IVASS ha pubblicato un’analisi tecnica dell’andamento dell’attività dell’assicurazione vita nel 2022 e del I semestre dell’anno in corso.

La raccolta premi

L’andamento della raccolta premi nel 2022 evidenzia una forte decrescita del -11%
rispetto al 2021. La produzione risulta concentrata nel ramo I e nel ramo III, complessivamente pari a 89,3 miliardi di euro (94,8% del totale). I premi dei rami V e VI, pari a 1,3 miliardi e 3,2 miliardi, crescono rispettivamente del +7,5% e del +33,4%, a fronte delle contrazioni del 2021 (pari a -36,7% e -38,8%).

La produzione raccolta nel ramo I, pari a 60,4 miliardi, decresce del -3,0% rispetto al 2021, sia pure con una riduzione più contenuta rispetto al portafoglio unit.
L’incidenza dei premi di ramo I sul totale della produzione vita è pari al 64,1% della raccolta complessiva del 2022. Le polizze emesse sono prevalentemente costituite da contratti a premio unico, che rappresentano in media nell’ultimo quinquennio l’80% del ramo I.

I premi di ramo III, pari a 28,9 miliardi, rappresentano il 30,7% del totale della produzione vita, in riduzione del -27,4% rispetto al 2021. La composizione dei premi per tipologia di prodotto evidenzia come nel ramo I la rilevanza delle forme a premio unico, con una incidenza pari all’81% in decrescita rispetto al 2021, ma in linea con la media del quinquennio.

La riduzione della redditività attesa sulle polizze di ramo I ha determinato la decrescita della raccolta premi nel 2021 a vantaggio dei premi di ramo III. A partire dal 2022 il trend di crescita del ramo III si arresta a causa dell’innalzamento dei tassi di interesse; le polizze di ramo I si riducono ma con una minore decrescita rispetto a quelle del ramo III.

Nel primo semestre 2023  si evidenzia un aumento della raccolta del ramo I del +10,2% rispetto a giugno 2022, mentre prosegue l’andamento negativo del ramo III in calo del -38,7%.

La produzione emessa nel ramo I evidenzia un certo grado di concentrazione in crescita negli ultimi anni: le prime cinque imprese del mercato raccolgono più del 60% dei premi 2022.
Il ramo III invece presenta una concentrazione minore, con le prime 5 imprese del mercato che raccolgono il 50,2% dei premi del ramo nel 2022.

Dal confronto mensile della raccolta premi dal 2022 a settembre 2023, si osserva per il ramo I la crescita della produzione in tutti i mesi esaminati tranne aprile, con il massimo nei mesi di febbraio e maggio dove si incrementa rispettivamente del +20,6% e del +18,0%.
Nel ramo III la raccolta premi diminuisce in media di circa il -40% per ogni mese ad eccezione del mese di settembre nel quale cresce del +6,2%.

Le spese di gestione

L’incidenza del complesso delle spese di gestione sui premi contabilizzati si mantiene quasi inalterata per il ramo I, dal 4,3% del 2021 al 4,5%, mentre si incrementa dal 2,8% al 3,7% per il ramo III, che continua in ogni caso a presentare spese complessivamente inferiori.

L’analisi dell’incidenza delle spese di gestione sui premi per singola tipologia di spesa evidenzia un andamento costante del rapporto provvigioni/premi per il ramo I al 2,2%; variazioni positive non rilevanti si osservano per l’incidenza delle altre spese di amministrazione su premi. Tra il 2021 e il 2022 nel ramo III si rileva un aumento dell’indicatore di incidenza delle spese di gestione per tutte le componenti di spesa.

La composizione delle spese di gestione conferma la costante riduzione della componente
provvigionale dal 57,5% del totale spese nel 2016 al 50,1% del 2022 per il ramo I e dal 63,6% al 55,3% per il ramo III. Viceversa cresce la quota dedicata alle altre spese di amministrazione dal 24,3% al 30,3% per il ramo I e dal 22,9% al 28,4% e delle altre spese di acquisizione dal 13,5% al 16,3% per il ramo III.
Più modesto è l’incremento delle altre spese di acquisizione, dal 18,2% al 19,6%.
La ricomposizione delle spese di gestione è determinata dalla tendenza da un lato a ridurre i compensi provvigionali espliciti gravanti sui premi sia nel ramo I che nel ramo III e dall’altro dalriconoscimento di più elevate spese di amministrazione.

GLI ONERI PER SINISTRI

Gli oneri totali del ramo I pari a 52,8 miliardi di euro, inclusivi di scadenze, riscatti e rimborso sinistri, si sono incrementati del +6,2%rispetto al 2021 (49,7 miliardi).
L’indicatore oneri su riserve tecniche evidenzia un modesto aumento del valore medio dall’8,9% nel 2021 al 9,5%, indicazione che le riserve aumentano in modo quasi proporzionale rispetto agli oneri.

Dall’esame delle componenti degli oneri totali del ramo I emerge un incremento di +10 miliardi di euro dei riscatti tra il 2019 e il 2022, unito a un decremento quasi del medesimo importo delle scadenze nello stesso periodo; l’aumento degli oneri totali è pari alla variazione dei sinistri che si incrementano di +2,3 miliardi.
Nel ramo III si registra una riduzione degli oneri, pari a 19,5 miliardi di euro rispetto a 21,5 miliardi nel 2021. L’indicatore oneri su riserve registra un lieve aumento dal 10,1% del 2021 al 10,4% attribuibile alla decrescita degli accantonamenti tecnici tra il 2021 e il 2022 (-11,7%).

Il valore medio dell’indicatore oneri su premi emessi del ramo I si incrementa di quasi 10 punti percentuali anche a causa della riduzione della raccolta premi.
Anche per il ramo III  l’indicatore aumenta rispetto all’esercizio precedente da 53,9% del 2021 a 69,1%, principalmente per la riduzione della raccolta premi.

Il rapporto Riscatti/Riserve
L’indice riscatti su riserve nel ramo I aumenta rispetto al 2021, per l’incremento delle operazioni di riscatto per le coperture a vita intera e miste e per la modesta variazione degli accontamenti tecnici.
Infatti le riserve sono cresciute del +0,6%, mentre l’onere per riscatti è aumentato del +19,4%7.
Nel ramo III, nonostante la riduzione delle operazioni di riscatto del -9,3% rispetto al 2021, l’indicatore cresce lievemente rispetto all’esercizio precedente.

L’analisi dell’andamento dell’indice riscatti su riserve tecniche di ramo I distinto per la dimensione delle imprese in base alle riserve tecniche tra il 2021 e il 2022  evidenzia che le imprese medio-grandi presentano valori più elevati rispetto a quelle piccole. In particolare, il valore mediano dell’indicatore è pari a 5,5% per le imprese medie, 6,8% per quelle medio-grandi e 6,9% per le grandi; le imprese piccole presentano invece un valore mediano del 3,7% più contenuto, sebbene la variabilità (misurata dalla differenza interquartile) risulta più elevata. La variabilità tra le imprese aumenta per tutti i gruppi di imprese.

L’esame dell’andamento del rapporto riscatti su riserve per il ramo III in base alla dimensione delle imprese non mostra differenze significative, sebbene le imprese piccole e grandi siano caratterizzate da una maggiore variabilità rispetto alle imprese medie e medio-grandi.

LA VARIAZIONE DELLE RISERVE TECNICHE

Le riserve tecniche nel ramo I crescono limitatamente a causa della minore produzione raccolta e dell’elevato volume degli oneri per sinistri (riscatti). La crescita è pari a +10,2 miliardi di euro a fronte dei +17,0 miliardi del 2021.
Il diverso criterio di valutazione contabile e soprattutto l’andamento negativo della raccolta premi nel ramo III determinano una riduzione delle riserve pari a -18,8 miliardi di euro, a fronte di un aumento +33,7 miliardi nel 2021.
Il rapporto tra la variazione delle riserve di ramo III rispetto alle riserve di ramo I consente di apprezzare la crescita continua degli accantonamenti fino al 2022, conseguenza del fatto che in tale anno diminuisce la raccolta premi e si riscontra un elevato volume degli oneri per sinistri.

I REDDITI DEGLI INVESTIMENTI

La redditività del ramo I, pari a 5,3 miliardi di euro, risulta in forte diminuzione rispetto ai 13,0 miliardi del 2021 ed è generata da strumenti a reddito fisso costituiti da titoli di stato e obbligazioni private.
L’indicatore redditi su riserve risulta correlato negativamente con la redditività del BTP decennale. Nel ramo III i redditi sugli investimenti risultano pari a -28,5 miliardi di euro a fronte dell’utile di 14,6 miliardi nel 2021. L’andamento reddituale è dipendente dall’oscillazione della valutazione di mercato degli attivi esistenti, correlato positivamente alla variazione dell’indice azionario FTSE MIB.

IL RISULTATO DEL CONTO TECNICO

L’analisi del conto tecnico vita conferma per il 2022 le evidenze dei dati di bilancio nelle sezioni precedenti. Il ramo I è connotato dalla diminuzione della raccolta premi, dall’aumento degli oneri per sinistri dovuto all’incremento delle operazioni di riscatto e dalla redditività negativa. Il ramo III denota una forte decrescita della raccolta premi, oneri per sinistri e in particolare riscatti in riduzione e apporto negativo della gestione tecnica al conto economico.

Bollettino_Vita_2022.pdf (ivass.it)