Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Il mercato delle polizze vita di ramo I è in grande fermento in quello che ormai si può definire il post crisi di Eurovita. La compagnia a inizio 2023 aveva fatto tremare il comparto assicurativo per via delle difficoltà in cui era caduta a causa del netto rialzo dei tassi, facendo scattare riscatti più alti del solito tra i sottoscrittori di questi contratti anche nelle altre compagnie. Grazie a un intervento di sistema Eurovita è stata salvata e dal 2 novembre, dopo otto mesi, sono state scongelate le ramo I della società ribattezzata Cronos (quindi i sottoscrittori potranno chiedere il riscatto). Nel frattempo a livello di industria i volumi di raccolta lorda di queste polizze che si caratterizzano per il fatto che investono i premi raccolti in gestioni separate a prevalente contenuto di obbligazioni (Btp soprattutto) stanno tornando a crescere. Prometeia, scomponendo le statistiche dell’Ania (l’associazione delle compagnie assicurative guidata da Maria Bianca Farina), rileva che fino a tutto agosto è più che raddoppiata, +114% dall’analogo periodo 2022, la nuova produzione delle ramo I cosiddette stand alone, ovvero con sottostante soltanto una gestione separata e non anche con una componente in fondi comuni delle unit linked di ramo III (combinazione che contraddistingue le multi ramo).
A riprova del fatto che il comparto delle polizze vita, in particolare delle gestioni separate di ramo I, ha di fronte prospettive in miglioramento sul fronte dei rendimenti c’è l’ingresso di Moneyfarm nel settore. La società di consulenza finanziaria digitale ha appena avviato la distribuzione della sua prima polizza di ramo I, Sicura100, assieme al gruppo Cnp Assurance. Giovanni Daprà, ad di Moneyfarm, spiega i motivi del lancio di questo strumento che è stato fatto insieme all’avvio della polizza multiramo Moneyfarm Sicura&Dinamica che presenta la stessa componente di gestione separata di ramo I, investita prevalentemente in titoli di Stato e obbligazioni societarie, oltre a una componente in Etf (ramo III o unit linked) a contenuto azionario crescente. «Credo che aprirsi al Vita offrendo al cliente la possibilità di scegliere anche una soluzione di ramo I come Sicura100, in partnership con Cnp Assurance, abbia molto senso in questo momento, perché abbiamo scelto una gestione separata che vanta rendimenti certificati da Prometeia tra i più competitivi del mercato, rimasti positivi e stabili anche in periodi di tassi negativi.
Sismi, alluvioni e frane, ma anche inondazioni ed esondazioni. Da dicembre 2024 le imprese che hanno la sede o una stabile organizzazione in Italia saranno obbligare a stipulare una polizza contro le catastrofi naturali. A prevederlo è il disegno di legge di Bilancio in questi giorni all’esame del Parlamento e quanto ci sia bisogno di coprirsi dai danni provocati dagli eventi climatici lo dimostrano le cronache dell’ultima settimana, tra l’esondazione del fiume Seveso a Milano e le inondazioni tra Prato e Firenze. Danni enormi che stanno assumendo sempre più peso anche nei conti pubblici, considerando l’alto rischio idrogeologico dell’Italia, con l’aumento dei fenomeni e della loro intensità a causa del cambiamento climatico. Solo negli ultimi dieci anni, secondo quanto calcolato dal Consiglio Nazionale di Ricerca (Cnr), le catastrofi naturali in Italia sono costate quasi 310 miliardi di euro e a pagare finora è stato sempre lo Stato, con tempi spesso lunghi e inevitabili rischi di corruzione. Il governo di Giorgia Meloni ha rotto gli indugi, riservando l’intervento, almeno per ora, alle sole imprese (escluse quelle agricole, per le quali c’è il fondo Agricat). La formula è quella dell’obbligatorietà, in cui lo Stato assume «il duplice ruolo di regolatore del mercato assicurativo nel ramo e di riassicuratore, con una garanzia a favore delle compagnie di assicurazione prestata da Sace (fino al 50% degli indennizzi, ndr)», come si legge nella relazione al ddl Bilancio.
La polizza di CNP VIta mixa fondi ed Etf e si affida a piani programmati di versamento, con un buon set di opzionalità

La tempesta flagella una parte d’Italia, dopo un settembre tra i più caldi della storia. Il tempo fa le bizze, provocando vittime e danni. Questi improvvisi eccessi stanno diventando la norma e sarà bene incominciare ad accelerare la costruzione di quelle infrastrutture in grado di arginare le malevolenze climatiche. Cosa ne pensano i meteorologi? Spiega Gianni Messeri del Consorzio Lamma-Cnr: «La tempesta nasce a causa della cosiddetta baroclinicità, ossia lo scontro tra le masse d’aria fredde e calde, queste ultime pre-esistenti. Infatti il contrasto tra le masse d’aria di origine e natura diversa fa da innesco all’instabilità atmosferica, favorendo i movimenti dell’aria che danno luogo alle precipitazioni.
La raccolta netta del gruppo Anima nei nove mesi è stata positiva per 300 milioni e le masse gestite a fine settembre ammontavano a 184 miliardi di euro. Le commissioni nette di gestione sono state pari a 215,3 milioni (-2% su base annua) e le commissioni di incentivo sono diminuite da 8 a 3,4 milioni. I ricavi totali sono stati di 248,8 milioni, in calo è ammontata a 121,7 milioni (+6%). La posizione finanziaria netta era negativa per 61,1 milioni rispetto a -57,4 mln di fine 2022.
Balzo dei profitti per Intesa Sanpaolo, che nei nove mesi ha realizzato un utile netto di 6,12 miliardi di euro, in crescita dell’85,3% su base annua. A trainare l’ultima riga di bilancio sono stati gli interessi netti, balzati del 65,5% a 10,65 miliardi. In calo del 3,7% le commissioni nette a 6,45 miliardi. Lo stock di crediti deteriorati al netto delle rettifiche di valore è sceso del 5,3% rispetto a fine 2022. L’incidenza degli Npl sui crediti complessivi era all’1,2% al netto delle rettifiche di valore e al 2,4% al lordo. Il Cet 1 a regime si è posizionato al 13,6%.
La riforma dello sport entra definitivamente nel vivo, facendo partire la stagione degli adempimenti in materia di lavoro anche nel dilettantismo. Sono state pubblicate, infatti, le circolari dell’Inail e dell’Inps, che seguono di pochi giorni quella dell’Ispettorato nazionale del lavoro, diffusa il 25 ottobre. Tre testi che contengono le indicazioni per adempiere ai nuovi obblighi introdotti dalla riforma del lavoro sportivo, ovvero dal dlgs 36/2021 entrato in vigore il 1° luglio e modificato dal dlgs 120/2023, approvato a inizio settembre

corsera

Se approvato nella versione attuale il ddl Capitali rischia «di rendere ingovernabili le grandi società quotate». In attesa del passaggio alla Camera il ddl fa discutere. Il ceo di Generali, Philippe Donnet in una intervista a Il Piccolo solleva «qualche perplessità. Se fosse approvato come è adesso, non darebbe un segnale positivo nei confronti del mercato», ha detto il ceo parlando delle norme sul voto maggiorato e sulla lista del Cda, che richiederebbero un numero di candidati pari a quelli da eleggere, più un terzo, il che implicherebbe il voto nome per nome per la sola lista del cda, poi un 20% di posti alle minoranze. Dubbi su misure che rischierebbero di «stravolgere un sistema che funziona».
Furioso e puntuale, il ciclone è arrivato. Giovedì pomeriggio il cielo si è fatto nero e gonfio all’improvviso e per sei ore ha scaricato l’acqua di un mese sulle pianure fiorentine del Bisenzio e su quelle popolatissime di Prato e Pistoia. Le scene sono un déjà vu: centri allagati, campagne sommerse, argini rotti, smottamenti, frane. Non manca il tributo umano all’ennesimo disastro del maltempo: sei morti, due dispersi e poi centinaia di sfollati e migliaia di disperati con gli occhi lucidi e la faccia sporca di fango. Gli esperti hanno calcolato che in 6 ore sono scesi 145 millimetri di pioggia, quella di un mese con medie precipitazioni.
Dal 2010 al 2023, secondo i dati di Legambiente, in Italia si sono registrate più di 510 alluvioni. Eppure, nonostante l’Italia sia ricca di esperti del suolo (assieme alla Gran Bretagna siamo il Paese con il più alto numero di geologi in Europa, circa 24 mila), lo stato di salute del territorio nazionale è pessimo. Le catastrofi naturali di questi giorni lo confermano. Arcangelo Francesco Violo è presidente del Consiglio nazionale dei geologi.

Il testo della legge di Bilancio 2024 trasferito alle Camere conferma l’obbligo per tutte le aziende operanti in Italia di stipulare, entro la fine del 2024, una copertura per i danni subiti dalle immobilizzazioni materiali (terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali) causati da sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. Rispetto alla prima bozza sono stati esclusi eventi quali eruzioni vulcaniche e fenomeni di bradisismo. Le coperture potranno prevedere scoperti o franchigie, ma non superiori al 15%. Chi non si assicurerà sara escluso da eventuali risarcimenti pubblici in caso di calamità.

«Dopo un difficile 2023 la prima incognita per il futuro è quella relativa ai disastri naturali. Riscontriamo infatti che le perdite per il comparto crescono stabilmente tra il 5% e il 7% all’anno e crediamo che il trend sarà questo anche in futuro. Nei primi sei mesi dell’anno si contano 50 miliardi di danni assicurati a livello globale e ci aspettiamo che la quota di 100 miliardi l’anno venga oltrepassata in maniera ricorrente» spiega a Plus24 Nikhil da Victoria Lobo, head Property & Casualty Reinsurance Western & Southern Europe di Swiss Re.