La buona notizia è che dall’inizio dell’anno i profitti del settore assicurativo sono saliti. Quella decisamente meno buona è che le perdite subite dalle compagnie a causa di alluvioni, grandinate o violente trombe d’aria lievitano. Così come gli interrogativi su come si riassesterà il settore alla luce delle forze contrastanti in atto: da una parte, i grandi riassicuratori – cui le compagnie si rivolgono per coprire parte delle perdite – stanno riducendo l’esposizione e aumentando i prezzi dei contratti; dall’altra, il governo con la Legge di Bilancio è intenzionato a introdurre una polizza obbligatoria contro le catastrofi per le imprese, chiamando in campo Sace come riassicuratore. Un intervento, quest’ultimo, ancora in via di definizione con la manovra in discussione e che in ogni caso avrà effetto solo da fine 2024.
Un aumento di circa lo 0,7% della quota di mercato nei rami Danni e un valore aggiunto in termini di nuovi ingressi di agenti professionali e nuove idee di management e prodotto. È quanto Allianz si aspetta di ricavare dall’ultima acquisizione, quella di Tua Assicurazioni, che, una volta ottenute le autorizzazioni regolamentari, verrà integrata nel corso del prossimo anno.Giacomo Campora, amministratore delegato di Allianz spa, in questa intervista a ClassCnbc traccia il bilancio di un business, quello assicurativo, che deve far fronte alle nuove emergenze climatiche, e si prepara a un 2024 che incorporerà nei prezzi l’impatto dell’inflazione.
L’operazione Anima-Kairos, al di là del merito di aver riportato in Italia risparmio finito in mani estere, dal momento che la boutique rilevata dalla società guidata da Alessandro Melzi d’Eril era degli svizzeri di Julius Baer, accende il faro su un altro tema che rimane sotto traccia nel risparmio gestito tricolore, ma non per questo è meno rilevante. Ovvero la sostenibilità, nel senso etimologico della parola (dal termine sustain usato per gli strumenti musicali, cioè la proprietà di mantenere un suono nel tempo), delle società di gestione (sgr) di piccole e medie dimensioni. Che, arrivate a una certa scala, non riescono a crescere di più, quindi spesso vengono cedute o fuse in altre realtà più grandi. A differenza di quanto accade altrove, a partire dalla Francia che ha saputo creare un ecosistema di boutique di gestione (se ne contano oltre 800 oggi) che hanno contribuito a introdurre maggiore concorrenza all’industria dell’asset management del Paese.
Dal Ddl Capitali al Manifesto per lo Sviluppo dei Mercati in Italia, forse mai come nell’ultimo periodo Governo e istituzioni hanno ben chiara l’impellenza di ridare ai mercati dei capitali nuova linfa vitale. L’Euronex Growth Milan, il segmento delle piccole e medie imprese, continua a rappresentare la punta di diamante di Piazza Affari. La lista delle ipo sul segmento resta lunga e attrattiva ma dopo la quotazione c’è carenza di investitori, di liquidità e di scambi. A dirlo sono le dirette interessate del listino che, interpellate sull’andamento della quotazione, hanno disegnato un vero e proprio chiaroscuro sulla situazione.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato venerdì 24 a Venezia per assistere alla Prima al Teatro La Fenice. Il capo dello Stato ha partecipato infatti all’inaugurazione della stagione lirica e del balletto assistendo a “Les Contes d’Hoffmann”. Una tappa della sua visita è avvenuta alle Procuratie vecchie di piazza San Marco, dove è stato accolto dal presidente delle Generali, Andrea Sironi, e dall’amministratore delegato Philippe Donnet
Dopo l’uscita dalla insurtech Crea Assicurazioni il team di Digital Magics specializzato nel fintech lancia Step Ventures, un fondo per startup italiane. Indipendente rispetto alla quotata
L’Italia potrebbe copiare la Francia e importare il modello del leasing sociale per consentire alle famiglie meno abbienti di cambiare l’auto vecchia e avere a disposizione un’auto elettrica o con motore termico a basso impatto ambientale. Rata mensile? A partire da 75 euro. In Francia è iniziata il 1 novembre la raccolta delle richieste e a gennaio saranno consegnate le vetture acquistate dallo Stato e poi assegnate alle famiglie. In Italia ci sono già stati incontri tra l’Aci, che si candida a gestire il parco auto dato in affitto a chi rottama le macchine più vetuste, e il ministero dei Trasporti, guidato dal vicepremier Matteo Salvini, oltre che con le strutture dei ministeri delle Imprese e del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso, e dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che è gestito da Gilberto Pichetto Fratin.
L’esclusione della tutela previdenziale della malattia vale solo per i lavoratori sportivi autonomi del settore professionistico. L’indicazione arriva dall’Inps che, con messaggio 4182/2023, ha fornito ulteriori istruzioni in merito all’inquadramento previdenziale dei lavoratori sportivi alla luce delle novità della riforma. In particolare, si chiarisce che per i lavoratori del settore professionistico, titolari di rapporti di lavoro autonomo o di collaborazione coordinata e continuativa non è prevista la tutela previdenziale della malattia, posto che per gli stessi non è previsto l’obbligo di versamento dei contributi minori
Quello delle polizze mai risvegliate è un capitolo destinato a volgere al termine con le nuove procedure intraprese in questi anni da Ivass per la ricerca dei beneficiari. Se fino a qualche tempo fa molti contratti assicurativi si perdevano nel nulla, con la normativa sulle polizze dormienti l’incrocio dei dati ha già portato al risveglio di oltre 240mila polizze vita (ultimo dato disponibile reso noto da Ivass). L’operazione di risveglio sarà adesso più agevole con le novità che prevedono la possibilità per le compagnie assicurative di consultare l’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr), ossia il registro unico a livello nazionale che raccoglie i dati dei cittadini residenti in Italia e iscritti all’Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero).
«Se nel 2023 borsisticamente parlando hanno vinto le banche (almeno stando ai dati attuali), nel 2024 potrebbe toccare ad assicurazioni e risparmio gestito», a dirlo è Alberto Villa, Responsabile Equity Research di Intermonte. «Intendiamoci – precisa Villa – naturalmente la grande incognita è ancora l’andamento dei tassi: se non ci saranno shock al rialzo o al ribasso lo scenario appare nel complesso favorevole per le compagnie assicurative». Ma vediamo perché. I big di settore hanno reso noti nelle scorse settimane i loro conti dei primi nove mesi. Il 2023 è stato un anno complicato per le compagnie tra raccolta netta del ramo vita in rosso (-15,5 miliardi nei primi nove mesi, dati Ania) e gli effetti degli eventi atmosferici e catastrofali (alluvione in Emilia Romagna, grandine e tempeste in Lombardia e nel Nord Italia) che hanno pesato come un macigno: i primi conti indicano circa tre miliardi nei primi nove mesi.
Il flusso deciso dei riscatti nel comparto Vita coinvolge anche i piani di risparmio assicurativi che in realtà non sono mai stati un articolo molto gettonato tra gli assicurati italiani. Allo stato attuale, secondo la banca dati Mia di Prometeia, se ne contano solo 18 in commercio (di cui 11 di tipo multiramo, ossia che hanno anche una componente di ramo I, mentre sette sono di tipo unit linked). «Il mercato dei prodotti Pir di matrice assicurativa, che fin dalla introduzione di questa tipologia di prodotto non è mai realmente decollato – spiega Stefano Frazzoni, senior partner head of insurance wealth & asset management area di Prometeia – nei primi nove mesi di quest’anno si sta ulteriormente contraendo, risentendo anche del trend negativo che sta complessivamente caratterizzando i prodotti unit e multiramo in questo contesto in cui l’offerta assicurativa Vita è del tutto assorbita a rivitalizzare il business di ramo I (polizze rivalutabili e legate alle gestioni separate, ndr) a fronte della crescita dei tassi di interesse».
Non c’è pace per i Pir. Secondo l’Osservatorio di Plus24, a ottobre dalle casse dei gestori sono usciti altri 172 milioni, un dato peggiore rispetto ai 163 persi a settembre. Si è aggiunto così un altro anello alla lunga catena di dati negativi che ormai caratterizza il sistema da quasi due anni. Questa parabola discendente non solo non accenna a interrompersi, ma lascia spazio a interrogativi sempre più pressanti sul futuro dei piani individuali di risparmio, nonostante siano ancora in molti a credere all’utilità di questi prodotti.
Grandi movimenti sul versante bancario e del risparmio gestito italiano. Dopo mesi di letargo, qualcosa si è mosso. La vendita di un robusto pacchetto di Mps da parte dello Stato è un fattore sensibile nel risiko bancario tricolore. E poi, nell’asset management, c’è Anima che ha acquisito Kairos.
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