Soprattutto al capitolo pensioni, che appare blindato , o quasi. E i deputati della maggioranza, chiamati quest’anno a esaminare per primi la legge di bilancio, lo sanno bene. Ma è già in corso il lavoro sotterraneo per aprire qualche varco. E tra i correttivi in attesa ci sono anche quelli sugli assegni “minimi” e sulle facilitazioni ai giovani “contributivi” per rendere più agevole l’accesso al pensionamento anticipato con 64 anni d’età e 20 di versamenti.