Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Nonostante la recente pausa del trend di rialzo dei tassi di interesse continuano a farsi sentire gli effetti della politica monetaria restrittiva della Banca Centrale Europea. Secondo il rapporto mensile Abi, a ottobre il tasso medio dei mutui per l’acquisto di abitazioni è salito al 4,37%, in ulteriore aumento rispetto al 4,21% di settembre e soprattutto oltre un punto e mezzo in più rispetto al 2,75% di ottobre 2022, un anno fa, e lontano anni luce dall’1,43% di ottobre 2021. Di fatto si tratta del livello più alto da settembre 2008. Il minimo risale invece a ottobre 2022, l’anno del Covid, quando il tasso medio dei mutui casa si era attestato all’1,26%. In aumento anche il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese, salito al 5,45% dal 5,35% di settembre, anche questo sui massimi dall’ottobre 2008. Il tasso medio sul totale dei prestiti si è così attestato al 4,7%, in salita rispetto al 4,61% da settembre.
Il caro tassi fa tornare in auge i mutui a lunghissimo termine, in voga nei primi anni 2000 quando il costo del denaro era alto. Negli ultimi mesi gli istituti di credito sono tornati a proporre alla propria clientela finanziamenti ipotecari con una durata fino a 40 anni. Prodotti che si erano quasi estinti in tempi di tassi a zero ma che sono tornati di moda dopo la corsa al rialzo del costo del denaro da parte della Bce, salito al 4,5% negli ultimi 10 mesi. L’allungamento della durata del mutuo, evidenzia un report di Telemutuo.it, consente ai mutuatari di abbattere il costo della rata e ai potenziali acquirenti di un immobile di contenere il livello della rata al di sotto del rapporto 1/3 tra costo del finanziamento e reddito netto mensile decretando la sostenibilità del prestito in concessione da parte delle banche.
Il governo apre alla possibilità per il singolo investitore di detenere più di un Piano individuale di risparmio. Con la manovra di bilancio e i provvedimenti collegati potrebbe quindi arrivare una novità sui Pir, per dare nuovo impulso alla raccolta dello strumento per avvicinare il risparmio all’economia reale tramite il meccanismo dell’esenzione fiscale. L’intervento andrebbe nella direzione richiesta dal mercato e indicata come una delle soluzioni per rilanciare lo strumento. Nel corso del trimestre i Pir ordinari hanno registrato deflussi per 610 milioni, per un totale di oltre 1,4 miliardi nei sei mesi, mentre gli alternativi hanno registrato afflussi per 700 mila euro nel periodo aprile-giugno. In termini di asset, i Pir ordinari hanno 17,5 miliardi, mentre 1,5 miliardi sono stati investiti in fondi Pir alternativi.
Apoche settimane dall’avvio del cantiere di Citywave, da molti già ribattezzata Torre orizzontale, che secondo la tabella di marcia dovrebbe essere ultimata a fine 2025, Citylife guadagna un importante primato mondiale in termine di sostenibilità. Un bollino green, certo, che può rappresentare però anche un notevole volano per gli sviluppi futuri del progetto di rigenerazione urbana della città di Milano. A cominciare dal grande ritorno di immagine per la società, controllata al 100% dal gruppo Generali, tanto che ieri, alla consegna dei premi avvenuta nel capoluogo lombardo (non a caso, nella torre della compagnia assicurativa in pieno quartiere Citylife) c’erano i pezzi da novanta del gruppo: l’amministratore delegato di Generali Real Estate -38,5 miliardi di euro di masse in gestione a giugno 2023- e presidente di Citylife, Aldo Mazzocco; il ceo di Citylife, Paolo Micucci; la responsabile della sostenibilità del gruppo Generali, Lucia Silva.
- Rapporto nuove formule assicurative