Il settore energetico affronta oggi la sua prima vera crisi globale, che riguarda contemporaneamente tutte le principali fonti energetiche e il cui impatto è destinato a prolungarsi per i prossimi anni.
Se la guerra in Ucraina è sicuramente una delle principali cause, nonché la più evidente, non è la sola: impattano anche l’aumento dell’inflazione, gli alti costi della transizione energetica e l’aumento degli eventi climatici estremi.
È quanto emerge dalla Power Market Review di WTW.
Il documento evidenzia inoltre che nuove soluzioni come l’idrogeno e le tecnologie CCUS (Carbon Capture, Utilization and Storage – Cattura, Utilizzo e Stoccaggio del Carbonio) stiano diventano strategiche a livello globale, ma al tempo stesso siano richiesti ingenti investimenti per implementarle, tra cui la creazione di reti di distribuzione più smart e meglio interconnesse le une con le altre. Per poter rimodellare in questa direzione il mercato energetico mondiale, spiega quindi WTW, è necessario il supporto del settore assicurativo, il quale tuttavia si trova ad affrontare una serie di nuovi rischi senza precedenti, e per gestirli necessita di tempo e risorse.
L’impatto dell’invasione russa dell’Ucraina: La maggior parte delle compagnie assicurative che operano nel segmento energetico ha fortemente limitato l’esposizione del proprio portafogli al mercato russo e ha ridotto drasticamente o eliminato del tutto le coperture per gli asset di generazione dal carbone o che comunque possiedano livelli emissivi ritenuti inaccettabili.
I volumi della capacità assicurativa: La capacità assicurativa teoretica globale per i rischi energetici nel 2022 si è attestata su 3,5 miliardi di dollari, di cui realisticamente circa 1,5 utilizzabili. Per gli asset di generazione dal carbone questo dato è sceso ad appena 250 milioni di dollari, una cifra significativamente inferiore al valore dei nuovi rischi legati a questo combustibile fossile.
Il record del costo dei sinistri pagati: la frequenza con cui si verificano sinistri superiori a 1 milione di dollari è in crescita e nel 2021 ha raggiunto il valore massimo su base triennale. Quest’anno il costo totale dei sinistri è destinato a raggiungere o superare il valore dei premi incassati sui rischi energetici. Si sono già verificati una dozzina di sinistri da 20 milioni di dollari.
Crescono i livelli di rating: a causa dell’aumento delle perdite, per il terzo trimestre del 2022 si prevede che i livelli di rating aumenteranno almeno del 2,5% e anche fino al 20% per quasi tutte le tipologie di rischio, tranne che per alcune con uno storico di perdite minime e in cui gli asset in questione si trovino tutti in aree a basso rischio di catastrofi naturali.
“Il mercato assicurativo del settore energetico attraversa oggi una crescente fase di cosiddetto hard market, con aumenti dei premi e diminuzione della capacità di copertura. Questo avviene per due ragioni principali: la prima è il desolante record di perdite e la seconda è il bacino limitato di compagnie assicurative a cui è possibile rivolgersi rispetto ai precedenti periodi di sottoscrizione delle polizze. Il mercato è generalmente disposto ad accettare le condizioni proposte, ma il trend positivo è insufficiente per invertire la tendenza generale al rialzo dei livelli di rating”, commenta Eva Mariani, Energy Practice Leader di WTW. “È fondamentale per le aziende energetiche stimare correttamente il valore dei propri asset e il costo dell’interruzione delle attività ed è altrettanto fondamentale sul versante assicurativo che ci sia una comunicazione trasparente, dall’acquirente al broker all’assicuratore, su come avvenga questo calcolo. Quando realizzeranno queste condizioni, gli acquirenti potranno beneficiare di una maggiore stabilità dei prezzi delle coperture: valutazioni più accurate consentiranno infatti di ridurre la possibilità di trovarsi nuovamente alle prese con le grandi fluttuazioni dei prezzi che si verificano nel passaggio tra fasi di hard market e soft market”.