di Simona D’Alessio
La (prevista) «gobba previdenziale» dei «camici bianchi», legata alla numerosa coorte di medici e dentisti nati negli anni ’50, è arrivata: nel 2023 l’Enpam stima, infatti, che «la spesa previdenziale e assistenziale sarà di 3 miliardi 497 milioni 287.750 euro», superiore, rispetto al bilancio preconsuntivo di quest’anno, «del 19,64%». Cifre che «risentono principalmente dell’elevato tasso di inflazione, registrato dall’Istat tra agosto 2022 e agosto 2021, pari all’8,1%», nonché dell’ascesa del numero dei professionisti in pensione. È ciò che ItaliaOggi apprende, a seguito dell’approvazione, da parte dell’Assemblea nazionale della Cassa, del Bilancio preconsuntivo per l’annualità che sta per terminare e del documento previsionale per il 2023. Per l’Ente guidato da Alberto Oliveti «dopo i risultati record degli ultimi anni, con avanzi di gestione sempre sopra il miliardo, nonostante il Covid, per l’anno in corso si stima provvisoriamente un risultato negativo di 564 milioni», su cui si riverberano gli effetti internazionali del conflitto fra Russia ed Ucraina e i «nodi» riguardanti gli approvvigionamenti energetici; al 30 settembre 2022 le risorse patrimoniali dell’Enpam ammontavano a circa 25 miliardi. Come accennato, infine, il flusso degli iscritti in quiescenza produrrà conseguenze sui conti: nel 2023, si riferisce, «si registrerà il primo saldo previdenziale negativo dell’Enpam, con l’importo delle pensioni che sorpasseranno l’ammontare dei contributi previdenziali».
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