di Rossella Savojardo
Prezzi dell’energia persistentemente elevati, una politica monetaria più restrittiva, una debole crescita del reddito reale delle famiglie e un calo della fiducia saranno tutti fattori che indeboliranno la crescita globale. Nonostante il freno rimanga tirato però, l’Ocse non crede che il prossimo anno il mondo andrà in recessione. «Ci troviamo di fronte a una prospettiva economica molto difficile», ha spiegato l’Istituto parigino in occasione del suo ultimo outlook sulle prospettive economiche, «ma il nostro scenario centrale non è una recessione globale quanto un significativo rallentamento della crescita per l’economia mondiale nel 2023, nonché un’inflazione ancora elevata, seppur in calo, in molti paesi». Nel dettaglio, l’Ocse stima che il pil globale si attesterà al 3,1% quest’anno, scivolerà al 2,2% nel 2023 per poi rimbalzare a un relativamente modesto 2,7% nel 2024 .
Quanto all’Italia, la crescita del pil reale è prevista al 3,7% nel 2022, rallentando allo 0,2% nel 2023, prima di riprendere moderatamente all’1% nel 2024. I prezzi elevati dell’energia agiranno da freno alla produzione nelle industrie italiane ad alta intensità energetica, mentre il calo dei redditi reali dovuto all’elevata inflazione, all’aumento dei tassi di interesse e alla modesta crescita del mercato delle esportazioni modererà la crescita della domanda. La disoccupazione nel Paese aumenterà e la partecipazione al mercato del lavoro diminuirà, con una riduzione dell’occupazione nel 2023. Infine, secondo gli esperti dell’Ocse, l’inflazione dei prezzi al consumo in Italia dovrebbe scendere solo gradualmente dal 10% circa alla fine del 2022, poiché i massimali dei prezzi dell’energia saranno gradualmente eliminati nel 2023 e i recenti aumenti dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari stanno innescando pressioni più ampie sui prezzi. Nel caso dell’intera Eurozona gli esperti si attendono una solida performance al ritmo del 3,3% quest’anno, con una frenata allo 0,5% l’anno prossimo (medesimo tasso di crescita degli Usa) e un’accelerazione all’1,4% nel 2024. Per l’inflazione invece le previsioni per il blocco a 19 membri sono per un incremento dell’8,3% quest’anno, a cui dovrebbe seguire un lieve ridimensionamento al 6,8% nel 2023 e una discesa al 3,4% nel 2024.
A livello globale sarà l’Asia il principale motore della crescita nei prossimi due anni, mentre Europa e le Americhe saranno più deboli. In particolare per gli Usa gli esperti prevedono un incremento del pil dell’1,8% nel 2022 seguito da +0,5% nel 2023 e +1% nel 2024. Negli States, inoltre, le pressioni sui prezzi diminuiranno man mano che i prezzi dell’energia si stabilizzeranno e la domanda rallenterà, ma l’inflazione core non tornerà vicino all’obiettivo della Federal Reserve fino alla fine del 2024. Per l’altra grande economia del mondo, la Cina, l’Ocse prevede per il triennio 2022-24 rispettivamente +3,3%, +4,6% e 4,1%. (riproduzione riservata)
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