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Il Crédit Agricole è pronto a stringere il legame finanziario e industriale con Banco Bpm. Ieri il consiglio di amministrazione di piazza Meda ha deciso di concedere alla banque verte un periodo di negoziazione in esclusiva. L’obiettivo è arrivare a un accordo entro la fine dell’anno sul ramo danni (valutato circa 300 milioni). Prosegue invece il processo di internalizzazione del settore vita, annunciato dalla banca italiana nel corso dell’estate.
Eurovita avrà un po’ di tempo in più a disposizione per cercare acquirenti e alzare l’indice di solvibilità, proprio mentre la società controllata dal fondo di private equity Cinven rafforza la sua governance. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza il nuovo termine fissato da Ivass è quello di fine gennaio, mentre a salire alla presidenza della compagnia Vita è un manager di lungo corso nelle assicurazioni: si tratta di Camillo Candia, che in passato ha contribuito alla trasformazione del business di Zurich in Italia e prima ancora è stato amministrato delegato di Allianz Italia.
Un regolamento sugli investimenti che fissi dei paletti, ma che lasci autonomia alle casse previdenziali che potranno così meglio indirizzare le proprie risorse a sostegno della crescita del Paese. E’ lo schema cui sta lavorando il governo guidato da Giorgia Meloni, che potrebbe vedere la luce già con un emendamento alla legge di Bilancio durante il suo iter parlamentare.

Professionisti e operatori sono concordi: bisogna procedere a un riordino totale di tutta la materia. Questa l’estrema sintesi delle richieste avanzate in occasione delle audizioni tenutesi negli ultimi due giorni al Senato, presso la commissione bilancio, nell’ambito delle consultazioni sul disegno di legge di conversione del c.d. decreto aiuti 4 (dl 176/2022).
Doppia scadenza fiscale in arrivo, questa volta, per l’agenzia delle entrate. Entro il 19 dicembre 2022 infatti dovrà essere pubblicato il provvedimento con le modalità di comunicazione dei tax credit energia maturati nel 2022 mentre, a data ancora da definirsi (ma di certo non oltre i primissimi mesi del 2023) dovrà invece reso quello che consentirà di optare per la fruizione in 10 rate del superbonus.
La Cassa dottori commercialisti (Cdc) stima, per la fine del 2022, un avanzo pari a 331 milioni, cifra che è previsto salga a 548 milioni, nel 2023, anno nel quale l’Ente previdenziale presieduto da Stefano Distilli dovrebbe avere una impennata del numero di professionisti iscritti «pari a circa 74.500, di cui circa 6.000 pensionati attivi, con un incremento dell’1,6% rispetto alla previsione aggiornata a fine 2022».

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  • Pos, restano i 60 euro Fondo contro gli hacker
Con la verifica della compatibilità finanziaria dei provvedimenti, la legge di Bilancio assume la sua veste definitiva e inizia l’iter parlamentare alla Camera. Nel testo bollinato e firmato dal presidente Sergio Mattarella resta, intanto, la norma che fissa a 60 euro il tetto oltre il quale gli esercenti sono obbligati ad accettare carte di credito e bancomat. Ma su questo continuano le interlocuzioni con l’Ue che pur non disciplinando le soglie dei contanti, valuta però l’impegno preso dall’Italia nel Pnrr contro l’evasione: con la nuova norma potrebbe chiederne conto. Nel testo trasmesso a Montecitorio, aumenta rispetto alle bozze dei giorni scorsi il numero degli articoli, passati da 156 a 174. Le novità riguardano la strategia nazionale di cybersicurezza, con l’istituzione di due fondi. C’è poi tutto il capitolo pensioni che pesa circa 700 milioni di euro.

  • Rivalutazioni tagliate per 3 milioni di pensionati
Le pensioni sono una delle coperture della manovra. A questo risultato, inatteso nelle lunghe discussioni della vigilia su prepensionamenti e flessibilità in uscita, il governo arriva chiedendo un contributo importante ai titolari di assegni medi e alti. Si tratta dei pensionati che ricevono un trattamento superiore a quattro volte il minimo, vale a dire almeno 2.101,52 euro lordi al mese. Da questo importo in su, il dazio versato sull’altare dei conti pubblici cresce con l’importo della pensione.
  • Un miliardo di bonus sospetti bloccati dai controlli preventivi
Blocco preventivo dei crediti in compensazione per oltre un miliardo di euro, il doppio rispetto ai 452 milioni rilevati a giugno. E sequestri lievitati a quota 3,6 miliardi di euro. Si muove sul doppio fronte della prevenzione e della repressione l’attività che la Guardia di Finanza sta portando avanti nel contrasto delle frodi sui bonus edilizi: il tutto unito dalla linea rossa dell’utilizzo sempre più mirato di banche dati e tecnologia.