Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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E’ necessario perfezionare i modelli con cui le assicurazioni valutano i rischi catastrofali, anche alla luce dell’obbligo per le imprese di assicurarsi entro la fine del 2024. Il rischio, diversamente, è che le compagnie riducano la copertura assicurativa. Lo ha detto il presidente dell’Ivass, Luigi Federico Signorini, in occasione del 14* Congresso nazionale degli attuari a Milano. «L’assunzione e la gestione dei rischi catastrofali da parte del settore assicurativo richiede complessi modelli previsivi. Le imprese assicurative fanno uso di modelli esterni utilizzati per stabilire le tariffe della copertura dei rischi catastrofali e per definire la quota dei rischi da riassicurare, oltre che per la valutazione del requisito di capitale.
Anima H. sottoscrive un accordo vincolante per l’acquisizione del 100% di Kairos. I soci italiani sono stati la discriminante che ha fatto pendere la bilancia a favore di Anima invece che di Zurich. Le trattativa con la società guidata da Mario Greco sono durate a lungo e si sono arenate proprio sulla indisponibilità dei soci italiani.In un primo tempo si pensava che il diniego fosse legato a una questione relativa al prezzo, oltre che al desiderio di perpetrare una continuità manageriale all’interno della società.
In chiusura di una prima sezione di panel, gli esperti hanno discusso del ruolo del settore assicurativo a sostegno e per il progresso del settore immobiliare. Secondo Simone Ranucci Brandimarte, presidente dell’Italian Insurtech Association, il problema è che in Italia l’offerta di prodotti assicurativi è fatta da prodotti buoni ma mal comunicati. «Al netto di chi ha contratto un mutuo, solo il 4% dei proprietari di casa italiani ha un prodotto assicurativo», ha detto Brandimarte. Una soluzione potrà arrivare dalla tecnologia. Per Lucio Berno, esperto di Assinews, «aiuterà la capacità di penetrazione dei prodotti assicurativi, anche per prodotti standardizzati».
La Vigilanza Bce lancia l’allarme sui rischi cibernetici dopo aver condotto ispezioni in 22 banche di 11 Paesi. «Le lacune sono state più gravi e diffuse del previsto. Sono state rilevate carenze in tutte le aree della cybersecurity», ha osservato la Vigilanza Bce. Nelle ispezioni appena concluse i supervisori hanno riscontrato una capacità non sufficiente da parte degli istituti di credito nell’individuare e rispondere ad attacchi cyber. La Bce si aspetta che le banche adottino «misure immediate e concrete» per assicurare che la gestione del rischio informatico sia allineata con le aspettative della Vigilanza. Gli istituti inoltre devono fare passi avanti per «attuare le migliori pratiche». Le banche che sono state sottoposte all’ispezione in loco sulla cybersecurity hanno già ricevuto raccomandazioni specifiche da parte della Bce e dovranno adottare «misure di follow-up adeguate». Anche gli organi direttivi di tutte le altre banche «dovrebbero riflettere sulle aree in cui possono intervenire per migliorare la gestione del rischio informatico e di cybersecurity».

Sono aumentati i riscatti delle polizze vita e c’è un rischio liquidità da presidiare. Il presidente dell’Ivass, Luigi Federico Signorini, ha spiegato che il rapido rialzo dei rendimenti nel corso del 2023 ha incentivato i riscatti da parte di assicurati più sensibili ai rendimenti e attratti dalla possibilità di beneficiare di alternative di investimento che appaiono più redditizie in assenza di significative penalizzazioni e in presenza di un valore predefinito in caso di riscatto anticipato. Questo fenomeno, ha sostenuto il numero uno dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni «ha messo in luce l’importanza, per le imprese che offrono prodotti assicurativi, di presidiare attentamente il rischio di liquidità anche per evitare di esser costretti a liquidare attivi in condizioni di mercato sfavorevoli, realizzando perdite». Nella revisione delle norme sui prodotti vita, ha aggiunto Signorini «intendiamo valorizzarne meglio l’aspetto assicurativo, in particolare le coperture biometriche, con un orizzonte temporale preferito di lungo periodo».
Anima Holding ha sottoscritto un accordo vincolante per l’acquisizione del 100% di Kairos Partners Sgr dalla controllante Kairos Investment Management spa. Kairos, attiva nell’asset e wealth management gestisce circa 4,5 miliardi di euro di masse, e dal 2016 è controllata dal gruppo svizzero Julius Baer, con una quota di minoranza del 35% circa in mano al management. L’acquisto sarà finanziato da Anima con cassa disponibile. Il closing dell’operazione, soggetto alle abituali procedure autorizzative, è previsto nel secondo trimestre del 2024. «Siamo entusiasti di riportare in mani italiane un marchio storico come Kairos», ha detto Alessandro Melzi d’Eril, a.d. di Anima Holding spa. «L’ingresso di Kairos nel gruppo Anima», ha concluso l’a.d. Alberto Castelli, «apre una nuova fase» per la nostra crescita.
Rischio disoccupazione zero per gli attuari. Anzi, la domanda cresce molto più dell’offerta tanto che nei prossimi dieci anni serviranno altri mille professionisti che si andranno ad aggiungere ai 1.180 già impiegati in Italia. La professione è da anni una delle più richieste e la carriera attuariale è tra le top five per crescita, secondo la classifica 2022 dell’americana Careercast.com. Secondo i dati presentati al XIV Congresso Nazionale, in corso sino a oggi a Milano, si tratta di una professione giovane: la metà degli attuari in attività ha infatti meno di 44 anni, e un quarto meno di 34. Le donne sono il 45%. Ottime le performance reddituali: nel 2022, infatti, stando al bilancio dell’Epap, l’ente di previdenza della categoria, il reddito medio degli attuari è stato di 96.306 euro con un volume d’affari, sempre medio, di 129.836.
Se la commissione di gara si è espressa sulle offerte in un tempo molto breve, l’impugnativa dell’aggiudicazione deve provare che l’esiguità dei tempi ha alterato la valutazione tecnica. Lo ha affermato il Consiglio di Stato con la sentenza del 3 novembre 2023, n. 9533 della quinta sezione. La vicenda riguardava l’aggiudicazione di un appalto integrato (progettazione esecutiva e esecuzione) di un intervento nel settore idrico in cui si prevedevano 80 punti da assegnare all’offerta tecnica. Il ricorrente aveva censurato due aspetti di merito relativi al contenuto dell’offerta tecnica dell’aggiudicatario e uno, sotto forma di eccesso di potere, relativo all’esiguità del tempo dedicato alla valutazione degli elaborati progettuali, ritenuto eccessivamente esiguo e tale da fare presumere certa superficialità della commissione di gara nei giudizi espressi.
  • Assicurazioni Generali
comunica che Bruno Scaroni, attuale Group chief transformation officer, dal 31 dicembre 2023 lascerà il gruppo per nuove sfide professionali. A lui il ringraziamento del dell’a.d. Philippe Donnet per l’impegno profuso.
  • Vittoria Assicurazioni
amplia l’offerta con Vittoria Servizi, guidata dall’a.d. Roberto Grasso, formata da Genyio (in partnership con il gruppo Mapfre) focalizzata sulla riparazione danni auto cristalli, grandine e video consulto veterinario, e da Comestai (con il gruppo De Pasquale) focalizzata sulla diagnostica e prevenzione.

corsera

Ogni giorno 9 persone vengono uccise dalla violenza stradale, nel 2022 si sono verificati 165.889 scontri (454 al giorno) che hanno comportato 223.475 feriti (612 al giorno) e 3.159 vittime. I dati 2023, ufficiosi, sono anche peggiori. Le princi-pali cause sono la distra-zione (15%), il mancato rispetto della precedenza (13,7%) e l’eccesso di velocità (9,3%). Circa il 73% degli scontri stradali avviene su strade urbane. A pagare il prezzo sono i «vulnerabili». L’Unione Europea si è posta l’obiettivo di dimezzare le vittime e i feriti gravi entro il 2030 e di azzerarli entro il 2050. In questi giorni è in dirittura d’arrivo alla Camera dei Deputati la proposta di legge a firma del Ministro ai Trasporti Matteo Salvi-ni: modificare il Codice della Strada per ridurre il numero delle vittime.
Le ultime tracce portano in Lituania e Serbia. E da lì si arriva in Russia. Dove rodio, palladio e platino sono fondamentali per l’industria della guerra. Per i droni, per le apparecchiature che guidano i missili che bombardano l’Ucraina. E se prima era la crisi a far correre il prezzo dei «matalli preziosi» oggi è la guerra a spingere il mercato. Un mercato soprattutto nero. E pensare che anche l’Italia ha fame di questi metalli. Non solo per la produzione di auto, che comunque già basterebbe a mettere in crisi le risorse, ma anche per la produzione militare e avionica. Perché il nostro Paese non produce ma importa, e il mercato di rodio, palladio e platino è di fatto nelle mani di Russia e Cina. Anzi il monopolio nel mercato elettrico dell’auto (dalle batterie alle vetture complete) rischia nel prossimo decennio di modificare gli equilibri geopolitici mondiali. La decisione Ue di produrre e vendere solo mezzi green dal 2035 di fatto rischia di essere un (enorme) favore alla Cina più che all’ambiente.

«I tassi resteranno alti per diversi trimestri». Le parole con cui di recente il governatore della Bce, Christine Lagarde, ha ribadito la fermezza nell’attuare una politica monetaria restrittiva al fine scongiurare una seconda ondata di inflazione, potrebbero rivelarsi un macigno finanziario per molte famiglie italiane, intrappolate in mutui variabili andati fuori controllo. Il Sole 24 Ore ha calcolato, con l’aiuto dell’Osservatorio SalvaLaTuaCasa di Nomisma e Save Your Home, che i contratti di mutuo potenzialmente a rischio si avvicinano alla soglia monstre di 500mila, per un controvalore di credito che scotta vicino ai 60 miliardi. La soglia d’allarme, da cui parte il ragionamento, è il superamento del 50%, come rapporto tra l’importo della rata e il reddito disponibile della famiglia che sta rimborsando un mutuo a tasso variabile. È buona prassi da parte delle banche concedere un finanziamento ipotecario tarandosi su una rata che non sia superiore a un terzo del reddito netto famigliare. A rimescolare le carte sono stati però i forti rialzi dei tassi da parte della Bce, che da luglio 2022 a settembre di quest’anno ha aumentato il costo del denaro di 450 punti base, difatti issando l’indice Euribor (su cui vengono calcolate le rate dei mutui variabili) da -0,5% al 4%.
Continuare a concedere mutui a elevato rapporto fra ammontare richiesto e valore dell’immobile senza andare incontro a rischi di credito eccessivi. È una sfida difficile quella che stanno affrontandole banche italiane, consapevoli da una parte della crescente importanza dei prestiti casa ad alto loan-to-value (Hltv) sul mercato nazionale, dall’altra delle difficoltà che la fase congiunturale attuale pone di fronte alle famiglie. I numeri parlano del resto chiaro: secondo l’Osservatorio effettuato da Qualis, società del gruppo AmTrust attiva nel campo delle assicurazioni a garanzia dei rischi sui mutui, che ne ha assicurati ben 165mila nel nostro paese negli ultimi 20 anni, i finanziamenti di importo superiore all’80% del valore dell’abitazione sono arrivati a rappresentare un quarto del mercato dei prodotti per l’acquisto di immobili. Nel 2022 l’ammontare erogato ha raggiunto un picco pari a circa 8,2 miliardi di euro, prima della prevedibile frenata in un contesto caratterizzato da tassi (e inflazione) in rialzo che ha contribuito in questi primi nove mesi dell’anno a ridurre anzitutto del 15% il numero delle compravendite immobiliari.