Il fondo Allspring Global Investments entra con il 6,8% dopo la fine dell’aumento
di Fabrizio Massaro
Operazione da circa 150 milioni che fa diventare il gestore Usa terzo azionista dopo Tesoro e Axa Si riapre la partita legale: la procura generale ricorre in Cassazione contro le assoluzioni in appello
Spunta a sorpresa un socio americano per Montepaschi: è il fondo Allspring Global Investments, che ha rilevato una quota del 6,8% di Mps, con un’operazione effettuata il 10 novembre tramite i fondi del risparmio gestito, secondo le comunicazioni obbligatorie alla Consob. Attualmente Allspring – ex Wells Fargo asset management – è il terzo azionista della banca guidata da Luigi Lovaglio dopo il Tesoro, socio di controllo con il 64%, e all’8% la compagnia francese Axa, partner assicurativo di Siena. È un ingresso che non sarebbe stato concordato con le banche collocatrici.
L’operazione, che ai prezzi attuali vale circa 150 milioni di euro, è avvenuta dopo la fine dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro; di conseguenza potrebbero essere acquisti almeno in parte del pacchetto di azioni finite in accollo alle banche del consorzio di garanzia. In chiusura di aumento ai garanti erano andate azioni inoptate per 93 milioni di euro. Ma Allspring, che a livello globale gestire più di 460 miliardi di dollari e lo scorso maggio ha annunciato l’apertura di una sede a Milano affidata al manager Marco Negri, ha effettuato acquisti anche presso altri azionisti. In base alla suddivisioni delle quote tra i subgaranti dell’aumento di capitale e altri investitori, Pimco era attorno al 3%, e Algebris di Davide Serra e Ion Group di Andrea Pignataro al 2% ciascuno. Il fronte delle fondazioni aveva in mano titoli per il 3% circa, le casse Enpam e Inarcassa l’1,2% a testa e Anima l’1%.
Il movimento dell’ azionariato di Mps era atteso, dato l’ampio flottante e le prospettive di una fusione dell’istituto. Le prospettive della banca sono buone, secondo il ceo Luigi Lovaglio, che punta a raggiungere in anticipo gli obiettivi del piano industriale. Hanno giovato anche i minori accantonamenti per i rischi legali legate alle operazioni finanziarie dell’epoca di Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, i dossier Alexandria e Santorini. A maggio la corte di appello di Milano aveva assolto con formula piena tutti gli imputati, comprese le banche estere Nomura e Deutsche Bank. Anche sulla base delle motivazioni, uscite a inizio ottobre, il Monte dei Paschi ha tagliato il rischio dei contenziosi extragiudiziali da 4,7 miliardi a 1,4 miliardi.
Secondo la corte d’appello di Milano, che ha ribaltato la condanna di primo grado, le operazioni erano stati contabilizzati in modo legittimo da parte della banca. Ieri però la procura generale di Milano ha promosso ricorso per cassazione contro la sentenza dei giudici di secondo grado, che aveva usato parole pesanti di critica nei confronti dei togati di primo grado. Secondo la procura generale deve valere il principio della sostanza sulla forma, e per questo i giudici di appello hanno sbagliato a considerare quelle operazioni non come derivati. Si profila un’ulteriore battaglia legale.
«Ritengo che il ricorso della procura generale di Milano sia inammissibile perché fuori dai limiti delle censure che si possono far valere dinanzi alla Cassazione, che è giudice di legittimità», ha commentato l’avvocato Fabio Pisillo, difensore dell’ex presidente Giuseppe Mussari. (riproduzione riservata)
Fonte: