Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Un po’ come quando si ristruttura casa, con i preventivi destinati ad essere rivisti al rialzo a fine lavori, anche nel caso del nuovo principio contabile internazionale Irfs17 il conto della spesa per le compagnie di assicurazione continua a lievitare anno dopo anno. Ad aggiornare i calcoli è stata la società di consulenza Wtw, che ha intervistato 235 assicuratori provenienti da 37 nazioni rilevando che, a livello globale, il costo totale che il settore assicurativo dovrà sostenere per l’implementazione degli Ifrs17, partiti con il bilancio del 2023, sarà compreso tra 21 e 27 miliardi di dollari. È un aumento del 15% sulle stime del 2022 che pure erano già state riviste al rialzo a 18-24 miliardi rispetto ad una cifra iniziale più bassa del 20%.
Botta e risposta tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il ceo di Generali, Philippe Donnet. Il ministro, in occasione Insurance Summit de Il Sole 24 Ore, ha invitato le assicurazioni «a continuare a fare, e se possibile incrementare, la loro azione nel momento in cui lo Stato deve sostenere il rinnovo del debito pubblico a fronte dell’aumento dei tasso di interesse. Il sostegno del sistema assicurativo al debito pubblico in Italia è più importante di quanto accada in altri Paesi e lo sarà di più nei prossimi due anni in cui dovremo rinnovare la gran parte dei titoli di Stato». Un invito a comprare più Btp, e non solo. Le assicurazioni sono «importanti anche per far fronte al problema della natalità, e dell’invecchiamento della popolazione che richiede nuovi strumenti per sostenere la potenziale spesa per le cure e per il welfare», ha detto.
Il numero complessivo di fallimenti nel terzo trimestre 2023 aumenta del 5,4% rispetto al trimestre precedente e dell’11,4% rispetto al terzo trimestre del 2022. Mentre il numero complessivo di registrazioni di nuove imprese segna nel terzo trimestre un aumento pari al 3,6%, dopo la diminuzione rilevata nel periodo precedente. Emerge dai dati diffusi ieri dal’Istat. L’unico settore che risulta in diminuzione per quanto riguarda le nuove imprese è quello dell’industria in senso stretto, in calo del 2,5%. Gli aumenti maggiori sono quelli dei trasporti (+8,6%), dei servizi di informazione e comunicazione (+6,6%), del commercio (+5,9%) e delle costruzioni (+5,5). Anche rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, le registrazioni complessive risultano in aumento (+3,4%). Anche in questo caso l’industria in senso stretto è l’unico settore in flessione (-10,2%). Fatta eccezione per costruzioni (+1,4%) e servizi di informazione e comunicazione (+0,2%), nei restanti settori si rilevano incrementi consistenti.
Sarà modificata la norma prevista nella legge di Bilancio 2024, che prevede un ridimensionamento della quota retributiva dei trattamenti pensionistici di alcune categorie di dipendenti pubblici. È quanto ha confermato ieri il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, rispondendo a un question time svolto in commissione Lavoro alla Camera con il quale è stato sollecitato un intervento sull’articolo 33 del testo della manovra che dispone un ricalcolo delle pensioni di coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1981 e che hanno meno di 15 anni di anzianità contributiva; intervento che comporta una diminuzione dell’assegno pensionistico già a partire dal prossimo anno. La modifica dei criteri di calcolo delle quote di trattamento previdenziale consiste nella ridefinizione delle aliquote di rendimento.
Rialzo dei tassi, inflazione, redditi sempre più bassi. E chi ha scelto mutui a tasso variabile (saliti in un anno ai livelli di 10 anni fa) per acquistare casa rischia di non riuscire a pagare. L’allarme è di Nomisma e Save your home nell’«Osservatorio Salva la tua casa» in cui stimano che una rata mensile di mutuo a tasso variabile arriva a pesare fino al 60% del reddito netto di una famiglia. Con effetti gravi. Nei primi 9 mesi del 2023 le richieste di mutui immobiliari sono scese del 40%, così come le compravendite di abitazioni (-16%). E sono 400 mila le famiglie con una casa all’asta. E nel 2024 il numero delle aste aumenterà del 10%.
Allagamenti e inondazioni sono cronaca, purtroppo, di questi giorni anche in Italia. L’acqua porta con sé eventi catastrofali tra i più costosi – spesso anche in termini di vite umane -, ma anche per perdita di biodiversità, oltre ovviamente a causare pesanti danni economici. E le città, grandi o piccole che siano, sono territori altamente esposti. Non solo per gli effetti causati dalla crisi climatica in generale, ma anche – lo evidenzia un recente articolo su Nature – per una miopia legata ai modelli di urbanizzazione e di sviluppo spaziale: dal 1985 – denuncia la ricerca di Nature – gli insediamenti umani in tutto il mondo, dai villaggi alle megalopoli, si sono espansi proprio nelle attuali zone di inondazione.
Il settore assicurativo è un grande investitore in titoli di Stato italiani ma le regole di Solvency hanno indubbiamente limitato la capacità del comparto di assorbire i Btp. È questa, in sostanza, la risposta del mondo delle polizze all’invito promosso dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel corso dell’Insurance Summit 2023 del Sole 24 Ore, a proposito di un possibile futuro supporto del comparto al rifinanziamento del debito italiano in scadenza. Il primo a rispondere all’appello è stato il ceo di Generali, Philippe Donnet, che ha voluto precisare: «Siamo un interlocutore, siamo disponibili a un dialogo permanente in uno spirito di partnership pubblico-privata, l’importante è che il governo non si ricordi del settore solo quando c’è bisogno». Carlo Cimbri, presidente di Unipol Gruppo e UnipolSai, ha quindi spostato il focus sui vincoli europei: «Come cittadino non posso che sottoscrivere l’invito di Urso, come compagnia lo ho applicato finché è stato reso possibile dalle regole in vigore. Ora dobbiamo investire con logiche che non determinino eccessivi assorbimenti di capitale in caso di shock». Ragione per cui gli investimenti devono essere «diversificati».
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a colloquio con il direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini, chiama a raccolta il comparto assicurativo italiano e chiede che investa di più sul debito pubblico del Paese. L’appello è stato lanciato in apertura dei lavori dell’Insurance Summit 2023 del Sole 24 Ore, organizzato da 24 Ore Eventi e che ha registrato oltre 1.400 partecipanti tra presenti in sala e collegati da remoto. «Il sostegno del sistema assicurativo al debito pubblico in Italia è più importante di quanto accada in altri Paesi e lo sarà ancora di più nei prossimi due anni, quando dovremo rinnovare» una parte consistente dei titoli di Stato, ha esordito il ministro, che ha incalzato: «Invito il sistema assicurativo a continuare a fare, e se è possibile a incrementare, la loro azione». Possibile? Difficile con le regole attuali.
Uno scenario assicurativo in forte cambiamento necessita di un’evoluzione tecnologica costante. Un principio che vale a maggiore ragione per Rgi, insurtech leader in Europa nella trasformazione digitale delle compagnie attraverso la messa a punto di software e soluzioni sempre più evolute. «La nostra mission – ha sottolineato Federico Della Casa, Ceo di Rgi Group, intervenendo all’Insurance Summit – è fare in modo che i nostri clienti abbiano tutti gli strumenti per tutelare cose e persone».
Ippodamo da Mileto è stato forse il primo urbanista della storia e oggi è sinonimo di Decision support system per il coordinamento intelligente degli interventi urbani. In onore di Ippodamo, infatti, Rekeep ha battezzato il proprio sistema di risk management. Gli algoritmi predittivi mettono in correlazione diverse fonti di informazione, tra cui eventi cittadini, occupazioni di suolo pubblico, cantieri, dati georeferenziati (come presenza di scuole, ospedali, ponti), di traffico veicolare e di presenza. I dati vengono, quindi, raccolti dal sistema informativo territoriale, dalla programmazione cittadina e dai piani di lavoro, oppure dai satelliti.
Credem ha chiuso i primi 9 mesi 2023 con un utile netto consolidato di 439 milioni di euro (quasi doppio rispetto ai 226,1 milioni di euro dello stesso periodo del 2022). La raccolta da clientela si è assestata a 93,2 miliardi di euro (+9,6% rispetto all’anno precedente), i prestiti a 34,4 miliardi di euro (+3,6% rispetto allo stesso periodo del 2022). Circa 126 mila i nuovi clienti (+32% rispetto ai nuovi clienti acquisiti a fine settembre 2022). ll margine di intermediazione si attesta a 1,4 miliardi di euro (+36,3% rispetto a fine settembre 2022).