La pandemia da Covid-19 e la chiusura forzata degli store fisici ha reso centrale l’aspetto digitale delle piccole e medie imprese.
Per questo motivo Meta ha commissionato a Ipsos uno studio sulla digitalizzazione delle PMI di 43 mercati del mondo, tra cui anche quello italiano.
Dai risultati dell’indagine è emersa una significativa spaccatura nell’area EMEA, con alcuni Paesi che hanno una prevalenza di PMI che si definiscono fiorenti (54% Francia, 56% Nigeria, 61% Svezia ed Egitto, 68% Paesi Bassi), a fronte di altri dove esiste un’elevata percentuale di PMI che sopravvive, ma non prospera: il 42% in Irlanda, il43% in Germania, il 45% in Italia, il 59% in Sudafrica e il 61% nel Regno Unito.
In Italia, in particolare, il19% delle PMI dichiara di fare fatica a sopravvivere, mentre l’8% è stato colpito da chiusure permanenti durante la pandemia.
Le PMI intervistate hanno riferito di aver spostato online tutte o la maggior parte delle loro attività aziendali dall’inizio della pandemia da Covid-19: il 22% delle PMI italiane dichiara di aver adottato dei cambiamenti nel modello di business dopo la pandemia; numeri decisamente più alti in Germania (30%), Sudafrica (43%), Nigeria (50%), Egitto (61%), dove la digitalizzazione corre assai più veloce.
Secondo lo studio, la maggior parte delle PMI che attualmente utilizzano strumenti digitali non avrebbero potuto rimanere aperte durante la pandemia: tra queste anche quelle italiane (60%) a pari merito con le PMI di Francia e Norvegia.
Particolarmente significativa è anche la percentuale delle PMI che ha dichiarato che la propria attività avrebbe sofferto senza gli strumenti digitali durante la pandemia: il 66% in Italia, il 71% in Polonia, il 72% nel Regno Unito.
Numerose anche le PMI che hanno riferito come gli strumenti digitali abbiano consentito alla propria azienda di adeguare il modello di business durante la pandemia: sono il 70% Italia e Paesi Bassi, l’80% Portogallo, l’83% in Arabia Saudita.
La grande maggioranza delle PMI che attualmente utilizzano strumenti digitali ha riferito di considerare le app e gli strumenti di messaggistica un modo molto personale per connettersi con i clienti: in Italia lo dichiara addirittura l’80% delle PMI intervistate, l’83% bel Regno Unito e l’85% in Spagna.
Le PMI sono sempre più sensibili nei confronti dell’impatto della loro attività sull’ambiente, con ampie maggioranze che dichiarano che sarebbero disposte a cambiare le proprie pratiche per diventare più sostenibili: lo afferma il 68% delle PMI in Italia, il 70% in Belgio, il 71% in Spagna e il 72% in Irlanda. Le PMI affermano inoltre che l’adozione di pratiche rispettose dell’ambiente è un dato rilevante per i clienti esistenti o potenziali: ne sono consapevoli ben l’80% delle PMI italiane, seguite da Irlanda (79%), Spagna (73%), Francia (71%).
In conclusione, sebbene sia ancora lunga la strada delle imprese italiane verso la digitalizzazione e il pieno sviluppo delle competenze digitali, si registra una crescente consapevolezza dell’importanza degli strumenti che la tecnologia mette a disposizione e il loro impatto immediato per le imprese sull’acquisizione di nuovi clienti, sulla produttività e sui ricavi.