Le nazioni ricche potrebbero garantire ai 100 paesi più vulnerabili del mondo una protezione assicurativa di 25 miliardi di dollari all’anno contro i disastri climatici, con un investimento di soli 10 milioni di dollari a nazione, secondo una ricerca dell’Institute for Sustainability Leadership dell’Università di Cambridge.
Il dato viene reso pubblico una settimana prima del vertice sul clima COP28 delle Nazioni Unite a Dubai, dove i Paesi lanceranno un primo fondo mondiale per aiutare i paesi a far fronte ai danni provocati dal clima.
I risultati dello studio confermano che i paesi più vulnerabili ai rischi del cambiamento climatico sono assicurabili fino al 2050, sulla base della modellizzazione dei rischi sugli effetti del climate change.
In secondo luogo, i ricercatori hanno dimostrato come i sistemi di condivisione del rischio – essenzialmente, le assicurazioni – permetterebbero di utilizzare i contributi dei paesi donatori per finanziare i premi delle coperture dei danni climatici, aumentando di molto l’ombrello protettivo per le popolazioni più vulnerabili.
I 10 milioni di dollari di finanziamento per paese, se utilizzati a sostegno dei premi delle coperture, potrebbero generare una protezione assicurativa annuale tra i 200 e i 300 milioni di dollari per paese ricevente, per un totale di 25 miliardi di dollari se distribuiti in 100 paesi, hanno spiegato i ricercatori alla Reuters.
Il progetto utilizzerebbe questi finanziamenti relativamente modesti per i paesi più ricchi, per fornire un’assicurazione contro i danni provocati dagli eventi climatici estremi, sempre più costosi e imprevedibili, come uragani e inondazioni.
Secondo lo studio, i piccoli stati insulari in via di sviluppo si trovano ad affrontare perdite potenziali comprese tra il 50% e il 300% del loro PIL a causa di eventi climatici estremi.
Sara Jane Ahmed, consulente finanziaria del gruppo V20 dei ministri delle finanze dei paesi vulnerabili al clima, ha affermato che è necessario fare di più per garantire che il mercato assicurativo offra soluzioni accessibili ai paesi più fragili.